Cinema e audiovisivo: finalmente arrivano i primi decreti per rimettere in moto il settore. A bando 11,5 milioni di euro per la promozione della cultura cinematografica e audiovisiva nel 2024, di cui 7 milioni per i festival. Esattamente lo stesso budget dell’anno 2023

Non sarà certamente stato determinato dall’ennesimo “appello” indirizzato al Ministro della Cultura dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale sulle colonne di questo quotidiano online (da ultimo nell’edizione di giovedì scorso, vedi “Key4biz” del 20 giugno 2024, “CdA Rai, nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Cinema e audiovisivo: tutto fermo, il 27 giugno nuova manifestazione di protesta dei lavoratori”), ma la lunga ed estenuante attesa per i “decreti” riguardanti il nuovo corso della “Legge Franceschini” sembra stia finalmente per finire. 

L’indomani rispetto alla nostra ultima segnalazione (giovedì 20), sul sito del Ministero della Cultura, ovvero della Direzione Cinema e Audiovisivo (Dgca), venerdì 21 giugno sono stati alla fin fine pubblicati 2 degli almeno 10 decreti tanto attesi: si tratta dei bandi “Promozione” e “Qualifica sale d’essai e contributo attività 2023”.

Alleluja.

Concentriamo l’attenzione sul primo di questi 2 bandi, che riteniamo particolarmente importante: il bando “Promozione” giustappunto.

In sostanza, l’edizione 2024 dell’avviso ricalca quella del 2023, a partire dalla dotazione budgetaria, che non è stata purtroppo modificata (11,6 milioni di euro): e quindi si tratta di una “riproduzione” inerziale, sebbene sia oggettiva e diffusa l’esigenza di agire sulla leva della promozione culturale del cinema e dell’audiovisivo per stimolare sia la fruizione in sala dei film, sia per le esigenze più generali della miglior alfabetizzazione e coscientizzazione audiovisiva… 

Si tratta di una somma veramente modestissima, ai limiti del ridicolo, rispetto al totale di ben 696 milioni di euro previsti dal “piano di riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024: meno del 2 % (due per cento del totale). Si ricorda che questo “riparto” è stato sottoposto dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (Dgca) al Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo il 3 aprile 2024: il Csca (presieduto dall’avvocato Francesca Assumma) ha approvato il riparto senza chiedere modificazioni di sorta (si osservi che il decreto di nomina del Consiglio era stato approvato pochi giorni prima il suo insediamento) ed il decreto è stato firmato dal Ministro Gennaro Sangiuliano il 16 aprile 2024, e pubblicato soltanto l’11 maggio 2024.

Il bando della Dgca dedicato alla promozione ha un budget totale di 11,45 milioni di euro destinati alla realizzazione, in Italia e all’estero, di:

  • progetti di sviluppo della cultura cinematografica e audiovisiva: dotazione di 2,95 milioni di euro (stesso budget del 2023, al netto di 150.000 assegnati alla “valutazione di impatto” della Legge Franceschini per l’anno 2024);
  • festival, rassegne e premi cinematografici e audiovisivi: dotazione di 7 milioni di euro (stesso budget del 2023);
  • attività di acquisizione, conservazione, catalogazione, restauro, studio, ricerca, fruizione e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo svolte dalle cineteche: dotazione di 1,5 milioni di euro (stesso budget del 2023).

L’avviso si rivolge a enti pubblici e privati, fondazioni, comitati e associazioni culturali e di categoria, aventi come finalità statutaria o attività principale la promozione del cinema e dell’audiovisivo in Italia e all’estero, e a università ed enti di ricerca, istituti dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Le iniziative per le quali si richiede il contributo devono essere realizzate nel periodo fra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024.

Il contributo viene assegnato nel limite massimo dell’80 % dei “costi ammissibili” e sarà in ogni caso compreso tra 10mila e 400mila euro, in base al punteggio assegnato all’iniziativa. 

La richiesta di contributo deve essere presentata attraverso la piattaforma Dgcol dal 1° al 28 luglio 2024.

Tra le novità del 2024, una semplificazione della rendicontazione, e soprattutto l’introduzione di un “tetto” nell’assegnazione dei contributi, che in verità sembra penalizzare soltanto la manifestazione che, negli ultimi anni, aveva visto crescere in modo piuttosto sproporzionato il sostegno pubblico: si tratta dell’Ente Autonomo Giffoni Experience (fondato e guidato da Claudio Gubitosi), che nel 2023 ha beneficiato di un contributo di ben 950.000 euro per l’edizione n° 53 del “Giffoni Film Festival”. 

