Da Key4biz (22/4/2020): Covid-19, confusione e ritardi. La ‘Fase 2’ nella più totale incertezza
Le scuole sono chiuse dal 24 febbraio e regna ancora alea sulla riapertura. I dettagli della annunciata “Fase 2”, dal 4 maggio 2020, sono avvolti nel mistero più totale.
Da settimane e settimane, una pluralità di osservatori – politici e mediali – lamentano la perdurante assoluta assenza di una “cabina di regia” della comunicazione governativa rispetto all’emergenza Covid.
I flussi di informazione continuano ad essere prodotti, in modo erratico se non casuali, da esponenti delle istituzioni che invece dovrebbero attenersi a logiche di buon senso ed organicità.
Decine di milioni di persone pendono ormai dalle labbra del Premier, tra sortite in Parlamento e conferenze stampa televisive e “social” in quantità… Prevale confusione, che provoca incertezza, dubbi, e quindi ansia. A tutti i livelli: dai cittadini alle imprese.
I dettagli della annunciata “Fase 2”, dal 4 maggio 2020, sono avvolti nel mistero più totale, ed anche l’intervento di Giuseppe Conte ieri martedì 21 aprile in Camera e Senato (ha letto esattamente lo stesso testo in entrambe le camere) non ha chiarito quasi nulla su tempi e modi della “riapertura” del Paese.
Nel mentre, come funghi nascono “Task Force”, nazionali e regionali e locali, pubbliche e private. Noi, una settimana fa, su queste colonne, ne avevamo contate “soltanto” 8 (vedi “Key4biz” del 15 aprile, “I pani e i pesci. Covid-19 e la moltiplicazione delle task force del governo”), ma domenica scorsa Ferruccio De Bortoli, sul “Corriere della Sera”, nella conta è arrivato a quota 15 Task Force, con 448 esperti coinvolti (e rimarca: anche “la cornice normativa è imponente: siamo già a 212 atti nazionali”): il caos.
Come è possibile che il Presidente del Consiglio non si renda conto che questa “abdicazione” della politica di fronte ai “tecnici “produce dinamiche insane?!
Quando diavolo riapriranno le scuole in Italia?
Cresce il policentrismo, la frammentazione, si alimenta la confusione ed i processi decisionali subiscono rallentamenti e ritardi. Inevitabilmente.
Un esempio, tra i tanti, ovvero una questione essenziale che riguarda decine di milioni di persone: quando diavolo riapriranno le scuole?!
Ad oggi, 22 aprile 2020, non esiste ancora una posizione ufficiale, un comunicato istituzionale: ci si deve affidare agli aruspici, ovvero andare a leggere tra le righe di una intervista della Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, venerdì scorso 17 aprile, al “Corriere della Sera”, la quale ha dichiarato “il Governo a giorni prenderà una decisione. Ma con l’attuale situazione sanitaria, ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio”. Punto. E allora?!
Non è una informazione sicura, non c’è una data certa. Regna il disordine.
Oppure, da altri fronti, voci in libertà: ultima della serie “parlo a ruota libera”, in materia “scuola”, è stata la sortita manifestata nella sera di domenica di Pasqua dall’esimio professor Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, secondo il quale si dovrebbe posporre la riapertura delle scuole all’inizio del prossimo anno scolastico ovvero giustappunto a metà settembre. Così ha sostenuto il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità (massimo organo consulenzial-propositivo del Ministero della Salute) a “Che tempo fa”, la trasmissione condotta da Fabio Fazio su Rai3 (format EndemolShine), che ormai compete con “Porta a Porta” come luogo di grande amplificazione mediatica (e politica) delle tesi di coloro che vengono invitati. Delle due, l’una: o Locatelli è stato inviato in modo mirato dal Governo a lanciare, una decina di giorni fa, sotto mentite spoglie, il sasso in piccionaia (“vai avanti tu, che del Governo non sei diretto esponente, e anticipi la decisione, così la gente si prepara a questa eventualità…”), oppure Locatelli non ha compreso che queste dichiarazioni producono semplicemente confusione, preoccupazione, ansia.
Queste sortite estemporanee contribuiscono a quella “infodemia” che sta ubriacando l’intera popolazione, con una comunicazione ridondante e spesso discordante.
In questa confusione perdurante e crescente, si registrano incertezza, divieti, multe, domiciliazione forzata, e terrorismo psicologico tramite i media… Tutta la popolazione è costretta ad una sorta di arresti domiciliari, e chi osa domandare se queste misure draconiane non siano un po’… eccessive (determinate più da pathos che da logos) viene quasi accusato di essere un sovversivo!
