Da Articolo21 (19/4/2020): Emergenza covid-19: i servizi segreti italiani sapevano e hanno omesso di dare adeguato allarme sulla pandemia?!
Giovedì mattina 16 aprile 2020 le agenzie stampa hanno dato notizia (subito rilanciata dal collega Jacopo Jacoboni dal quotidiano “La Stampa” e ripresa da “Dagospia”) di un’iniziativa della parlamentare del Movimento 5 Stelle Alessandra Ermellino, componente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, che ha denunciato che “nella Relazione 2019 sulla politica dell’Informazione per la Sicurezza, inviata ai parlamentari dal Direttore del Dis a fine febbraio, non vi è fatta alcuna menzione della pandemia in atto”. La Ermellino ha presentato una interrogazione scritta al Presidente del Consiglio ed al Ministro della Salute.
Si tratta di un “caso di studio” interessante, sia in termini politici sia in termini comunicazionali.
Incredibile, ma vero, la “Relazione” dei servizi segreti italiana presentata a fine febbraio non contiene alcun segnale di allarme rispetto alla pandemia… E ci piace qui osservare – senza alcun autocompiacimento – che… noi per primi, sulle colonne del quotidiano online “Key4biz”, questo sconcertante deficit avevamo già segnalato, quasi un mese e mezzo fa: ci domandavamo infatti il 6 marzo “E l’Intelligence cosa scrive al Premier?”, ovvero…
« Infine ci domandiamo: ma in questa pericolosa vicenda del Coronavirus, che ruolo hanno svolto (se lo hanno svolto) il Dis – Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, ovvero l’Aisi (sicurezza interna), l’Aise (sicurezza esterna), cioè i nostri servizi di “intelligence”? Hanno fornito al Presidente del Consiglio (dal quale dipendono) dossier adeguati all’altezza della sfida in atto? A naso, si teme di no. O, se li hanno prodotti, possibile che il Premier non li abbia letti?! E, se questi sono i risultati, cosa diavolo c’era scritto nei dossier?! Quel che si può qui sostenere (il documento è pubblico) è che nella “Relazione sulla Politica dell’Informazione sulla Sicurezza 2019”, presentata dal Dis lunedì scorso 2 marzo, il termine “Coronavirus” è citato en passant 2 volte (due), poche righe su 129 pagine. Sic. Veramente da non crederci. Evidentemente le nostre barbe finte non hanno ritenuto il Coronavirus una minaccia per la Nazione. Boh! » (vedi “Key4biz” del 6 marzo 2020, “Coronavirus, il pasticciaccio sulla chiusura delle scuole”)
Nell’economia dell’articolo, proponevamo anche il link per poter accedere direttamente alle 124 pagine della “Relazione sulla Politica dell’Informazione per la Sicurezza 2019”, presentata in Parlamento il 28 febbraio 2020 (clicca qui, per la videoregistrazione dell’evento, sul sito web della Presidenza del Consiglio dei Ministri), di fronte ad una pluralità di ministri.
Relazione Dis: nei 23 minuti di intervento del Premier del 28 febbraio 2020, non 1 parola una sulla pandemia
Non si può non notare che, nell’intervento di Giuseppe Conte il 28 febbraio (durato ben 23 minuti), nemmeno 1 parola (una) sia stata dedicata all’emergenza della pandemia: incredibile ma vero, se riletto (riascoltato) a distanza di poche settimane. è veramente curioso, strano, incomprensibile.
Eppure i primi provvedimenti del Governo sono stati assunti a partire dal 30 gennaio 2020, con la conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, con il Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, Giovanni Ippolito: in quella occasione, fu fatto il punto sulle misure di carattere precauzionale (molto precauzionale, troppo precauzionale…) adottate in Italia, alla luce dei primi 2 contagi riscontrati nel nostro Paese.
L’unica decisione assunta allora fu, in effetti, la sospensione di tutti i voli da e per la Cina.
A distanza di due mesi e mezzo da allora, non sono pochi a sostenere che la pandemia non sia stata percepita dal Governo nel suo potenziale di estrema pericolosità…
I servizi segreti italiani… dormicchiavano?!
E ci si domanda: i servizi segreti che facevano, in quelle settimane, dormicchiavano?!
Rileggendo “col senno di poi” la cronologia degli interventi del Governo (clicca qui per la ricostruzione, sul sito del Governo stesso), molte perplessità, in effetti, emergono.
