58 milioni di visitatori nei musei e parchi archeologici nel 2023: +22 % rispetto al 2022. Cinematografi piangenti e non illuda il successo di “Inside Out”, i film italiani sono a quota 3 % degli incassi. Mario Turetta a Capo del Dipartimento Attività Culturali (cinema, audiovisivo, spettacolo, industrie creative…)

Sono giornate effervescenti, queste della prima decade del luglio 2024, per il sistema culturale italiano: sia il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) sia la sua Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni (Fratelli d’Italia) diramano comunicati stampa entusiasti, proponendo numerologie di grande soddisfazione per l’andamento dei consumi cinematografici e museali, ma non è tutto oro quel che luccica, come andremo ad osservare… Nelle stesse giornate, si attendono varie “nomine”, anzitutto sul fronte interno del Ministero della Cultura, a seguito dell’avvenuta creazione di 4 dipartimenti, sia sul fronte esterno, per quanto riguarda il nuovo consiglio di amministrazione di Cinecittà…

Procediamo con ordine: dapprima i numeri più seri, quelli relativi ai musei, e poi quelli più fantasiosi, relativi ai cinematografi.

Questa mattina al Collegio Romano, sono stati presentati alcuni dati relativi alla fruizione museale nel corso del 2023, che registra un notevole incremento, nell’ordine del 22 % rispetto al 2022. 

Sono dati “da record”, come ha sostenuto qualcuno?! 

Il dato di quasi 58 milioni (per la precisione 57.730.502) di visitatori nei musei e parchi archeologici statali nel 2023 è senza dubbio molto alto, e non è mai stato registrato nelle serie storiche del nostro Paese. 

Il confronto con il 2022 evidenzia un aumento di 10,7 milioni di visitatori, pari a un incremento di quasi il 23 %. Se il confronto viene effettuato con l’anno 2018, che rappresenta, con i suoi 55,3 milioni di visitatori il picco di epoca pre-pandemica, si nota una variazione positiva di 2,4 milioni di visitatori, pari a un incremento percentuale di oltre il 4 %. 

Il 2023 rappresenta un record anche per gli incassi, che raggiungono la cifra 313,9 milioni di euro, con un incremento di quasi il 34 % rispetto al 2022 (+ 79,3 milioni di euro). Il dato appare ancora più significativo se paragonato al periodo pre-pandemico e in particolare al 2019, picco massimo della serie storica per gli incassi, con un incremento di quasi il 30 % (+ 71,5 milioni di euro). 

I dati sono stati presentati questa mattina dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e dal Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, e sono il risultato di elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Direzione Generale Bilancio del MiC, in collaborazione con la Direzione Generale Musei.

Il Ministro ha sostenuto che “negli ultimi anni, i musei italiani sono enormemente cresciuti come qualità dell’offerta. Avevano un valore intrinseco storico, però a questo valore storico noi abbiamo abbinato la qualità dell’offerta… Sono aumentati i visitatori, e spero che aumentino ulteriormente; sono aumentati gli introiti, e, più risorse abbiamo, più possiamo destinarle ad accrescere e a maggiorare sempre di più l’offerta dei nostri Musei. Tra l’altro noi vogliamo creare nuovi Musei: nel Dl Concorrenza messo a punto con il Ministro Fitto, noi scriviamo esplicitamente di voler creare un museo importante a Regione. Poi insieme agli esperti determineremo cosa possiamo fare”.

Quella di questa mattina al Collegio Romano è stata anche l’occasione per informare sulla diffusione di un sistema evoluto di prenotazione dei musei attraverso i “device” digitali: inaugurata esattamente un anno fa con il Museo del Pantheon, la “app” del Ministero dedicata ai musei e parchi archeologici nazionali registra oggi la partecipazione di 406 musei e parchi, e per 130 di essi è possibile acquistare il biglietto.  Nell’“app” (che fa parte della piattaforma museiitaliani.it) presto entreranno anche i musei non statali. 

