Da Articolo21 (02/03/23): Relazione annuale sull’Intelligence italiana (Dis + Aisi + Aise) per il 2022: evanescente ed autoreferenziale
L’innesto di un po’ di infografica enfatizzata come grande salto qualitativo. Permane trasparenza zero sulla struttura dei servizi: quante persone ci lavorano? Quanto costano allo Stato? Quali le procedure di cooptazione?
Martedì mattina a Roma, nella sede centrale dei servizi segreti italiani, a Piazza Dante, nell’elegante e… bianchissimo (colore dominante) Palazzo Dante, è stata presentata la rituale “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza”, curata dal cosiddetto “Comparto Intelligence” relativa all’anno 2022.
Erano stati annunciati, nell’invito da parte dell’Ufficio Stampa e Relazioni con i Media della Presidenza del Consiglio dei Ministri soltanto il Direttore Generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis), l’ambasciatrice Elisabetta Belloni ed il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano (già deputato e senatore di Alleanza Nazionale dal 1996 al 2008), il Presidente del Copasir il deputato Lorenzo Guerini (Partito Democratico).
Sul tavolo di presidenza, rispettivamente alla destra ed alla sinistra dei succitati, erano seduti Mario Parente, Direttore Generale dell’Aisi, e Giovanni Caravelli, Direttore Generale dell’Aise. Come è noto il Dis ha due anime, giustappunto i servizi segreti per l’interno e per l’estero. Va anche ricordato che la “triade” Belloni & Parente e Caravelli gode di un apprezzamento diffuso di tipo “bipartisan”…
Audience di una cinquantina di persone (per lo più barbe finte, ovviamente), una ventina di giornalisti. Pochissime le donne. Controlli ovviamente molto rigidi per l’accesso alla sala delle conferenze, nel cuore di Palazzo Dante.
Parterre de roi, considerando che in prima fila erano seduti il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il Ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo D’Urso, il Ministro della Difesa Guido Crosetto…
Il “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica” si pone come organizzazione “a protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici ed industriali dell’Italia”.
Impressione complessiva?!
Presentazione rituale, un po’ di infografica annunciata come se fosse una rivoluzione
Presentazione rituale, nulla di granché significativo: un’impressione di complessiva evanescenza.
Innovazione?! Per la prima volta è stato coinvolto nella presentazione il Presidente del Copasir, con la volontà di dimostrare la sintonia istituzionale tra Governo e Parlamento. Non esattamente una rivoluzione, ci sembra.
In particolare, ci ha colpito la grande enfasi che è stata posta sul “restyiling” editoriale e grafico della “Relazione”, rimarcando che l’innovazione principale è costituita dall’innesto di una quindicina di “infografiche”, su un fascicolo di 100 pagine in formato “libro” (17 x 24 cm): in verità, nulla di nuovo rispetto a quel che la più qualificata rivista italiana di geopolitica, qual è “Limes”, produce abitualmente da molti anni. Si ricordai che “Limes” – che si definisce “rivista italiana di geopolitica” – è stata fondata ed è diretta da Lucio Caracciolo, e si è affermata come uno dei più influenti e autorevoli luoghi di riflessione geopolitica in Europa.
Qual è la novità?!
Che i servizi italici abbiano deciso di adottare un minimo di “data visualization” nelle loro elaborazioni?!
Ci sembra francamente un po’ poco, per esaltare un presunto… “salto di qualità”.
“I servizi di informazione e sicurezza vengono usualmente dipinti come chiusi al mondo, oscuri. Invece grazie a questa relazione, si conferma l’apertura del mondo dell’intelligence non solo ai media ma anche a un confronto sulle valutazioni in essa contenute”, ha esordito il Sottosegretario Alfredo Mantovano. Cosa si dovrebbe apprezzare non ci è stato granché chiaro, ma certamente si tratterà di un nostro limite.
La versione evoluta (?!) della “Relazione” è stata apprezzata, dai presentatori – con toni simpaticamente autoreferenziali – per la sua “interattività”, volendo così significare che si tratta di un file in formato .pdf che consente una visualizzazione evoluta e dinamica: oh, perbacco!
Non abbiamo ancora avuto chance di leggere al meglio (finanche… studiare?!) la “Relazione” e quindi torneremo presto sul tema dal punto di vista contenutistico, ma le “sintesi” che sono state proposte dagli intervenienti non ci hanno fornito stimoli particolari: toni totalmente pacati (anzi dall’impostazione monocorde…), soprattutto da parte dei direttori di Aise ed Aisi, e veramente nulla di nuovo.
Di cosa si sono interessate le due agenzie nel corso del 2022?! Qualche “numero” è stato speso, nella “Relazione”, ma di poca utilità: osservando “l’output informativo” complessivo, per l’Aise si confermano le priorità e le percentuali dell’anno scorso: “Paesi” (41 %, era al 43 % del 2021), “terrorismo ed estremismi” (29 %, in flessione di un punto) e “immigrazione clandestina” (11 %, in crescita di un punto); per l’Aisi, invece “terrorismo ed estremismi” continuano a rappresentare la priorità, con due terzi dell’output (66 % contro il 69 % del 2021), e seguono “immigrazione clandestina” (17 %, che sale rispetto al 9 % dell’anno precedente) e “sicurezza economico-finanziaria” (8 %, stabile), correlata anche all’urgenza del Pnrr.
