Da Key4biz (25/10/23): Cinema, il Ministro Sangiuliano riforma le “commissioni” ministeriali chiamate ad assegnare milioni di contributi pubblici
Finalmente introdotto un emolumento per i “commissari” valutatori e selezionatori e una dotazione per le spese di funzionamento delle commissioni. Introdotte sanzioni pesanti per i certificatori infedeli.
C’è turbolenza, forte turbolenza nei cieli del cinema e dell’audiovisivo italiano, ed è difficile comprendere chi muove le fila del “dietro le quinte”, che mostra una scena sempre più agitata, giorno dopo giorno: anzitutto va osservato che, se “il Fatto Quotidiano” ha preso di mira il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per le sue attività di conferenziere e presentatore di mostre d’arte che usa farsi pagare con bei soldini, provocando la rabbia del Ministro Giuliano Sangennaro (che ha dichiarato di non averlo scelto lui e di preferire tenerlo a distanza), il quotidiano “Domani” sta martellando – attraverso la firma pungente di Stefano Iannaccone – da alcuni giorni sulle politiche cinematografiche, accusando il titolare del Collegio Romano di interventi decisionisti, repressivi ed illiberali.
Ricordiamo che Iannaccone è il giornalista che, giovedì della scorsa settimana (19 ottobre), ha rivelato la famigerata lettera del Ministro al collega Giancarlo Giorgetti, con la quale dichiarava disponibilità ad un taglio dei fondi pubblici a cinema e audiovisivo fino a 100 milioni di euro. A fronte di proteste di alcuni esponenti del settore, la riduzione budgetaria è stata ridotta a poco più di 50 milioni (il 5 % di riduzione standard applicata ai portafogli di tutti i ministeri più 14 milioni).
La vera notizia è però rappresentata non dai tagli ma dalla accelerazione della riforma dello strumento del “tax credit” e da una volontà di mettere mano a tutta la “Legge Franceschini”, che governa il sistema dal 2017.
Il Ministro della Cultura spinge il piede sull’acceleratore della annunciata riforma della Legge Franceschini su cinema e audiovisivo
E, qui, accadono… cose strane: dapprima il Presidente dell’Anica Francesco Rutelli che assurge a difesa degli interessi dei produttori che rappresenta e paradossalmente accusa il Ministero di deficit gestionali, puntando il dito – senza fare il nome, ovviamente – sul Direttore Generale Nicola Borrelli e quindi sul Ministro stesso Gennaro Sangiuliano. Abbiamo già evidenziato questa incredibile ipocrisia, su queste colonne lunedì scorso (vedi “Key4biz” del 23 ottobre 2023, “Anica difende a spada tratta le sovvenzioni, ma il Mic conferma i tagli”) e, grazie agli dèi, siamo in buona compagnia di qualche altro… “contestatore”: ci limitiamo a segnalare l’articolo caustico pubblicato questa mattina da una delle rare voci fuori dal coro, l’avvocato Michele Lo Foco, esperto di diritto dello spettacolo, sulle colonne di “Mondo Libero Online News”, intitolato ironicamente “Anicastelli”… . Merita essere segnalata anche un’altra voce dissidente, quella di Stefano Pierpaoli, appassionato organizzatore culturale ed agitatore politico in nome di un cinema libero ed indipendente, con un intervento anch’esso ironico, pubblicato ieri sul sito web Consequenze, “Caro Rutelli, con Barbie non si va lontano”…
Quel che stupisce (un po’) è che proprio oggi anche una delle testate giornalistiche generalmente “allineate” con le logiche autoconservative del sistema, ovvero “Box Office” (edita dal gruppo e-duesse, che pubblica anche “TiVù” e “Movie”, quest’ultima diretta al grande pubblico e distribuita in edicola), pubblichi un interessante dossier sulle “commissioni” ministeriali, ovvero sui 15 esperti (cosiddetti “i quindici saggi”) che sono chiamati ad esprimere pareri sul molte pratiche ministeriali di sostegno al cinema: la testata diretta da Vito Sinopoli lamenta che troppo grande e gravosa sia la responsabilità che ricade su queste persone (critici, avvocati, esperti…) e che il numero di questi “valutatori” dovrebbe essere aumentato (si segnala en passant che questi eletti quindici sono stati nominati dall’allora Ministro “dem” Dario Franceschini ed il loro mandato scadrà nel marzo 2024)… Si legge: “dal 2019, 15 professionisti del settore esaminano ogni anno circa 2.500 progetti audiovisivi per definire la graduatoria dei Contributi Selettivi a Produzione, Promozione e Scrittura di soggetti e sceneggiature, per un ammontare di circa 40-50 milioni di euro. Un lavoro enorme, di grande responsabilità, non privo di possibili conflitti di interesse che – soprattutto alla luce della scadenza della Commissione a marzo 2024 – richiederebbe più operatori per garantire più punti di vista e una maggiore profondità di valutazione”.