Si ricordi che in Italia tra musei civici, privati, diocesani e altro si raggiunge la impressionante cifra di 4.700 luoghi.  

Il Dg dei Musei del Mic, Massimo Osanna, ha dichiarato che “un altro passo importante nell’app sarà quello di inserire le audio visite guidate e i kit per i siti dei musei. Non dimentichiamoci che questa app nasce grazie ai finanziamenti del Pnrr… La nuova app rappresenta un’ulteriore tappa nel segno dell’innovazione e della digitalizzazione. Fra gli obiettivi che l’Unione Europea ci ha affidato c’è infatti quello della digitalizzazione: dobbiamo digitalizzare i nostri musei e migliorare la qualità dell’offerta. Questo è un inizio, poi l’app potrà essere ulteriormente sviluppata e migliorata…”.

Questi entusiasmi (basati su ben differenti “numerologie”) sono condivisibili? 

In buona parte sì, anche se queste “numerologie” dovrebbero essere oggetto di approfondimento e purtroppo, una volta ancora, ci si scontra con deficit di conoscenza: il sistema informativo della cultura italiana continua ad essere caratterizzato da “buchi” informativi… Per esempio, quanti dei 58 milioni di visite nei musei nell’anno 2023 sono da attribuire a cittadini italiani, piuttosto che europei? È evidente che questa notevole crescita rispetto all’anno 2022 è da attribuire in buona parte al boom dell’economia turistica che sta vivendo il nostro Paese, con fenomeni di “overtourism” che stanno modificando radicalmente sia il tessuto socio-culturale di molte città italiane. Il Ministero della Cultura non dispone di questi dati, ovvero quanti siano i cittadini stranieri, sul totale di 58 milioni di visitatori…

La quota di mercato del cinema italiano in sala al 3 % (tre per cento): il successo di “Inside Out” non inganni… con quale coraggio Borgonzoni arriva a sostenere “è stata riscritta la storia”?

Se “i musei” sorridono, “il cinema” piange, nella realtà dei dati, anche se qualcuno si ostina a vedere il bicchiere “tutto pieno”, invece che “mezzo vuoto” ovvero – come riteniamo noi – proprio “vuoto”.

Secondo le elaborazioni Cinetel, dal 1° al 30 giugno 2024 si sono incassati 44,5 milioni di euro, che corrispondono ad un +55 % sul 2023, ad un +114 % sul 2022, +76 % sul 2019, +98 % sul 2018; gli spettatori sono stati 6,43 milioni, ovvero +40 % sul 2023, +120 % sul 2022, + 61 % sul 2019, + 85 % sul 2018. 

Entusiasmo?!

Questi dati (con delta tutti positivi) possono stimolare un entusiasmo di superficie, illusorio, perché, siamo di fronte, una volta ancora, in queste settimane, ad un fenomeno dirompente, come è avvenuto qualche mese fa per “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi: eppure, ancora una volta, si dovrebbe fare tesoro del detto popolare “una rondine non fa primavera”… 

La Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, leggendo i dati Cinetel, ha dichiarato “un giugno da record”, e finanche “è stata riscritta la storia” (immaginiamo intendesse enfaticamente addirittura “la Storia”…). Grazie alla campagna del Ministero “Cinema Revolution”, partita lo scorso 14 giugno, e che prevede per i titoli italiani ed europei il prezzo speciale del biglietto a 3,50 euro, si è registrato un aumento del 38 % di presenze rispetto al 2023, e una crescita del 39 % per quel che riguarda gli incassi: “risultati di cui andare tutti orgogliosi. La strada intrapresa continua a regalare grandi soddisfazioni. Avanti così”, ha concluso la Sottosegretaria.

Spiace non poter condividere cotanto entusiasmo. Chi cura questa rubrica IsICult per il quotidiano online “Key4biz” è anzitutto un ricercatore specializzato, prima che un giornalista investigativo, e non deve indossare le vesti del politico che vuole a tutti costi dimostrare la bontà del proprio operato.

