Da Key4biz (11.03.2022): Il Ministro Franceschini ha firmato il decreto che ripartisce i 750 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo per il 2022
Un notevole flusso di risorse pubbliche (una manna?!) in un labirinto di azioni a sostegno del settore, con una qualche perplessità sull’efficacia dell’intervento, in assenza di adeguate valutazioni di impatto
Il decreto a firma del titolare del Ministero della Cultura Dario Franceschini reca la data del 4 marzo 2022, ovvero di venerdì scorso, ma la notizia è sfuggita ai più, e la stessa Anica (acronimo che attualmente sta per “Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali”) l’ha segnalata ai propri associati soltanto venerdì scorso 8 marzo.
Ha contribuito a rilanciare la notizia – discretamente importante – l’effervescente agenzia stampa specializzata AgCult, fondata e diretta da Ottorino De Sossi, che sempre più si qualifica come fonte primaria per gli operatori del sistema culturale italiano.
Con un dispaccio di ieri mattina, AgCult ha infatti opportunamente segnalato la notizia, che merita essere analizzata: quello odierno su “Key4biz” si pone semplicemente come assaggio di uno studio che sarà bene sviluppare con cura, focalizzando l’attenzione sui vari settori del sistema, ovvero sulle varie fasi della filiera.
Si tratta dell’atteso “riparto” per l’anno 2022 del “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo”, istituito con la legge che porta il nome dell’attuale Ministro (era tale ovviamente anche nel novembre del 2016, allorquando la legge n. 202 vide la luce).
Va segnalato che ricostruire il senso logico (strategico ed ideologico?!) di questa ripartizione è ardita intrapresa intellettuale e tecnica.
Non viene data spiegazione alcuna (almeno pubblicazione) del “perché” si assegna “ics” ad un segmento di attività ed “ypsilon” ad un altro (e qui non stiamo discutendo perché si assegna “ics” a “tizio” piuttosto che a “caio”, che aprirebbe un mondo di altre domande).
Eppure – immaginiamo (vogliamo sperare) – una logica deve esserci, dato che escludiamo che la “politica culturale” nazionale (ovvero l’economia culturale italiana, intesa come “mano pubblica”) sia basata su impressioni emotive e discrezionalità totale…
Suscita dubbi, per esempio, capire perché, limitando l’attenzione soltanto ai benefici fiscali, il Ministro abbia deciso di destinare soltanto 125 milionidi euro per la produzione di opere cinematografiche e ben 225 milioni per la produzione di opere televisive e opere web (il rapporto è di 55 a 100). Quale criterio metodologico è stato seguito, per questa ripartizione (tra le tante)?!
Un labirinto di sovvenzioni, contributi, agevolazioni fiscali…
Quel che è sicuro è che la “ricostruzione” di questo senso – analizzando velocemente la ripartizione –sfugge proprio (almeno ad una lettura a caldo): emerge un insieme ormai veramente consistente e corposo di interventi, che vanno però per rivoli e rivoletti, ed anche soltanto la “mappatura” appare esercizio non esattamente agevole.
Anzi, ad onor del vero, è esercizio piuttosto… labirintico.
Si tratta complessivamente di ben quasi 750 milioni di euro per l’anno 2022: per la precisione, le risorse ammontano a 746.034.750 euro, che possono essere suddivise in 5 macro-aree:
–incentivi fiscali: 545 milioni di euro;
–contributi automatici: 40 milioni di euro;
–contributi selettivi: 44,3 milioni di euro
–attività di promozione: 113,1 milioni di euro (90,6 milioni + 22,5 milioni per le scuole)
– altri interventi (fondo di garanzia): 4 milioni
Il totale di queste macro-linee di intervento è giustappunto di 746 milioni di euro.
In quote, queste le percentuali:
- 73 % per gli incentivi fiscali
- 15 % per la promozione
- 6 % per gli aiuti selettivi
- 5 % per gli aiuti automatici
- meno dell’1 % destinato ad altro.
La ripartizione da parte del Ministro dei quasi 750 milioni è stata preceduta da un parere del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivoalias “Cosca” (massimo organo di consulenza del Ministero su queste materie), riunitosi nella seduta del 27 gennaio 2022. Va però segnalato che questo parere – che sarebbe interessante leggere – non risulta pubblicato, ad oggi, sulla specifica sezione del sito web della Dgca (l’ultimo “parere” pubblicato – il n. 4 del 2021 – reca la data dell’8 luglio 2021).