Da segnalare che nelle 100 pagine della “Relazione”, apparentemente nessuna attenzione è posta nei confronti del sistema dei media, e, più in generale, delle industrie culturali e creative: distrazione? rimozione?!
Proprio nulla di innovativo insomma, da questa sedicente “innovativa” relazione.
Il Sottosegretario Mantovano: le navi delle Ong stimolano l’incremento delle morti in mare…
Anche leggendo il profluvio di dispacci di agenzia, abbiamo avuto grande difficoltà ad identificare 1 questione una, che aggiungesse qualcosa di nuovo al set informativo ad oggi disponibile (fonti aperte) ed al dibattito politico (pubblico), se non forse un cenno del Sottosegretario Mantovano che ha sostenuto che la navigazione delle navi delle Ong a cavallo dei confini delle acque territoriale finirebbe per paradossalmente stimolare i mercanti di uomini e donne e quindi il flusso di barconi e barchini, e quindi le morti in mare… Tesi che ovviamente cozza con quelle tesi di naturale (ed umana) accoglienza recentemente ribadite anche alla Chiesa Cattolica ovvero da Papa Francesco, ed in particolare dal Presidente della Fondazione Migrantes della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), il vescovo (di Ferrara-Comacchio) Gian Carlo Perego…
Si tratterebbe invece, secondo Mantovano, di una valutazione “oggettiva”. Il Sottosegretario ha infatti sostenuto: “se io piazzo delle navi al limite delle acque territoriali, navi che non vengono chiamate per una specifica attività di soccorso in un caso particolare, ma navi che si collocano in prossimità delle acque territoriali aumento la probabilità che barchini partano nella certezza di incontrare queste navi rifugio. Ovviamente l’incremento di queste partenze di fortuna aumenta la possibilità di morti in mare”. Una bella provocazione intellettuale e politica!
La relazione entra a gamba tesa nelle polemiche di questi giorni dopo le dichiarazioni del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che aveva detto, dopo il naufragio di Crotone, che “la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”…
Letture veramente paradossali della realtà!
Su questa “relazione” – ovvero di sue precedenti edizioni – abbiamo già espresso in passato critiche di varia natura: si rimanda al nostro intervento del 19 aprile 2020 su “Articolo21”, dal titolo sintomatico: “Emergenza covid-19: i servizi segreti italiani sapevano e hanno omesso di dare adeguato allarme sulla pandemia?!?”.
Avevamo in mente di sottoporre anzitutto alla Direttrice del Dis alcune domande, ma non ci è stato consentito di porle, perché è stato limitata la quantità di interventi dei giornalisti. E curiosamente nessun collega ha posto domande minimamente critiche nei confronti del “sistema”… la gran parte degli interventi è stata concentrata di fatto sul “caso Alfredo Cospito”.
Eppure quello di questa mattina è stato – come ha sostenuto la stessa Belloni – “l’unico momento di comunicazione pubblica” dei servizi segreti italiani. Se ne riparlerà l’anno prossimo?!
Domande che vogliamo porre all’Ambasciatrice Belloni, Direttrice del Dis
Premesso che ci è stato impedito questa mattina (forse qualcuno aveva memoria delle domande “impertinenti” che abbiamo rivolto ai membri del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile durante la fase pandemica?!), poniamo su queste colonne alcune semplici domande, confidando che la “trasparenza” auspicata dalla stessa Direttrice del Dis (ovviamente nei “limiti di riservatezza” da lei evocati) stimoli la concreta elaborazione di risposte:
- Quanti sono i dipendenti del sistema italiano dell’intelligence, tra Dis ed Aisi ed Aise?! Che classi di età? Che titoli di studio? Da quali ambiti provengono? Quali politiche di genere?
- Qual è il costo complessivo annuo per lo Stato dell’attività dell’intelligence, quali sono le voci di spesa principali?!
- Qual è stata l’evoluzione storica, ovvero come sono andati evolvendosi diacronicamente il numero dei dipendenti ed il budget nel corso degli anni?
- Quali sono i criteri di selezione / cooptazione dei nuovi dipendenti del “sistema”?
- Quanti sono i giovani che sono stati cooptati nel corso degli ultimi anni e con quali criteri selettivi?!
- (…)
Si tornerà presto su questi temi. Se si vuole passare dalla teoria alla pratica, in termini di decantata “trasparenza” ed apertura dei servizi segreti alla società civile. Non riteniamo che le risposte a queste domande violino la naturale “riservatezza” dell’attività dell’intelligence italiana.
Clicca qui, per la “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza”, curata dal “Comparto Intelligence” (Dis + Aise + Aisi), relativa all’anno 2022, presentata il 28 febbraio 2023 a Roma.
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