In effetti, se si analizza il primo giorno dell’ultimo “week end” cinematografico (nello slang degli operatori del settore, ciò significa “da giovedì a domenica”), ovvero giovedì 27 giugno, il totale degli spettatori è stato in Italia di 235.256, con un 1.667.949 euro di incassi. 

Se focalizziamo l’attenzione su questo dato, emerge che in quel giorno erano in offerta sull’intero territorio nazionale 131 titoli cinematografici, di cui 47 opere italiane, corrispondenti al 35 %. 

Il dato che inquieta è che l’insieme di questi 47 titoli italici ha incassato soltanto 47.391 euro, corrispondenti al 2,8 % del totale degli incassi

La quota percentuale relativa agli spettatori è stata altresì ben esigua, con 7.730 spettatori, corrispondenti al 3 % del totale di coloro che giovedì 27 giugno hanno deciso di andare al cinema. 

In questo caso, il fenomeno travolgente è stato giustappunto “Inside Out 2” (per la regia di Kelsey Mann), che ha registrato l’85 % degli incassi (1,4 milioni di euro) e l’84 % degli spettatori (197mila).

Volendo essere lapidari (il termine è adatto…) il film della Disney Pixar, da solo, ha raccolto giovedì 27 giugno oltre 35 volte gli incassi di tutti i film italiani in circolazione e 30 volte i loro spettatori. 

Dal 19 giugno al 26 giugno, “Inside Out 2” aveva già registrato 24 milioni di incassi, a fronte di 3,3 milioni di spettatori.

Sempre limitando l’analisi a giovedì 27 giugno, i primi 3 film italiani per incasso sono stati (a fronte di 1,4 milioni di euro di “Inside Out 2”): “Ennio Doris – C’è anche domani” (regia di Giacomo Campiotti) con 7.425 euro (1.038 spettatori); “Zamora” (regia di Neri Marcoré) con 5.662 euro (880 spettatori); “Me contro Te” (regia di Gianluca Leuzzi) con 3.809 euro (596 spettatori)… Ciò basti.

Se la soddisfazione del Ministro rispetto all’andamento museale è comprensibile non condividiamo, invece, l’entusiasmo della Sottosegretaria: i dati positivi del “box office” totale non sono certamente il risultato della debole campagna “Cinema Revolution” (o, più in generale, delle politiche cinematografiche del Governo guidato da Giorga Meloni), ma semplicemente della decisione della Disney di far uscire il film in Italia in un periodo terribile per il mercato cinematografico del nostro Paese…

Ed in quel di Riccione, in occasione della edizione n° 13 di “Ciné” ovvero delle “Giornate professionali del Cinema”, organizzate dall’Anica (produttori) assieme all’Anec (esercenti), che sono iniziate ieri martedì 2 a Riccione e si concluderanno venerdì 5, non sembra granché diffuso e condiviso l’entusiasmo della Sottosegretaria…

Un qualche segnale di speranza c’è, senza dubbio, ma lo scenario complessivo è pesante, soprattutto per il cinema italiano: ci sono decine e decine di titoli – prodotti grazie alla “manna” del “Tax Credit” incontrollato – che escono nelle sale con risultati assolutamente sconfortanti, anzi imbarazzanti per quanto sono penosi… 

Ed intanto tutta la macchina ministeriale continua ad essere paralizzata: il tanto atteso decreto “Tax Credit” per l’anno 2024 è ancora “in mente dei”, nonostante a cadenza quasi settimanale sia la Sottosegretaria sia il Direttore Generale Nicola Borrelli annunciano che è “alla firma”…

In sostanza, siamo di fronte ad un sistema ingolfato (overdose di titoli prodotti che non trovano spazio nelle sale cinematografiche) ed al tempo stesso bloccato (tutta la prima metà del 2024 è stata congelata, a causa dei decreti ministeriali che non vengono pubblicati e buona parte delle società di produzione sono ferme)…