Solo 5 degli altri 147 festival sostenuti del Ministero superava l’anno scorso il tetto dei 200.000 euro. 

16 kermesse assorbono la metà dello stanziamento pubblico a favore dei festival cinematografici: 3,44 milioni sul totale di 7 milioni nel 2024

A parte Giffoni (col suo quasi 1 milione di euro di sovvenzione), sono stati soltanto 15 i festival che hanno superato la soglia dei 100.000 euro nel 2023  (in ordine decrescente): 

  • 250.000 euro, l’Associazione Culturale Magna Grecia Eventi, per l’edizione n° 19 del “Magna Grecia Film Festival
  • 245.000 euro, l’Associazione Culturale Giornate degli Autori, per l’omonima iniziativa, giunta alla edizione n° 20
  • 235.000 euro, l’Associazione Culturale AcPlaytownRoma, per la rassegna “Alice nella Città” edizione n° 21
  • 210.000 euro, per l’Istituto Capri nel Mondo, per il “Capri Film Festival” 2023 edizione n° 28
  • 200.000 euro, per l’Accademia Internazionale Arte Ischia, per l’edizione n° 21 del 2023 del “Global Film Festival” di Ischia (va segnalato che il fondatore di “Capri Film Festival” è lo stesso del “Global Film Festival”, e quindi Pascal Vicedomini beneficia di oltre 400.000 euro di contributo pubblico per le due sue kermesse)
  • 180.000 euro, la Fondazione Pesaro Nuovo Cinema, per l’edizione n° 59 della “Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
  • 160.000 euro, Approdi, per il “Bellaria Film Festival” edizione n° 41
  • 155.000 euro, lo Studio Cooperativa, per il “Noir in Festival” edizione n° 33
  • 140.000 euro, la Fondazione Taormina Arte Sicilia, per l’edizione n° 69 del “Taormina Film Fest
  • 135.000 euro, le Giornate del Cinema Muto, per l’edizione n° 42 dell’omonimo festival
  • 130.000 euro, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, per l’edizione n° 38 della “Settimana Internazionale della Critica (Sic”)
  • 120.000 euro, l’Associazione Culturale Visivamente, per il “Festival Nazionale del Cinema e della Televisione della Città di Benevento” edizione n° 7
  • 120.000 euro, Duesse Communication, per “Best Movie Comics and Games 2023” edizione n° 2 (Duesse Communication è il gruppo editoriale che pubblica testate giornalistiche settoriali come “Box Office” e “TiVù” e “Best Movies”)  
  • 110.000 euro, l’Apulia Film Commission, per il “Bari International Film Festival” (Bif&St) edizione n° 14
  • 100.000 euro, Bergamo Film Meeting onlus per l’edizione n° 41 del “Bergamo Film Meeting International Film Festival

Questi 15 festival hanno assorbito 2,490 milioni di euro, che, sommati ai 950.000 di Giffoni, portano ad un totale di 3,440 milioni di euro, corrispondenti al 49 % del totale dei 7 milioni assegnati all’insieme dei festival cinematografici e audiovisivi… 

Un livello di concentrazione non indifferente, si osserverà.

Si segnala che, a fronte dei 148 festival “vincitori”, ben 117 non hanno ottenuto il sostegno statale (il totale delle istanze è stato di 265, quindi il 44 % dei partecipanti è risultato escluso).

Fin qui gli aspetti – per così dire – “burocratici”.

Le criticità del “cronoprogramma” ministeriale per il bando “Promozione” cine-audiovisiva

Approfondiamo alcune questioni, rispetto alle quali emergono immediatamente alcune criticità, soprattutto in relazione al “cronoprogramma” ministeriale:

  1. il bando “Promozione” viene pubblicato verso la fine del 6° mese dell’anno (21 giugno), e prevede l’assegnazione del contributo pubblico ad iniziative che si svolgono dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024: ne consegue – per capirci – che una iniziativa realizzata nei primi 6 mesi dell’anno in corso deve attendere l’esito della valutazione da parte della commissione ministeriale, per sapere se vedrà confermato il contributo statale (e per quale entità?!)… “ex post” (rispetto alla conclusione dell’iniziativa); se si tratta di una “prima istanza”, e l’iniziativa è stata già realizzata nei primi mesi dell’anno, l’alea è evidentemente ancora maggiore, ed inquietante (incertezza assoluta);
  2. il bando in questione è quasi “in fotocopia” rispetto a quello relativo all’anno 2023: la domanda naturale è: perché – dato che non ci sono state modifiche strutturali al bando – è stato firmato con 2 mesi di ritardo rispetto al bando omologo dell’anno scorso, che era stato pubblicato il 21 aprile 2024 (anche quello ovviamente relativo al periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno in corso)?! 
  3. si consideri che nell’edizione 2023 (pubblicato il 21 aprile) la scadenza per la presentazione delle istanze era stata fissata dapprima al 15 maggio 2023, successivamente spostata al 1° giugno 2023, ma i risultati della selezione sono stati pubblicati soltanto il 17 ottobre 2023, quindi oltre 3 mesi e mezzo dopo la scadenza; quest’anno, essendoci un ritardo nella pubblicazione del bando (21 giugno) ed una scadenza a fine luglio), si corre il rischio che i risultati appaiano verso la fine dell’anno (!!!).

Evidente è la perdurante patologia del processo amministrativo, rispetto al quale nessuna “correzione di rotta” è stata purtroppo messa in atto dal Collegio Romano…

Stupisce che il soggetto che rappresenta oltre 100 dei circa 500 festival cinematografici italiani (stime IsICult), l’Associazione Festival Italiani di Cinema Afic, presieduta da Pedro Armocida (che dirige peraltro la Mostra del Cinema di Pesaro, che nel 2023 ha beneficiato di 180.000 euro; si ricordi che Armocida era stato cooptato tra i “15 saggi” della Commissione Esperti nominata dall’ex Ministro Dario Franceschini nel marzo 2022, dalla quale si è poi dimesso), non abbia manifestato (almeno pubblicamente), nel corso del tempo, particolari lamentazioni rispetto a questo andamento “lento” nel sostegno pubblico ai festival. 

La domanda che sorge naturale nel lettore non esperto di queste “burocrazie culturali” è: con quali criteri vengono assegnati questi danari pubblici, e perché ad un festival 1 milione di euro ad un altro 100.000 euro ed a un altro ancora 10.000 euro?! 

Qui ci si addentra in un terreno scivoloso…

Esiste (esisteva) una “Commissione Esperti” (formata da 15 persone che erano state cooptate dal Ministro “pro tempore” con criteri di assoluta discrezionalità; nella Commissione, scaduta il 14 marzo 2024), che interpreta i decreti ministeriali firmati dal Direttore Generale Nicola Borrelli, e segue dei criteri e dei parametri che sono comunque suscettibili di ampia discrezionalità interpretativa, in quelle sabbie mobili che oscillano tra indicatori oggettivi (per esempio, la quantità di opere proposte e la quantità di spettatori e le dimensioni della ricaduta mediale, spesso basate su autocertificazioni a consuntivo da parte degli stessi promotori, senza verifiche sul campo) ed indicatori soggettivi (le estetiche e le ideologie dei membri delle commissioni)…

D’altronde – come abbiamo segnalato da anni anche su queste colonne – lo “stato dell’arte” delle conoscenze in materia di festival è in Italia ancora molto frammentario, parcellizzato e parziale, lo stesso Ministero della Cultura non dispone ancora di un dataset adeguato: l’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult sta lavorando ad un complesso ed ambizioso progetto di ricerca e promozione, sostenuto dal Ministero della Cultura, denominato “Italia dei Festival”, finalizzato ad un primo inedito censimento di tutti i festival italiani, che prevede non soltanto una anagrafe completa, ma anche una classificazione accurata ► ed , una mappatura geolocalizzata, nella prospettiva di un “Portale Nazionale Multimediale di Tutti i Festival Italiani” (si rimanda alla versione beta del sito web dedicato).

Nessuna notizia delle nuove “commissioni esperti” del settore cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura: perché (anche) questo ritardo?!

Ad oggi, 25 giugno 2024, nessuna notizia delle nuove commissioni “esperti” del Ministero della Cultura che debbono essere formate, per poter avviare i processi di valutazione delle proposte che vengono sottoposte al vaglio degli aiuti cosiddetti “selettivi”, tra i quali giustappunto anche le attività di “promozione” cinematografico-audiovisiva: vedi “Key4biz” del 10 maggio 2024, “Sangiuliano critica la Commissione esperti Cinema nominata da Franceschini: ma perché non nomina le nuove commissioni previste per legge?”. 

Anche questo ritardo è veramente incomprensibile.

