Si tratta senza dubbio di una vittoria dei ricorrenti, seppur parziale, perché i provvedimenti restano pienamente in vigore, ma l’Amministrazione è ora sottoposta ad una pericolosa spada di Damocle, perché le decisioni che andrà ad assumere in attuazione dei decreti vigenti potrebbero essere annullate da un provvedimento avverso del Tribunale


Il Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (centro di ricerca indipendente sulle politiche culturali, le economie mediali, le dinamiche sociali), Angelo Zaccone Teodosi, commenta a caldo l’ordinanza emessa ieri dalla Sezione Seconda Quater del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, pronunciata nella camera di consiglio presieduta da Antonella Mangia, che ha accolto la domanda cautelare rispetto al decreto interministeriale del 10 luglio 2024, co-firmato da Gennaro Sangiuliano (Mic) e Giancarlo Giorgetti (Mef) di regolamentazione del “Tax Credit” alla produzione cinematografica, e rispetto ai successivi quattro decreti direttoriali firmati dal Dg Nicola Borrelli 5 tra il 14 ed il 28 ottobre 2024: “va precisato che il Tar non ha deciso l’annullamento dei decreti, e quindi alcune interpretazioni giornalistiche subito emerse sono fuorvianti: i decreti in questione non sono stati sospesi, e restano pienamente in vigore, come ha chiarito ufficialmente lo stesso Ministero della Cultura. I ricorrenti avevano richiesto la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti impugnati, ma questa istanza non è stata accolta. Di fatto, il Tar ha accolto la domanda cautelare, riconoscendo che esistono motivi per procedere una trattazione di merito. In sostanza, la richiesta dei ricorrenti non è stata rigettata, ma ritenuta degna di considerazione e di analisi, e verrà trattata in un’udienza fissata in tempi brevi (per la prassi del Tar), ovvero il 4 marzo 2025”.

Sostiene Zaccone Teodosi, analista critico dell’intervento dello Stato nel settore culturale: “si tratta senza dubbio di una vittoria dei ricorrenti, seppur parziale, perché i provvedimenti restano pienamente in vigore, ma l’Amministrazione è ora sottoposta ad una pericolosa spada di Damocle, perché le decisioni che andrà ad assumere in attuazione dei decreti vigenti potrebbero essere annullate da un provvedimento avverso del Tribunale”. Si tratta di un “segnale di allarme”, di cui il Ministero dovrebbe tenere conto: “la Direzione Cinema e Audiovisivo potrebbe mettere in atto, nelle more dell’udienza di marzo, alcune opportune correzioni di rotta che vadano ad accogliere le istanze dei ricorrenti, che rappresentano le ragioni dei piccoli produttori”, continua Zaccone Teodosi, che ricorda come le richieste “ad opponendum” delle due maggiori associazioni del settore, la cinematografica Anica e la televisiva Apa, non sono state prese in considerazione dal Tribunale a causa di errori di notificazione. “Si tratta senza dubbio di una vittoria di Davide contro Golia, che dovrebbe stimolare una riflessione sull’esigenza di una migliore condivisione della gestione della riforma Borgonzoni della Legge Franceschini – non soltanto rispetto al controverso Tax Credit – anche con i piccoli produttori, le associazioni degli autori e dei lavoratori del settore”.

Il ricorso è stato curato dall’avvocato Andrea Lo Foco (Studio Legale Michele Lo Foco) su mandato di 16 società di produzione: App Movie, Aurumovie, Elite Group International, Father & Son, Geko Film Production, Green Film, Halley Pictures, Imagine The Stars, Isola Produzioni, Maayca, Mediterranea Productions, Movie Cinema Italia, Mymax Edutainment, Pfa Films, Spm Tecnologie. Pendono di fronte al Tar del Lazio anche altri ricorsi, presentati da altre decine di società di produzione indipendenti, ma si prevede che gli imminenti pronunciamenti verranno “riuniti” in una procedura unica.