Più esattamente, la “Relazione annuale” del 28 febbraio è stata presentata dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Direttore Generale del Dis (Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica) Germano Vecchione, alla presenza dei Ministri del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (Cisr), dei componenti del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir, presieduto dal leghista Raffaele Volpi), dei vertici delle Forze di Polizia e delle Forze Armate e dei Direttori di Aise Luciano Carta ed Aisi Mario Parente.
La Relazione in questione è definita “non classificata”, che sta a significare che è un documento pubblico e “controllato”, ovvero non “segret” o “confidential” o “restricted” (diciture corrispondenti, secondo lo slang specialistico italiano del “Nos” – ovvero del “nulla osta di sicurezza” – a “segreto”, “riservatissimo”, “riservato”).
La Relazione è un “documento di analisi per eccellenza”, ha sostenuto il Premier nel suo intervento del 28 febbraio, elogiandone la qualità ovvero “la cura meticolosa con cui è stata preparata e l’amplissima portata del valore del lavoro che ne emerge”. Testuale: “cura meticolosa” (sic).
Si potrebbe sostenere che verosimilmente, in altri documenti (riservati se non segreti), il Dis, l’Aisi e l’Aise ha opportunamente trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, il “Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica” ha certo manifestato “warning” rispetto alla pandemia al Presidente del Consiglio. Ma sarà proprio così?!
Vecchione (Dg Dis): “trascendere le emergenze”?!
Ed è possibile che, in una logica di autocensura comunicazionale (“istituzionale”?!), sia Conte (verosimilmente con la preziosa consulenza di Rocco Casalino) sia Vecchione abbiano ritenuto “opportuno” non fare alcun cenno alla pandemia?!
Nella presentazione del 28 febbraio, il generale Gennaro Vecchione sostiene “credo nondimeno che compito dell’intelligence sia anche quello di offrire al decisore politico strumenti interpretativi di respiro strategico che trascendano le emergenze e la stretta attualità e lo sostengano nelle opzioni di policy coerenti e di lungo periodo”.
Inquietante: l’intelligence deve essere di così ampio “respiro strategico” da… “trascendere le emergenze”?!
Anche un’emergenza così radicale e pervasiva come il Coronavirus, forse?!
È bene ricordare che il Presidente del Consiglio dei Ministri che ha tra i suoi poteri esclusivi: l’apposizione, la tutela e la conferma dell’opposizione del “Segreto di Stato” (nel caso in ispecie, si sarà avvalso di questa facoltà?!); la nomina e revoca del Direttore Generale del Dis, del Direttore dell’Aisi e dell’Aise; la determinazione del budget complessivo di Dis, Aisi ed Aise; il coordinamento delle politiche dell’Informazione per la sicurezza… Insomma, i servizi segreti dipendono direttamente e personalmente dal Presidente del Consiglio.
Secondo alcuni analisti, data la delicatezza strategica di queste attività, sarebbe preferibile che i servizi segreti facessero riferimento al Presidente della Repubblica, piuttosto che al Presidente del Consiglio, ma questa considerazione ci porterebbe ben oltre queste colonne…
La nostra ardita segnalazione del 6 marzo sembrava essere caduta nel vuoto, ma invece un qualche feedback lo ha prodotto, seppur lentamente e carsicamente.
Ermellino (M5S): “condotta negligente, imperita o addirittura colpevole” dei servizi segreti?
Si domanda Ermellino, che ha presentato il 14 aprile un atto di sindacato ispettivo: “una lacuna che sembrerebbe apparentemente provocatoria, e che mi spinge a porre alcuni quesiti sulla possibilità che ci possa essere stata una condotta negligente, imperita o addirittura colpevole. Sul chi l’abbia potuta avere e sulla basi di quali considerazioni, ho interrogato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Ministero della Salute, adducendo all’atto numerosi documenti ufficiali e pubblici, sia di rilievo nazionale che internazionale, i quali accertano come l’emergenza sanitaria fosse conosciuta da tempo al di fuori dei nostri confini nazionali, e già costituisse un allarme degno della massima attenzione da parte di tutte le istituzioni italiane coinvolte in prima linea per il mantenimento della sicurezza nazionale”.
E se noi si segnalava il 6 marzo che la relazione del Dis conteneva soltanto 2 sfuggenti cenni due alla pandemia (a pagina 54 ed a pag. 61), la parlamentare grillina va oltre, rimarcando che nel documento di sintesi (gli “highlights”) inviato dal generale Vecchioni a tutti i membri di Camera e Senato il 29 febbraio (l’indomani rispetto alla presentazione del 28), l’emergenza Coronavirus… non viene addirittura nemmeno citata!