Ciò premesso, il Ministro ha firmato e quindi è stato pubblicato il decreto ministeriale di riparto del Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo per l’anno 2022. La data di creazione del file è 4 marzo 2022, ma il file risulta modificato in data 8 marzo 2022 (“autore” del file risulta “frontoffice”).
Il Fondo ammonta complessivamente, per l’anno 2022, a precisamente746.034.750 euro.
È così ripartito:
a) circa 545 milioni di euro, ovvero più precisamente 544.634.750 euro, per gli “incentivi fiscali”:
- Credito d’imposta per le imprese di produzione;
- Credito d’imposta per le imprese di distribuzione;
- Credito d’imposta per le imprese dell’esercizio cinematografico, per le industrie tecniche e di post-produzione;
- Credito d’imposta per il potenziamento dell’offerta cinematografica;
- Credito d’imposta per l’attrazione in Italia di investimenti cinematografici e audiovisivi;
- Credito d’imposta per le imprese non appartenenti al settore cinematografico e audiovisivo, eppur previsti dalla Legge Cinema e Audiovisivo;
b) 40 milioni di euro, per i contributi automatici:
- Contributi automatici per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione delle opere cinematografiche e audiovisive) previsti dalla Legge Cinema e Audiovisivo;
c) 44,3 milioni di euro, per i contributi selettivi previsti sempre dalla Legge Cinema e Audiovisivo;
90,6 milionidi euro per i contributi alle attività e alle iniziative di promozione cinematografica ed audiovisiva della Legge (art. 27 comma 1 lettere da a) ad h) e comma 2); in questa voce, rientra tra l’altro il contributo a Cinecittà Luce, che è di 27 milioni di euro per il 2022, di 14,5 milioni per il Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) e di 13,5 milioni per la Sezione Cinema della Biennale di Venezia; da soli, questi 3 enti assorbono 55 milioni di euro su un sub-totale di 90,6 milioni;
d) 22,5 milioni per attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva nelle scuole (all’articolo 27, comma 1, lettera i);
e) 4 milioni per la sezione del fondo finalizzata alla dotazione della sezione speciale del “Fondo di Garanzia delle Piccole e Medie Imprese”, destinata a garantire operazioni di finanziamento alle imprese per la realizzazione di prodotti audiovisivi e cinematografici.
La ripartizione dei 545 milioni di euro di incentivi fiscali (tax credit e dintorni)
I 545 milioni di risorse assegnate per l’anno 2022 agli incentivi fiscali sono così finalizzate:
a) 377 milionidi euro per i crediti d’imposta per le imprese di produzione secondo la seguente suddivisione:
– 125 milioni per la produzione di opere cinematografiche;
– 225 milioni per la produzione di opere televisive e opere web;
– 16 milioni per la produzione di opere audiovisive di ricerca e formazione;
– 11 milioni per la produzione di opere audiovisive a contenuto videoludico;
b) 30 milioni per i crediti d’imposta per le imprese di distribuzione;
c) 25 milioni per i crediti d’imposta per le imprese dell’esercizio cinematografico;
d) 13 milioni (esattamente 12.634.750) per finalità relative alle industrie tecniche e della post-produzione;
e) 40 milioni per il credito d’imposta riconosciuto agli esercenti sale cinematografiche per il potenziamento dell’offerta cinematografica;
f) 60 milioni per il credito d’imposta per l’attrazione in Italia di investimenti cinematografici e audiovisivi.
La ripartizione dei 44 milioni di euro per i contributi cosiddetti “selettivi”
Le risorse assegnate per l’anno 2022 ai contributi selettivi previsti dalla Legge Cinema e Audiovisivo sono così finalizzate:
a) scrittura di sceneggiature di opere cinematografiche, televisive e web:
1,2 milioni;
b) sviluppo e pre-produzione di opere cinematografiche, opere televisive, opere web e videogiochi:
3 milioni;
c) produzione di opere audiovisive:
– opere cinematografiche di giovani autori:
6 milioni;
– opere cinematografiche prime e seconde:
6,9 milioni;
– documentari e cortometraggi:
3,3 milioni;
– opere d’animazione: 4,8 milioni;
– opere cinematografiche difficili, con modeste risorse finanziarie e opere cinematografiche di particolare qualità artistica: euro 17,1 milioni;
d) distribuzione internazionale di opere cinematografiche e televisive:
2 milioni.