Commissioni e comitati, consulenti e esperti, task force a gogò: e Pascarella…
Come è noto, da sabato 11 aprile è all’opra la “Task Force” del Governo ovvero il comitato di esperti in materia economica e sociale che affianca il Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile.
Il “decision making” del Premier si avvale quindi ormai di due “enti consulenziali” di alto livello, ed immaginiamo che Giuseppe Conte, nella sua prossima sortita “alla nazione”, ribadirà ancora una volta che ogni decisione governativa viene presa in “scienza e coscienza” rispettando i diktat degli… “scienziati” (o “tecnici” o “esperti” che dir si voglia).
Qualcuno ha però ironicamente evocato Cesare Pascarella, ovvero un’antica tradizione nazionale: allorquando non si ha il coraggio di assumere in prima persona una decisione (spiacevole o dolorosa) ci si scherma dietro… commissioni, commissari (ordinari o straordinari), “think tank”, consulenti e super-esperti: “E invece de venì a ’na decisione, / — Sa, je fecero, senza complimenti, / Qui bisogna formà ’na commissione. / Lei j’annerà a spiegà de che se tratta, / E, dice, quanno loro so’ contenti, / Ritorni pure che la cosa è fatta” (da “La scoperta de l’America”).
Quel che è sicuro è che il professor Locatelli, nelle more delle decisioni del Comitato Tecnico Scientifico (di cui è membro), farebbe meglio a tacere, per non provocare ulteriore confusione nella collettività, fatta salva l’ipotesi che egli, con queste pubbliche sortite, voglia influenzare dall’esterno – mediaticamente? – il complesso processo decisionale del Comitato stesso. Peraltro una simile decisione, afferente giustappunto alla annunciata “Fase 2”, dovrebbe essere oggetto di approfondita discussione sia del Comitato sia della Task Force. Che dovrebbero poi addivenire a sintesi.
Si segnala anche che ieri martedì 21 la Ministro Lucia Azzolina ha annunciato che si è insediata un’altra… “Task Force” (un’altra ancora???), un ennesimo comitato di saggi formato da 18 esperti (presieduto da Patrizio Bianchi), cui viene affidato il compito di formulare proposte per la ripartenza della scuola. A settembre, si immagina, ma non è dato sapere ufficialmente. Forse sì, forse no. Qualcuno ha fiducia che il “mistero” venga svelato, nelle risposte al “question time” cui si sottoporranno nel pomeriggio di oggi ben tre ministri (oltre alla Azzolina, Stefano Patuanelli e Dario Franceschini).
Ricordiamo che la “Task Force” suprema, quella presieduta da Vittorio Colao, è formata da 19 esperti, di cui soltanto 2, il Capo Dipartimento Angelo Borrelli ed il Commissario Domenico Arcuri sono anche membri del Comitato Tecnico Scientifico. Forse potrebbe essere proprio Borrelli il “portavoce” unico dei due organismi… Per ora, il Presidente della Task Force Vittorio Colao continua a tacere.
Il rito borrelliano delle ore 18 non più a cadenza quotidiana, ma bisettimanale
Come è noto, il Capo Dipartimento ha fatto il punto della situazione, da settimane, con santa pazienza, tutti i giorni alle ore 18, ed è stata un’occasione dialettica valida, anche perché non vengono posti veti o censure di sorta ai giornalisti che partecipano quotidianamente a questa conferenza stampa. Ne possiamo dare prova noi stessi, che talvolta poniamo quesiti impertinenti, e riceviamo sempre risposte cortesi, seppur talvolta elusive ed evanescenti. Da venerdì scorso, però, le modalità del rito sono state modificate: non più tutti i 7 giorni sette della settimana, ma soltanto il lunedì ed il venerdì.
A cosa è dovuto questo allentamento della ritualità quotidiana borrelliana?!
È vero che i “numeri” della pandemia (pur nella loro relativa affidabilità) stanno mostrando segni incoraggianti, ma verosimilmente qualcuno ha invocato una riduzione dei flussi informativi istituzionali e forse anche l’opportunità di ridurre la raffica di domande – talvolta fastidiose, irriverenti, insinuanti – poste da quella decina di giornalisti che seguiva le conferenze di Borrelli, dalla prima, che risale al 28 febbraio…
Il Commissario Straordinario Domenico Arcuri, a sua volta, si manifesta due volte a settimana, in conferenza stampa presso la Protezione Civile, ed il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, una volta a settimana presso l’Iss stesso.