Scrivevamo ormai quasi due mesi fa su queste colonne: una delle apprezzabili innovazioni adottate dal Ministro Gennaro Sangiuliano è stata proprio l’introduzione di un compenso per i nuovi commissari, dato che è stato deciso (con la “Legge di Bilancio” 2024) che la commissione esperti per la “produzione” potrà beneficiare di un budget di 500.000 euro e la commissione per la “promozione” di 200.000 euro all’anno: un passo concreto per rendere il delicato lavoro dei selettori adeguatamente compensato, dato che questa “eletta schiera” va a gestire una massa non indifferente di danaro pubblico…

Mistero assoluto, quindi, sulla “eletta schiera” di coloro che andranno a costituire le nuove commissioni ministeriali… 

Non è ancora nemmeno dato sapere se Gennaro Sangiuliano seguirà o meno la (sana) prassi messa in atto dal suo predecessore, con l’invito a presentare autocandidature (magari da integrare con un processo trasparente di valutazione comparativa delle stesse), come peraltro è avvenuto qualche mese fa, in occasione della nomina dei membri delle Commissioni ministeriali in materia di spettacolo dal vivo, ovvero teatro e musica e danza e circhi (vedi “Key4biz” del 17 gennaio 2024, “Sangiuliano nomina le nuove commissioni ministeriali per lo spettacolo dal vivo (che beneficia di un fondo di 420 milioni di l’anno)”). Stessa procedura – ovvero l’invito a presentare candidature – era stata proposta con l’ avviso del Mic Dgca pubblicato il 18 marzo 2024 per la formazione della Commissione per la Classificazione delle Opere Cinematografiche. Il Ministro presterà il fianco al rischio che venga accusato di cooptazioni eccessivamente “intuitu personae”?!

Latest news: quasi sicuro De Mita jr alla guida di Cinecittà e le votazioni del Cda Rai da parte del Parlamento non ancora calendarizzate

Crescono i “rumors” relativi alla cooptazione da parte del Ministro della Cultura di Giuseppe De Mita (il figlio maschio del mitico Ciriaco) alla guida di Cinecittà: oggi (martedì 25 giugno 2024) alle 15:33, Dagospia ha pubblicato un “flash” (subito ripreso anche dalla versione web del “Corriere della Sera”) secondo il quale l’attuale Amministratore Delegato Nicola Maccanico si è dimesso sia da Ad sia da Direttore Generale (copriva infatti entrambi i ruoli), aprendo la strada a De Mita. Va segnalato che venerdì scorso 21 giugno, la testata diretta da Roberto D’Agostino ha rilanciato un lungo articolo pubblicato il 9 maggio 2024 da “Key4biz”, dedicato proprio al “caso De Mita” (vedi “Key4biz” del 9 maggio 2024, “De Mita jr alla presidenza di Cinecittà. E nasce ‘Articolo Quinto’ per una Rai che sia più servizio pubblico”). La nomina di De Mita (che non può vantare un curriculum qualificato nell’ambito del settore cinema e audiovisiva), se confermata, sarà destinata a suscitare non poche controversie (a parte lo status di non laureato), come ben evidenziato da un lungo articolo di Stefano Iannaccone sul quotidiano “Domani” di sabato scorso 22 giugno, intitolato “La Lega fa il pieno di nomine a Cinecittà. Meloni piazza De Mita jr come ad”.

Ed è di oggi pomeriggio la conferma che la conferenza dei capigruppo della Camera non ha calendarizzato per le prossime settimane la votazione dei componenti del Cda della Rai. Questa notizia è confortante, almeno per i 4 candidati ricorrenti (Nino Rizzo NervoPatrizio RossanoStefano RolandoGiulio Enea Vigevani), i quali hanno dato notizia che è attesa per il 4 luglio la pronuncia del Consiglio di Stato: i ricorrenti, infatti, dopo essersi rivolti al Tar, hanno deciso di presentare appello all’organo superiore. Ricordiamo che, secondo i 4, il sistema delle nomine Rai presenterebbe profili di illegittimità costituzionale, ponendosi anche in contrasto con l’European Media Freedom Act (Emfa), il regolamento europeo che impone a tutti i servizi pubblici radiotelevisivi indipendenza nella “governance” e trasparenza nelle nomine. Va segnalato che l’iniziativa è stata incredibilmente ignorata da tutte le testate “mainstream” e che soltanto questo quotidiano online le ha dedicato l’attenzione che merita: vedi “Key4biz” del 20 giugno 2024, “CdA Rai, nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Cinema e audiovisivo: tutto fermo, il 27 giugno nuova manifestazione di protesta dei lavoratori”. 

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult ilprincipenudo per “Key4biz”. 

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