Da Key4biz (29/04/2024): Si disvela il mistero della riforma della Legge Cinema e Audiovisivo? Oggi la Sottosegretaria Borgonzoni incontra le categorie (produttori e autori)
Annotazioni “antropologiche” di un viaggio a Napoli, dal Comicon al Museo Archeologico passando per Scampia…
L’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, nella sua diuturna attività di monitoraggio delle politiche culturali, delle economie mediali, delle dinamiche sociali, è in grado di anticipare la notizia che oggi pomeriggio, lunedì 29 aprile 2024, sarà forse finalmente possibile comprendere come si andrà a concretizzare la riforma della Legge Cinema e Audiovisivo del 2016 (la cosiddetta “Legge Franceschini”), annunciata ormai da molti mesi, e rispetto alla quale permane ancora una cappa di misteriose nebbie: la Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni ha infatti convocato una decina di associazioni del settore (di imprenditori ed autori), per annunciare loro la imminente pubblicazione dei decreti che andranno a modificare sia le logiche del controverso “tax credit” sia le logiche dei non meno controversi “aiuti selettivi”. Il primo decreto, in sequenza temporale, dovrebbe essere quello relativo al cosiddetto “tax credit produzione”.
Purtroppo, queste riunioni avvengono ancora “a porte chiuse”, allorquando si ha ragione di ritenere che esse dovrebbero essere aperte a tutti gli operatori del settore (che non sono peraltro rappresentati tutti dalle associazioni, associazioni il cui peso rappresentativo dovrebbe a sua volta essere oggetto di misurazioni e valutazioni, il che ad oggi non avviene), ed essere trasmesse in diretta e streaming, dato che si tratta di iniziative che riguardano tutta la comunità professionale (e finanche – sia consentito – direttamente o comunque indirettamente la società civile).
Perduranti misteri della “politica culturale” italiana: che fine ha fatto il “riparto” dei 700 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo, approvato a maggioranza dal Consiglio Superiore il 3 aprile?
Ci sono ancora, in effetti, dinamiche curiose, nelle politiche culturali italiane: eclatante il caso del “riparto” dei 700 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024, che il Ministro Gennaro Sangiuliano ha deciso di ridurre rispetto ai 750 milioni dell’anno 2023…
Questo documento, a fine aprile 2024, non è ancora di pubblico dominio, sebbene esso sia stato approvato dal massimo organo di consulenza del Ministero, qual è il Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo (Csca) il 3 aprile 2024 (vedi da ultimo “Key4biz” di venerdì 24 aprile 2024, “Antonio Scurati Presidente Rai, contromossa della Premier Meloni?”), a maggioranza, da parte degli 11 membri.
Peraltro nessuno dei componenti del Consiglio (presieduto dall’avvocato Francesca Assumma) ha ritenuto di renderlo pubblico il “riparto”, nemmeno i membri che sono “in rappresentanza” delle associazioni (nel caso in ispecie, Anica e Cna Cinema e Audiovisivo per le imprese ed Anac per i creativi), e soltanto qualche notizia è trapelata (come se si trattasse di un testo sottoposto a secretazione!): tra esse, quella senza dubbio più importante – già segnalata di IsICult – è la riduzione del 40 % budget relativo al “tax credit” per il 2024 per la produzione rispetto all’anno 2024…
E che dire (come già segnalavamo anche nel succitato articolo IsICult per Key4biz di mercoledì scorso 24 aprile), della assurdità di una relazione sulla “valutazione di impatto” della “Legge Franceschini” (la n. 220 del 2016), per l’anno 2022 (duemilaventidue), che il Ministro Gennaro Sangiuliano ha finalmente trasmesso al Parlamento il 9 aprile 2024, che risulta annunciata nell’aula del Senato il 16 aprile, e che, a distanza di due settimane dall’annuncio a Palazzo Madama… non è ancora stata pubblicata su web?!
E che dire della “valutazione di impatto”?