Oh, perbacco! Che una testata come “Box Office”, che da anni celebra il rinascimento (presunto) del sistema cinematografico italico (in buona compagnia con il mensile “Prima Comunicazione”), si ponga quesiti di questo tipo dubbio provoca… perplessità, per quanto le tesi espresse nell’articolo firmato da Valentina Torlaschi siano in gran parte condivisibili (vedi “Commissione Esperti del Mic: criticità e prospettive”).
Se qualche giorno fa, ci domandavamo a cosa fosse dovuto il silenzio totale della Presidente dell’Associazione dei Produttori Audiovisivi (Apa) Chiara Sbarigia, va osservato che il quotidiano confindustriale “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato ieri un suo lungo intervento, che rompe la curiosa assenza di segnali delle ultime settimane. Sbarigia (che – si ricordi sempre – è anche Presidente di Cinecittà, senza che nessuno – o quasi – segnali un qual certa incompatibilità tra i due incarichi) porta acqua al mulino della conservazione, segnalando quanto sia importante il sistema audiovisivo nell’economia nazionale, ricorda la “piena occupazione”, ecc. ecc. ecc. (no, per fortuna, non cita i “moltiplicatori”). Non aggiunge una virgola alle cose già note. Anzi stranote.
Questa mattina il quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi (che ha preso il posto di Stefano Feltri dall’aprile 2023) torna ad affrontare il tema “politiche cinematografiche”: viene quasi da pensare che, a fronte della modesta capacità di vendita in edicola del quotidiano “Domani”, si voglia fare di questo tema un tentativo di “appealing” per potenziali lettori… Stefano Iannaccone scrive, a piena pagina, “Film & Politica. Il nuovo cinema Sangiuliano. Il Mic deciderà chi finanziare”.
L’attento giornalista (che pure pare simpatizzare per le principali associazioni del settore, dai produttori dell’Anica ai creativi dei 100autori) ha scoperto che nella bozza della legge di bilancio 2024 vi sono sia delle norme che correggono alcune delle storture del finora tanto decantato “tax credit” sia delle norme che vanno a modificare l’assetto attuale del sistema in materia di processi valutativi e selezione dei contributi pubblici.
Il Ministro Gennaro Sangiuliano riforma le commissioni ministeriali, dotandole di un fondo per le spese di funzionamento: finalmente!