Mancava proprio – riconosciamolo – una voce altra: la quarta, quella della Task Force!
Questa però dovrebbe essere “la voce della Verità”, il massimo, l’assoluto.
Si resta in attesa di comprendere come… comunicherà la “Super Task Force”: si osserva tra l’altro che nessuno dei 19 membri può vantare particolari competenze in materia di comunicazione, ma verosimilmente si avvarranno di un super-consulente…
L’incarico di Super-Comunicatore potrebbe essere affidato ad una donna, dato che questa commissione di esperti vede soltanto 4 donne al proprio interno, come ha giustamente subito denunciato la deputata di Forza Italia Laura Ravetto: “come è possibile che in un comitato di saggi composto, al momento, da 19 persone ci siano la miseria di sole 4 donne? A nessuno è venuto in mente che un equilibrio di genere avrebbe meglio rappresentato le sensibilità e le professionalità delle quali il nostro Paese si avvale?”. In argomento, ha presto protestato anche la “Task Force” (ahinoi, un’altra, e quanto piace questa terminologia di matrice semantica bellica) denominata “Donne per un Nuovo Rinascimento”, promossa qualche giorno fa dalla Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.
Sulla misteriosa composizione della Task Force, sono presto emerse lamentazioni diffuse: a livello istituzionale, basti segnalare la critica manifestata dalla Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano, che il 15 aprile ha denunciato l’assenza di un esperto di infanzia… La Garante ha chiesto di inserire un esperto in materia di infanzia e adolescenza che dovrebbe possedere una competenza “trasversale” sull’infanzia e sull’adolescenza e sulle relative politiche, nonché sul sistema di tutela minorile. Appello inascoltato dal Governo, come altri.
Voci in libertà e policentrismo confusionale
Voci in libertà: lunedì 20, s’ode invece anche la voce della Ministro della Famiglia Elena Bonetti, che è tornata a parlare dell’“ora d’aria per i bambini”, ribadendo come sia “un diritto fondamentale dei più piccoli poter vivere la loro infanzia”. Ha commentato giustamente Viviana Daloiso, sulle colonne di “Avvenire”: “una precisazione che ha dell’incredibile, non fosse che da ormai due mesi i piccoli sono confinati nelle case 24 ore su 24, senza prospettive e senza progetti per il loro futuro. Molti chiusi in sé stessi, angosciati, apatici”. E che dire di categorie sociali particolarmente fragili, come gli autistici?! Abbandonati a se stessi, anche loro, come i disabili. E la Ministro annuncia “serviranno mascherine e guanti anche per i piccoli”. Ma sulla base di quale ragionamento razionale sostiene ciò?! Il Comitato Tecnico Scientifico e la Task Force… “convalidano”?!
Radar del policentrismo informativo: segnaliamo che a distanza di 72 ore dall’annuncio del decreto istitutivo della Task Force (discorso di Conte nella sera di venerdì 10 aprile), non era emersa alcuna voce dei suoi componenti, se non lunedì mattina una dichiarazione di Filomena Maggino, Consigliere della Presidenza del Consiglio a capo della Cabina di Regia “Benessere Italia” (ah, qui c’è una… “cabina di regia”, seppur dalla semi-clandestina esistenza): “esiste la sensibilità e l’intenzione, in questo Governo, al non trascurare i più fragili che purtroppo oggi vivono un disagio ancora maggiore”. Belle parole, pronunciate all’Ansa, e dobbiamo quindi attenderci ora un policentrismo informativo dei 17 esperti, cui si aggiungono – ricordiamo – i già 2 eloquenti Borrelli ed Arcuri?! Per ora, nessun altro componente della Task Force ha fatto udire la propria voce, se non Enrico Giovannini (l’ex Presidente Istat) in un’intervista, nella quale ha affrontato tematiche sociologiche generali. Meglio così, sia consentito.
Il Presidente Colao tace, tutto alacre all’opra. Ieri mattina, dalle 10.40 alle 13, la Task Force ha consegnato un “dossier” al Presidente Conte, e si attendono decisioni del Governo entro sabato prossimo: già immaginiamo un nuovo “discorso alla Nazione”, per la “Fase 2” che avrà arco temporale dal 4 al 25 maggio…
Quel che comunque sconcerta è che permanga ancora una totale assenza di “cabina di regia” della comunicazione: a parte le curiose sortite del Premier, si assiste giorno dopo giorno ad informazioni che sembrano essere prodotte con logica causale, con assoluta estemporaneità…
Già una discreta confusione è prodotta dagli effetti degenerati del federalismo.