E che dire della “valutazione di impatto” della Legge Cinema e Audiovisivo per l’anno 2023 (duemilaventitre), il cui bando è stato annullato (revocato in autotutela) dalla Direzione Cinema e Audiovisivo (Dgca) guidata da Nicola Borrelli, il 6 aprile 2024, senza che, a distanza di tre settimane, sia stato pubblicato l’annunciato nuovo avviso? Senza dimenticare – peraltro – che questa relazione, per legge, deve essere trasmessa al Parlamento entro il… 30 settembre di ogni anno?
Chi cura queste noterelle ha deciso di distrarsi, rispetto a queste dinamiche, e si è concesso qualche giorno di relax, tra Napoli e Venezia.
Nelle more della visita della Biennale Arte 2024, intitolata in questa edizione n° 60, certamente in controtendenza rispetto al set valoriale dell’attuale Governo, “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” (kermesse che è stata aperta al pubblico da sabato 20 aprile, dopo i rituali quattro giorni di pre-inaugurazione), il curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” ha deciso di andare a Napoli per tre ragioni (per diletto intellettuale ed estetico, ma anche studio sul campo): visitare il Comicon (che si propone come festival multimediale di “cultura pop”); rivisitare il Museo Archeologico Nazionale (il “Mann”); affacciarsi alle “Vele” di Scampia…
Questa esplorazione (tra il sociologico, e il mediologico, e l’antropologico…) ha prodotto diversi risultati, e le annotazioni che seguono offrono una sintesi.
La kermesse “Comicon”, giunta all’edizione n° 22, organizzata presso la Fiera d’Oltremare di Napoli (di fronte al mitico Stadio Maradona), si pone come occasione di incontro di decine di migliaia di giovani (pre-adolescenti, adolescenti, età media inferiore ai 20 anni…) appassionati di “anime”, “manga” e di “cosplayer”: l’iniziativa napoletana compete con una kermesse simile, qual è il “Romics” di Roma (che è giunto alla edizione n° 32 poche settimane fa, organizzato presso la Nuova Fiera di Roma), anche rispetto ai numeri…
Nella sola giornata di sabato 27, circa 50mila visitatori, che affollavano centinaia di stand e spazi espositivi (soprattutto venditori di manga, fumetti, gadget, alcune case editrici, mercanti di oggetti correlati la “merchandising” di personaggi la gran parte dei quali sfugge al pubblico “mainstream”…). Da segnalare la presenza anche di uno stand del Ministero della Cultura: nella giornata di apertura, il 25 aprile, lo scrittore John Ronald Reuel Tolkien è stato al centro del dibattito “Tolkien: altre menti e altre mani”. Le opere dell’autore del “Signore degli Anelli” e de “Lo hobbit”, che lo hanno reso uno degli autori più letti al mondo, hanno ispirato artisti, scrittori, musicisti: non poteva quindi mancare il settore del fumetto. Diverse le parodie e gli adattamenti ispirati alle storie della Terra di Mezzo, così come i tributi e gli omaggi presenti nelle strisce più celebri, tra cui Capitan America, Tex, Dylan Dog, Zagor e Topolino. Lo stesso Tolkien è stato protagonista di storie e fumetti. Si è trattato di un appuntamento per scoprire le “altre menti e altre mani” che hanno continuato a dar vita al mondo tolkieniano, insieme ad Oronzo Cilli, curatore della mostra promossa dal Mic “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”, aperta fino al 2 luglio 2024 al Palazzo Reale di Napoli, ad Antonio Arzilli e al fumettista Disney Fabio Celoni, moderati da Davide Gazzillo. A un evento