La ripartizione dei 90,6 milioni di euro per i contributi per la cosiddetta “promozione” cine-audiovisiva
Le risorse assegnate per l’anno 2022 ai contributi alle attività e alle iniziative di promozionecinematografica ed audiovisiva, sono così finalizzate (subito segnalando che il 60 % di questa linea di intervento viene assorbita da Cinecittà Luce, Centro Sperimentale di Cinematografia, Sezione Cinema de La Biennale di Venezia):
a) sviluppo della cultura cinematografica e audiovisiva in Italia, promozione dell’internazionalizzazione del settore, promozione, anche a fini turistici, dell’immagine dell’Italia attraverso il cinema e l’audiovisivo nonché per ulteriori attività:
2,7 milioni;
b) finalità di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto ministeriale 31 luglio 2017, ovvero “progetti speciali” annuali o triennali per la promozione dell’internazionalizzazione:
13 milioni;
c) realizzazione di festival, rassegne e premi di cui all’articolo 2, comma 2, lettere d), e) e f), del decreto ministeriale 31 luglio 2017, aventi rilevanza nazionale e internazionale:
6,5 milioni;
d) attività di acquisizione, conservazione, catalogazione, restauro, studio, ricerca, fruizione e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo:
euro 1,5 milioni;
e) sostegno alla programmazione di film d’essai ovvero di ricerca e sperimentazione:
6 milioni;
f) attività di diffusione della cultura cinematografica svolte dai circoli di cultura cinematografica, dalle associazioni nazionali di cultura cinematografica e dalle sale della comunità nell’ambito dell’esercizio cinematografico:
1 milione;
g) attività svolte da Cinecittà S.p.A. e specificamente per la sua partecipazione, per conto del Ministero, alla Fondazione Cinema per Roma: per la realizzazione del programma annuale, ai sensi dell’articolo 14, comma 10, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111: 26milioni; per la partecipazione, per conto del Ministero, alla Fondazione Cinema per Roma: 1 milioni; per un totale quindi di
27 milioni;
h) attività svolte dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia:
14,5 milioni;
i) attività svolte dalla Fondazione “La Biennale di Venezia” – Sezione Cinema:
13,5 milioni;
j) attività svolte dalla Fondazione Cineteca di Bologna:
2 milioni;
l) attività svolte dalla Fondazione Maria Adriana Prolo – Museo Nazionale del Cinema Torino:
1,5 milioni;
m) attività svolte dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano:
800mila euro;
n) attività svolte dalla “La Cineteca del Friuli” di Gemona:
600mila euro.
I 22,5 milioni di euro per i contributi per i progetti di promozione di cinema e audiovisivo nelle scuole (“Cips”)
Come già segnalato, per l’anno 2022, per “il potenziamento delle competenze del cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, nonché l’alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di diffusione delle immagini” (come previsto dall’articolo 27, comma 1, lettera i, della Legge), da effettuarsi secondo le modalità stabilite di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono allocati 22,5 milioni di euro, da assegnare ai beneficiari secondo un apposito piano adottato dal Ministro di concerto con il Ministro dell’Istruzione.
Come abbiamo già ben illustrato su queste colonne, si attendono per lunedì prossimo 14 marzo 2022 i bandi per le iniziative che rientrano nel quadro di “Cinema e Immagini per la Scuola” (alias “Cips”), cui abbiamo dedicato ampia attenzione anche su queste colonne (vedi “Key4biz” del 4 marzo 2022… “‘Cinema e immagini per la scuola’ (Cips): dal 14 marzo i bandi, budget di ben 54 milioni”).
Ma cosa produce realmente l’intervento dello Stato nel sistema cinematografico e audiovisivo?!
Se qualcuno si domanda: bene, siamo ora a quota 750 milioni di euro nel 2022, a fronte dei 400 milioni previsti dalla legge originaria del 2016, ma… cosa ha prodotto, cosa produce,concretamente questo intervento della mano pubblica?!