Rimandiamo ad altra sede gli interventi in materia di “tax credit” (ci sembra una correzione di rotta apprezzabile, ma ancora insufficiente), e vediamo cosa prevede la bozza della Legge di Bilancio, nella sua ultima versione (datata lunedì 23 ottobre), all’articolo 14, intitolato “Tax Credit Cinema”. Alla lettera “h.” del comma 1 di questo articolo, si legge che viene apportata una qualche modifica all’articolo 26 della “Legge Franceschini” (la n. 220 del 2016)…
A proposito della succitata commissione dei “15 saggi”…
Si legge:
« h) all’articolo 26, sono apportate le seguenti modificazioni: (…) 2) al comma 2, secondo periodo, le parole da «quindici esperti» a «effettivamente sostenute» sono sostituite dalle seguenti: «una Commissione composta da esperti nominati dal Ministro tra personalità di comprovata qualificazione professionale nel settore. Con decreto del Ministro si provvede, altresì, a disciplinare le modalità di costituzione e di funzionamento della Commissione, il numero dei componenti e, tenuto conto della professionalità e dell’impegno richiesto, la misura delle indennità loro spettanti ai fini del rispetto del limite di spesa di cui al comma 2-bis. »;
In sostanza, cosa significa: che sarà il Ministro a decidere, con un suo decreto autocratico, da quanti membri verrà formata la futura Commissione: potrebbero essere più dei 15 attuali (e si rimanda al curioso articolo odierno di “Box Office”…). E sarà lui a decidere come saranno scelti…
Quel che ci sembra fondamentale, e non meno apprezzabile, è quanto previso dal successivo comma:
« 3) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: «2-bis. Per le finalità di cui al comma 2, è autorizzata una spesa nel limite di 500.000 euro annui a decorrere dall’anno 2024. »
La successiva lettera “i.” riproduce quanto previsto dalla lettera “h.” e prevede la stessa dinamica per quanto riguarda la Commissione che deve valutare quanto previsto dall’Articolo 27 della Legge Cinema e Audiovisivo (questo è l’articolo che presiede il sostegno pubblico alla “promozione”, in primis i festival cinematografici): in questo caso, viene previsto un fondo di 200.000 euro l’anno per le indennità dei componenti e per le spese di funzionamento dei componenti.
Complessivamente, si assegnano 700.00 euro per consentire alle Commissioni (che, a questo punto, saranno due) di operare in modo tecnicamente più evoluto di quanto finora avvenuto, e di gratificare l’impegno tecnico dei selezionatori e valutatori.
Da molti anni, sulle colonne di “Key4biz” ma anche in altre sortite (pubbliche), abbiamo lamentato – anzi denunciato – l’assurdità per la quale la “eletta schiera” dei valutatori e selezionatori non riceve 1 euro di compenso, e nemmeno rimborsi spese: si tratta di una decisione assunta anni fa in tempi di “spending review”, male interpretata ed ancor peggio applicata, per cui si doveva tagliare-tagliare-tagliare le spese “inutili”.
Nei Ministeri italici ci sono gruppi di valutatori che gestiscono milioni e milioni di euro, senza essere remunerati. Il rischio di “accarezzamenti” impropri dei commissari è sempre latente
Risultati: che in molti ministeri (il problema non riguarda ovviamente soltanto il Ministero della Cultura) ci sono gruppi di esperti che debbono dedicare tempo ed attenzione “a gratis” (come s’usa dire a Roma). Per valutare “pratiche” che possono avere budget di poche migliaia di euro o di tanti milioni di euro…
Ne deriva che deve trattarsi di professionisti ricchi o tecnici benestanti, che dovrebbero svolgere questa attività per amor di Patria ovvero per amor di cultura: il che, sicuramente, nella maggioranza dei casi… è, ma è inevitabile pensare che talvolta possano emergere conflitti di interesse tra persone che talvolta “le mani in pasta” possono averle, magari come consulenti dell’associazione Alfa piuttosto che del festival Beta…
Ed è sempre il rischio di impropri… “accarezzamenti” da parte delle centinaia di postulanti.
Prevedere che ci sia un compenso per le spese di funzionamento della nuova Commissione è una decisione saggia, una piccola ma significativa decisione di vera “politica culturale”, che merita grande encomio, perché consente di superare una storica ipocrisia del sistema.
Conseguenze nell’immediato?! Di fatto, nessuna, perché l’iter della Legge di Bilancio non è certamente veloce, e quindi si presuppone che l’attuale Commissione continui ad operare fino a naturale scadenza, ovvero il marzo 2024. Si dovrà quindi attendere qualche mese, senza escludere che un qualche emendamento “trasversale” possa killerare la norma durante l’iter complesso della legge…
È però evidente che il Ministro Gennaro Sangiuliano ha inteso inviare un preciso segnale.