destinato a un pubblico prevalentemente giovane, inoltre, il Ministero della Cultura ha portato due iniziative che rendono la cultura accessibile e coinvolgente per i ragazzi: nello stand istituzionale al Padiglione 1 i visitatori hanno ricevuto informazioni dettagliate sui progetti “Carta della Cultura” e “Carta del Merito” e “Fumetti nei Musei”. Si ricordi che dal 31 gennaio di quest’anno la Carta della Cultura e la Carta del Merito hanno sostituito il “Bonus Cultura 18 App”: questi strumenti elettronici offrono agli studenti nati nel 2005 un buono per i consumi culturali, tra cui anche fumetti, “manga” e “graphic novel”. Fino al 30 giugno, è possibile richiedere entrambe le Carte: ciascuna è individuale, nominativa e del valore di 500 euro ed è utilizzabile entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno in cui i beneficiari si sono registrati sulla piattaforma. Le due Carte sono cumulabili tra loro. Il Mic ha proposto al Comicon anche l’iniziativa “Fumetti nei Musei” della Direzione Generale Musei in collaborazione con la casa editrice Coconino Press – Fandango e il supporto di Ales spa: una collana di “graphic novel” capace di raccontare le collezioni del patrimonio museale italiano con storie avvincenti che fondono elementi storici e artistici con la creatività dei fumetti…
Per chi (“agée”…) non ha mai avuto occasione di frequentare queste iniziative, si consiglia vivamente l’esperienza: si tratta di kermesse dalle quali è possibile comprendere elementi fondanti la “Weltanschauung” delle giovani generazioni, dalla “Generazione Z” (i nati dal 1997 al 2012) alla “Generazione Alpha” (dal 2013 ad oggi)… Si tratta di occasioni di incontro psico-sociale che non sono state ancora adeguatamente studiate dalla sociologia italica e nemmeno dalla ricerca accademica e che pure rappresentano uno “spaccato” di un mondo dominato dai “social network” e dalle loro logiche.
Sia Comicon sia Romics si caratterizzano anche per incontri qualificati con autori ed esperti del settore (che pure si perdono nella gran confusione di programmazioni affollate di iniziative; a Lucca Comics – l’iniziativa storica del settore, giunta nel 2024 alla 58ª edizione il livello è più evoluto), ma quel che emerge è la quantità impressionante di ragazze e ragazzi abbigliati nelle fogge più strane ed eccentriche, ma tutti emulando personaggi di serie televisive a cartoni animati (anime) e fumetti (manga), prevalentemente orientali. Per chi vuole approfondire lo studio di queste opere (gli “anime” soprattutto), si rimanda al massimo esperto, a livello internazionale, il professor Marco Pellitteri, un eccellente italico cervello “in fuga”, che ha lasciato il nostro Paese ed insegna come accademico in Cina…
Aspetti positivi e negativi del fenomeno “cosplayer”
Due sono le osservazioni su questi “cosplayer” (la parte più attiva del pubblico di queste manifestazioni): una positiva, una negativa…
Positiva. Nella emulazione dei loro “eroi” ed “eroine”, la forma fisica dell’“originale” sembra divenire irrilevante, e quindi è evidente nessun rischio (o timore) di “body shaming”. Anche eroine originalmente dalla forma silfidea vengono “riprodotte” ovvero riproposte in corpi assai – per capirci – mediterranei, senza alcuna paura di sfigurare… Si tratta di un fattore identitario senza dubbio positivo, perché evidenzia la sostanziale liberazione da modelli fisici-estetici storicamente standardizzati.