Il Ministro ed il Direttore Generale potrebbero rispondere: “che sia data pubblica lettura della ‘valutazione di impatto’ prevista dalla stessa legge”, ovvero potrebbero invitare la comunità del cinema e dell’audiovisivo nazionale a leggere le 460 pagine dell’ultima edizione (relativa all’anno 2022), che è stata pubblicata ieri l’altro 9 marzo 2022, e segnalata in occasione della presentazione del nuovo sito web della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (vedi “Key4biz” del 10 marzo 2022, “Salto di qualità della Direzione Cinema e Audiovisivo del MIC: online il nuovo sito web”).
Abbiamo più volte manifestato perplessità su questa “valutazione di impatto” (vedi “Key4biz” del 21 ottobre 2021, “ ‘Legge Cinema e Audiovisivo e audiovisivo’, presentata la valutazione di impatto”), segnalando anche alcuni errori marchiani, ma quel che possiamo sostenere,senza timore di essere smentiti, è che nemmeno in questo documento v’è l’elenco delle opere cinematografiche e audiovisive sostenute, l’indicazione dei contributi e benefici che lo Stato ha assegnato ad ognuna di esse ovvero alle imprese (altresì dicasi, per esempio, dei sostegni alla promozione cinematografica ed audiovisiva: i dati – sia ben chiaro – sono sì pubblici, ma vanno cercati nelle decine e decine di file dei decreti ministeriali e dei decreti direttoriali, attività che scoraggia anche il più appassionato dei ricercatori culturologici…).
Dal 2018 al 2020, prodotti in Italia 850 lungometraggi cinematografici?!
Siamo ancora in una tipica situazione di “trasparenza a metà”.
Si ha conferma di queste nebbie anche da un altro documento prodotto dalla Direzione Cinema e Audiovisivo, che abbiamo segnalato ieri su “Key4biz”, ovvero il dossier “Tutti i Numeri del Cinema Italiano” (pubblicato giustappunto ieri sul sito web della Dgca del Mic): a pagina 1 di questo dossier, si legge che in Italia sono stati prodotti nell’anno 2018 ben 273 film, che sono cresciuti a quota 325 film(!!!) nel 2019, per poi scendere a 252 film nel 2020.
Nell’arco di un triennio, quindi, ben 850 lungometraggi cinematografici.
Il dossier precisa che “per ‘film italiano prodotto nell’anno’, si intende il lungometraggio italiano che abbia ottenuto nulla osta per la proiezione in pubblico nel corso dell’anno”.
Naturale sorge la domanda: ma, al di là del “nulla osta” ministeriale, quanti dei 252 film italiani prodotti nel 2020 ha realmente visto la luca (il buio) di una sala cinematografica? Dove sono andati a finire questi film? Chi li ha visti?!
Non è dato sapere.
Ed è possibile leggere almeno l’elenco di questi film? No.
Nessuna fonte pubblica lo consente.
E ciò basti, a conferma di un perdurante deficit cognitivo che rende oggettivamente impossibile (almeno per un osservatore esterno alla pubblica amministrazione) comprendere qual è lo stato di salute reale del sistema cinematografico ed audiovisivo.
Autopoiesi?!
Che il sistema cinematografico e audiovisivo sia vivo è indubbio, forse anche grazie all’autopoiesi.
Senza far torto al colto e all’inclita, riportiamo come il dizionario della Treccani definisce “autopoiesi”: “autopoièṡi s. f.
. – In biologia, la capacità di riprodurre sé stessi che caratterizza i sistemi viventi in quanto dotati di un particolare tipo di organizzazione, i cui elementi sono collegati tra loro mediante una rete di processi di produzione, atta a ricostruire gli elementi stessi e, soprattutto, a conservare invariata l’organizzazione del sistema (spec. di fronte a mutamenti che possono intervenire nello spazio fisico in cui esso opera). Più in generale, il termine è riferito a ogni sistema la cui organizzazione si riproduce in forma invariata e in modo essenzialmente indipendente dalle modificazioni dello spazio fisico in cui esso opera”…
Quel che permane in dubbio è il reale stato di salute del cinema e dell’audiovisivo italiano. E, più in generale, dell’intero sistema culturale nazionale.
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