La nuova organizzazione del Ministero della Cultura, con 4 Dipartimenti, contribuirà a sbloccare la paralisi del settore cinematografico e audiovisivo? Sarà a capo del Diac (Dipartimento Attività Culturali) Mario Turetta, che è stato anche Dg Cinema e Audiovisivo

L’attesa cresce, giorno dopo giorno, e qualcuno spera che “il sistema” cinematografico-audiovisivo possa essere rimesso in moto anche grazie alla riorganizzazione del Ministero: è in effetti imminente (questione di giorni, se non di ore, si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) la nuova struttura del Collegio Romano… 

Vengono istituiti 4 “Dipartimenti” (le Direzioni Generali passano dalle attuali 11 a 13):

– Diag:     Dipartimento per l’amministrazione generale con funzioni trasversali;

– Dit:         Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio;

– Diva:      Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale;

– Diac:      Dipartimento per le attività culturali

Ogni Dipartimento coordina direttamente uffici di livello dirigenziale generale.

Come ha scritto Mirella Armiero sul “Corriere del Mezzogiorno” di oggi, “il Ministero della cultura cambia pelle ancora una volta. È entrato in vigore da maggio il nuovo regolamento, che crea quattro macro dipartimenti e cancella il segretariato generale, e ora arrivano le nomine di Sangiuliano per i quattro ruoli chiave. In realtà non è una novità che questo ministero — diventato negli anni sempre più strategico — sia oggetto di una riforma, più o meno radicale, con l’avvicendarsi dei governi”.

All’ambitissimo “Diva”, andrà Alfonsina Russo, nominata nel 2017 dall’allora Ministro Dario Franceschini alla guida del Parco Archeologico del Colosseo.

Al “Diag”, va invece Paolo D’Angeli, classe 1967, originario di Roma, già Dirigente alla Direzione Generale Bilancio. 

Al “Dit”, viene nominato Luigi La Rocca, nato a Napoli nel 1967, già direttore Generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio, con funzioni di direzione della Soprintendenza Speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Per quanto riguarda specificamente il cinema e l’audiovisivo e le industrie culturali, viene data per certa la nomina a Capo Dipartimento di Mario Turetta (attuale Segretario Generale del Ministero, figura che non è più prevista nel nuovo funzionigramma), che assumerà un ruolo di guida rispetto alle 4 Direzioni Generali di sua competenza, e quindi rispetto a Nicola Borrelli Dg Cinema e Audiovisivo (Direzione che si chiamerà in acronimo “Ca”), Antonio Parente Dg Spettacolo dal Vivo (in acronimo “Spe”), Angelo Piero Cappello Dg Creatività Contemporanea (“Crea”), e Paola Passerelli, Dg Biblioteche e Istituti Culturali (“Bic”).

Al “Diac”, si insedia quindi Mario Turetta, nato ad Alpignano (in provincia di Torino) nel 1958, nominato nell’aprile 2023 Segretario Generale (ma – come abbiamo segnalato – il ruolo è stato soppresso dalla “Riforma Sangiuliano”) e, tra l’altro, Direttore del Consorzio delle Residenze Reali dal 2014 al 2019. Da segnalare che Turetta – apprezzato anche per l’eleganza dei modi – è stato dal 2020 Direttore Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero, e, per oltre un anno, dal marzo 2019 al marzo 2020, anche Direttore Generale del Cinema e Audiovisivo. C’è già chi prevede che si svilupperà una stimolante dialettica tra il neo Capo Dipartimento e lo storico Direttore Generale…

Questa nuova struttura ministeriale determinerà – per quanto riguarda specificamente il cinema e l’audiovisivo – una accelerazione dei processi di riforma in atto, ed un superamento della stagnazione di cui soffre ormai da molto tutto il settore?! Non c’è che da augurarselo.  

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”. 

Link all’articolo originalehttps://www.key4biz.it/tra-cinema-in-crisi-acuta-di-spettatori-e-musei-in-crescita-di-visitatori-gli-entusiasmi-numerici-del-ministro-sangiuliano-e-della-sottosegretaria-borgonzoni/496430/