Nello stesso articolo della bozza della Legge di Bilancio, vengono introdotte sanzioni amministrative pesanti che coloro che certificano i costi con dichiarazioni infedeli: il comma 5 prevede una sanzione “da 10.000 euro a 50.000 euro per ciascuna certificazione infedele”.
Di fatto, si riconosce così l’esistenza di costi finora gonfiati e di fatturazioni fantasiose, a danno dello Stato, con la connivenza di certificatori compiacenti… E nel silenzio delle associazioni di imprenditori, in primis l’Anica, che si è improvvisamente destata dal torpore degli ultimi anni.
Un plauso, quindi, al Ministro Gennaro Sangiuliano.
Lentamente, molto lentamente, qualcosa sta cambiando.
La via intrapresa è quella giusta, per garantire al sistema trasparenza ed efficienza, in nome di un “policy making” che sia efficace ed illuminato.
Senza ridurre, ma anzi estendendo, lo spettro del pluralismo.
Anche se alcuni osservatori, partigiani, come lo stesso Stefano Iannaccone su “Domani”, sostengono che si tratterebbe di una decisione illiberale e distorsiva: “con una commissione a immagine e somiglianza del ministro, si tornerà a un meccanismo di politicizzazione che il precedente ministro, Dario Franceschini, aveva preferito eliminare”, scrive.
Prevale ancora in molte nomine pubbliche una discrezionalità eccessiva, anzi assoluta: una patologia che va curata in nome di trasparenza, efficienza, efficacia, meritocrazia
Tesi, questa di Iannaccone, assolutamente infondata, perché la Commissione attuale, ovvero i 15 “saggi”, sono stati scelti dal predecessore di Sangiuliano, esattamente con la stessa logica: discrezionalità assoluta, esercizio pratico di… “politicizzazione”. Se c’era prima (discrezionalità – la definiremmo – piuttosto che “politicizzazione”) ci sarà ancora adesso.
Prevale ancora un uso improprio dell’“intuitu personae”
Si tratta del famoso “intuitu personae”, che consente al titolare del Ministero di cooptare chi meglio ritiene: basta che abbia dei requisiti minimi di dignità (il che comunque – ahinoi – non sempre accade…).
Su questo tema, se plaudiamo alla scelta di Sangiuliano, restiamo ancora increduli rispetto ad alcune nomine: come soltanto questa testata giornalistica ed IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale hanno segnalato (denunciato?!), qualche mese fa è stato cooptato nel Consiglio di Amministrazione di Cinecittà Giuseppe De Mita, il figlio del mitico Ciriaco, le cui competenze specifiche in materia di cinema e audiovisivo sono ignote ai più, nominato il 1° marzo 2023 (vedi “Key4biz” del 20 gennaio 2023, “Cinecittà: da Bettini a De Mita? Rai: in arrivo la Commissione di Vigilanza. Il Presidente sarà “in quota” M5s” e successivamente del 22 marzo 2023, “Un De Mita nel cda di Cinecittà, intanto oggi sciopero delle troupe cinematografiche”).
Anche questa opinabile scelta è da attribuire a Gennaro Sangiuliano.
E reca sempre la firma del Ministro la nomina di Sergio Castellitto alla guida del Centro Sperimentale di Cinematografia e la cooptazione di persone di qualità (il nuovo Cda è entrato formalmente in carica da martedì scorso 24 ottobre 2023), tra le quali emerge però un… Carneade, rispetto al quale nessuno ha potuto (voluto) dare spiegazioni: si tratta di Mauro Carlo Campiotti (si rimanda al nostro intervento su “Key4biz” del 4 ottobre 2023, “Il Ministro Sangiuliano nomina il nuovo Cda del Centro Sperimentale di Cinematografia: Castellitto Presidente”).