Negativa. Al tempo stesso, emerge un fattore negativo, perché si tratta di persone che – evidentemente – non brillano per originalità identitaria e sentono il bisogno di “copiare” un identikit mediale di successo o comunque famoso, anche se in nicchie sub-culturali… Anche il fenomeno dei “cosplayer” non è ancora stato oggetto di studi approfonditi in Italia…
Da segnalare a Napoli (Comicon) più che a Roma (Romics) una grande diffusa passione per la musica pop della Corea contemporanea (Corea del Sud, naturalmente): quel “K-Pop” che propone invece una “visione” estetica molto rigida, sia per le ragazze sia per i ragazzi, basata su alcuni stereotipi in qualche modo classici, ovvero su forme di bellezza tradizionale (a partire dalla magrezza)… A Napoli, abbiamo assistito a migliaia di ragazze e ragazzi entusiasti per concorsi di emulazione “K-Pop”, ovvero di ballerini che riproducono i passi dei loro beniamini… Si tratta di “mondi paralleli” (sotto-mondi culturali ovvero mondi sub-culturali) che sfuggono alla comprensione di chi non si dedica allo studio di queste fenomenologie… Su questi fenomeni, letti in chiave internazionale, si rimanda ad un recente saggio di Giacomo Natali, “Geopolitica pop. conflitti, simboli e identità dal K-pop a Masha e Orso”, edito da Treccani nell’ottobre 2023.
Tra “cultura bassa” e “cultura alta” (e viceversa): dal Comicon al Mann, passando per Scampia…
Passando da culture “basse” a culture “alte” (ovviamente autoironizzando su queste sorpassate tassonomie “ideologiche”), una visita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (il “Mann”) ci ha confermato lo stato non eccellente delle “cose museali” italiche: nonostante l’enorme ricchezza di reperti e di opere, si tratta di un museo che conferma la frequente sciatteria nella gestione dei beni culturali nazionali. Alcuni elementi critici (in ordine sparso): prezzo alto, 22 euro, senza alcuna distinzione tra turisti stranieri e cittadini italiani; applicazione per smartphone per la mappa del museo non funzionante; pannelli scritti a caratteri di difficile leggibilità, e senza una minima contestualizzazione e approccio critico; illuminazione totalmente inadeguata per molte aree del museo; condizioni inqualificabili delle toilettes; impossibilità di pagare con bancomat per acquistare il catalogo (questo sì offerto a prezzo onesto, 22 euro, edito da Electa) e di emissione di fattura perché “il software non funziona da due giorni, e ci stanno ancora lavorando in tecnici” (testuale)… E, come chicca, la “cafeteria” del museo che vende un bicchiere di succo di frutta a 4 (quattro euro)… Nonostante questo, il Mann registra circa 500.000 visitatori l’anno, che si traducono in una media di poco meno di 1.400 al giorno… Poca cosa rispetto ai 50.000 visitatori al giorno di Comicon (che ha registrato un “overbooking” per tutte e quattro le giornate, da giovedì a domenica). E ci domandiamo quanti dei 200.000 giovani visitatori del Comicon abbiano mai varcato la soglia del Mann…
Una breve visita a Scampia, alla ricerca della libreria “La scugnizzeria” (purtroppo era chiusa venerdì scorso), ovvero degli “spacciatori di libri”, promossi dall’intrepido Rosario Esposito, che cerca di rompere gli stereotipi su questa zona degratata di Napoli (considerata da alcuni una delle maggiori “piazze di spaccio” di tutta Italia). Le 3 “vele” (le uniche sopravvissute delle 7 originarie, demolite tra il 1997 ed il 2020) si presentano oggi in condizioni visivamente ed esteticamente inquietanti: gran parte degli appartamenti sono vuoti ed è evidente il complessivo stato di abbandono … Da segnalare che, a poche centinaia di metri, v’è quella Piazza Ciro Esposito, che è stata una delle “location” della trasmissione “Nuova scena”, prodotta da Netflix (ovvero Fremantle), condotta da Geolier, Fabi Fibra, Rose Villain, che ha proposto un contest nazionale dei “rapper” italici emergenti…
Su queste noterelle estemporanee, diamo appuntamento ai nostri (pochi ma affezionati) lettori, per nuove avventure nelle oscure lande della politica culturale italica, con una citazione in tema: “Signorina Teschmacher, alcuni possono leggere ‘Guerra e pace”, e pensare che sia solo un libro di avventure, altri leggono gli ingredienti su una cartina di chewing gum e scoprono i segreti dell’universo” (cit. Lex Luthor, acerrimo nemico di Superman).
[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.
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