Basti pensare alla decisione di riapertura, da martedì 14 aprile, delle librerie, tanto decantata dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Dario Franceschini. Ricordiamo che l’idea originaria la si deve attribuire al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che è stato presto seguito da altri esponenti della maggioranza, primo tra tutti Paolo Lattanzio, parlamentare grillino in Commissione Cultura della Camera. Non appena il Premier annuncia questa decisione, però, i Presidenti di Lombardia e Piemonte emergono in dissenso, annunciando che in quelle due regioni le librerie non apriranno. Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti approva la decisione del Premier, ma annuncia che saranno obbligatorie, non soltanto per i librai, ma anche per i clienti, mascherine e guanti (ma Zingaretti ha provato a sfogliare un libro… con i guanti?!), e peraltro la decisione di “riaprire” le librerie è stata rimandata nel Lazio a ieri martedì 21 aprile.
Ancora una volta, ognuno per la sua via, con la popolazione che si domanda se siamo governati da una banda di dilettanti allo sbaraglio. Ognuno parla, nella sua soggettività, istituzionale o professionale: il professor Locatelli, per esempio, ha appunto proposto che le scuole vengano riaperte a settembre, subito però precisando che lo pensava a livello… “personale”; la Ministro Bonetti richiede “l’ora d’aria” dei bambini e propone le mascherine obbligatorie, ma non precisa se parla da titolare di un dicastero o da semplice cittadina… La libertà di opinione è sacrosanta, ma forse, quando si ricopre un incarico istituzionale, la prudenza deve prevalere, e le opinioni – su questioni così delicate – dovrebbero restare negli “arcana” del Consiglio Superiore di Sanità, dell’Istituto Superiore di Sanità, del Comitato Tecnico Scientifico, della Task Forse, e non ricordiamo bene di quale altro fondamentale organo consulenziale del Governo…
Una Task Force per coordinare le Task Force?
Ieri abbiamo appreso dal Ministro Roberto Speranza che esiste anche una “Cabina di Regia”, ovvero un luogo nel quale si “incontrano” il Comitato Tecnico Scientifico, la Task Force ed i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni: una sorta di Task Force delle Task Force?!
Tutto questo confuso e confusionale processo decisionale (…) è spesso avvolto nella segretezza: lunedì scorso, abbiamo chiesto ad Angelo Borrelli se non ritiene sia opportuno rendere di pubblico dominio i verbali del Comitato Tecnico Scientifico, anche perché emergono critiche sempre più severe sulla tempistica dei processi decisionali, e sarà necessario un sano “processo alla Storia”. Il Capo Dipartimento ci ha risposto che si tratta di documenti non segretati, ma con dati sensibili (tecnicamente si tratta di “informazioni non classificate ma controllate”), e che il Cts sta attendendo il vaglio di alcuni consulenti tecnico-legali per renderli accessibili, per valutare il livello di segretezza, ovvero di quella “riservatezza che speriamo quanto prima non abbia più ragione di essere”.
E c’è già chi sta pensando, a fronte di confusione e ritardi e responsabilità sfuggenti, alla istituzione di una Commissione parlamentare di indagine sulla pandemia.
Non se ne può più: alla fine del processo analitico-valutativo si deve addivenire a decisioni snelle nette chiare: dovrebbe emergere 1 voce una soltanto, fosse anche solo quella del Presidente del Consiglio.
Non si può lasciare però il Paese in “stand-by” per settimane, anzi mesi, in balia di una infodemia sconfortante. Si tratta infatti di decisioni che riguardano milioni, decine di milioni di persone, a partire – nel caso della riapertura delle scuole – dalle famiglie dei quasi 8 milioni e mezzo di studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado. In Svezia, intanto, il Governo conferma la strategia di mitigazione dolce della pandemia: no a chiusure e divieti, e le scuole restano aperte. Il tanto (auto)decantato “modello italiano” risulterà quello vincente, alla prova della Storia?
Riportare ad unità questo insano ed insidioso policentrismo informativo è un dovere importante di uno Stato serio, che voglia essere rispettoso dei diritti all’informazione in un periodo così delicato della storia nazionale.
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