Un Carneade nel Cda del Centro Sperimentale di Cinematografia?! E che dire della cooptazione di Manuela Cacciamani (One More Pictures) nel cda della Fondazione Cinema per Roma?
Del signor Campiotti, non si ha pubblica notizia, né dal sito web del Csc (che non pubblica il curriculum) né da una qualche semplice ricerca sul web.
Però… scavando scavando (ma questo diviene veramente… giornalismo investigativo!)… si ritrova uno sceneggiatore con questo nome, che ha presentato istanza di contributo al Ministero della Cultura nel 2020, per una opera intitolata “Il Marrone” (ispirato dalla vita di Calogero Marrone, antifascista di Favara, ucciso a Dachau, proclamato un “Giusto tra le Nazioni”), proposta dalla società di produzione Mauca Film srl di Varese – società di cui lo stesso Campiotti risulterebbe essere amministratore – che è stato bocciato dalla Commissione ministeriale (vedi supra?!)… Poche righe su Linkedin confermano che “Mauro Campiotti” si autodefinisce “libero professionista cinematografia e film”, ovvero “regista e sceneggiatore”, che opera con la Mauca srl da ben 43 anni… Scavando ancora, dovrebbe essere lo stesso Campiotti regista di un film del 2011, “Il cantico di Maddalena” (dedicato a Caterina Sordini, fondatrice delle Monache Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento), opera di cui non si riscontra traccia sul “Morandini” edizione 2023…
Insomma, ma chi è Mauro Carlo Campiotti? Perché è stato scelto lui e non… Mario Rossi?! Sarà forse stato espresso dal Dis – Dipartimento Informazioni di Sicurezza?!
Si noti che il Parlamento ha espresso parere favorevole, sulle nomine del Cda del Csc, il 17 ottobre scorso (si segnala che Pd e M5s e Alleanza Verdi Sinistra non hanno partecipato alla nomina).
I nostri parlamentari avranno avuto accesso al cv di Campiotti?!
E ancora: qualcuno si è forse domandato perché la potente Manuela Cacciamani, titolare della pregiata ditta One More Pictures (che tra l’altro presidia gli interventi di RaiCinema nella preziosa nicchia della “Virtual Reality”) è stata cooptata, nel giugno scorso, nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cinema per Roma, per decisione (discrezionale) della Regione Lazio. Cacciamani è molto stimata dal Presidente dell’Anica Francesco Rutelli ed è Presidente dell’Unione e Creators Digitali dell’associazione (ovvero dell’Unione Editori Media Audiovisivi). In questo caso, si tratta di un cv senza dubbio di qualità, ma possibile che nessuno abbia dato notizia di questa cooptazione e si sia domandato “come” e “perché” lei e non altri?!
Qualcuno si è posto il problema, che è sostanzialmente lo stesso, passando dal noto Giuseppe De Mita allo sconosciuto Mauro Carlo Campiotti?!
Esiste ancora in Italia una civile speranza di meritocrazia e tecnocrazia e trasparenza, oppure si deve arrivare alla conclusione che si tratta di pura illusione?!
Su queste procedure di nomina discrezionale – così come su quelle delle commissioni ministeriali che verranno… – auspichiamo che il Ministro Gennaro Sangiuliano abbia la volontà di innovare, non ripercorrendo le oscure vie del passato…
Che si eserciti finanche l’“intuitu personae”, ma magari previa procedura valutativa comparativa (pubblica) dei curricula attraverso pubbliche “call” (ovvero inviti a candidarsi, previa una indicazione di requisiti minimi essenziali)…
Questa sì sarebbe una “rivoluzione”, da applicare anche alla maggiore industria culturale italiana qual è la Rai, così come alle “authority” cosiddette “indipendenti”, a partire dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni…
Nelle more, ahinoi, le pratiche basse dell’“aumm aumm” continuano a riprodursi.
Clicca qui per leggere l’articolo 26 della Legge di Bilancio 2024, intitolato “Tax Credit Cinema”, bozza 23 ottobre 2023.
[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.
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