Denuncia Ermellino: “il mancato richiamo del Dis alla pandemia da Coronavirus, non presente nemmeno tra gli ‘highlights’ inviati come sintesi dell’intera relazione a tutti i parlamentari italiani, creerebbe maggiore perplessità, se fossero vere le evidenze giornalistiche secondo cui l’intelligence americana allertò il Governo italiano della potenziale pandemia pochi giorni dopo che questa si infiltrò in Cina alla fine del 2019”.
Si ricordi che, proprio a cavallo dello scoppio del Covid-19 in Italia, e precisamente a Rimini, dal 16 al 20 gennaio 2020, si è tenuta una fiera alimentare di rilievo internazionale (il “Sigep”, fiera alimentare internazionale, presso la Fiera di Rimini) ove era presente uno stand giustappunto di Wuhan e centinaia di “buyer” della stessa città. All’evento, partecipano complessivamente oltre 100mila persone. Nel padiglione B3, vi sono anche stand di Codogno e delle province di Bergamo e Brescia…
Eppure, il Ministero della Salute, fin da inizio gennaio, aveva segnalato alcuni casi di polmonite di eziologia sconosciuta nella città di Wuhan…
Si domanda la parlamentare grillina “come il Presidente del Consiglio dei Ministri valuti la trasmissione ai parlamentari di una relazione priva di qualsivoglia riferimento al rischio pandemico, in quanto, a parere dell’interrogante, la stessa potrebbe costituire un valido supporto se contenesse delle valutazioni predittive”. In effetti…
Alessandra Ermellino ha spiegato sull’agenzia InfosecNew, diretta da Umberto Rapetto, le ragioni della sua iniziativa: “nell’immaginario collettivo, l’intelligence ha quell’alone di mistero che li rende affascinanti e stimola la fantasia. A mio parere, tuttavia non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre di uomini, pagati con soldi pubblici, che sono chiamati a rendere un servizio importantissimo per il Paese. Sono queste le ragioni alla base di un’interrogazione che ho depositato qualche giorno fa, indirizzata al Presidente del Consiglio Conte, che verte proprio sul ruolo dell’intelligence italiana. Non si tratta certo di attacchi alla persona, quanto il bisogno di maggiore chiarezza su ciò che (da anni) viene fatto o non fatto, detto o non detto, nei pressi di Piazza Dante”.
Alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle si dissociano ed accusano Ermellino di “lesa maestà” (istituzionale)
Quel che stupisce è che, a distanza di poche ore, si sia registrata una netta presa di posizione di un altro parlamentare grillino, il Capogruppo della stessa Commissione di cui fa parte la Ermellino (la IV, “Difesa”), Giovanni Russo: al di là di ogni rischio di conflitti interni al Movimento 5 Stelle (dinamiche ormai discretamente frequenti), è impressionante notare come un partito che ha sempre vantato il massimo rispetto della libertà individuale, e della correttezza di severe critiche alle istituzioni, al sistema, al potere… possa inscenare processi alle intenzioni, con un approccio manicheo.
La Ermellino è stata accusata da Russo, di aver sollevato nientepopodimo che… “dubbi illegittimi”!
Come se fosse possibile decidere a priori quali “dubbi” possano essere “legittimi” e quali no. E chi lo decide, Torquemada?!
Sostiene Giovanni Russo che “ogni affermazione contenuta nell’interrogazione e ogni dichiarazione della deputata Ermellino non corrispondono al pensiero dei deputati e delle deputate del MoVimento 5 Stelle in Commissione Difesa, che esprimono sostegno pieno per il prezioso e delicato lavoro svolto dal Dis e per le modalità con cui il Governo e il presidente del Consiglio Conte stanno gestendo l’emergenza, in linea con le indicazioni che arrivano costantemente dal comitato tecnico scientifico e dalle maggiori autorità nazionali e internazionali in tema sanitario”.
Il deputato grillino va oltre, con accuse degne di querela: “alimentare colpevolmente la diffusione di notizie false è un comportamento molto grave che aumenta un’inutile dietrologia e contribuisce a creare confusione. Noi, pertanto, lo respingiamo con forza. Continuiamo ad essere al fianco del governo e ci impegniamo a fare tutto quanto in nostro potere per garantire sempre gli interessi dei cittadini”.
“Notizie false”?! è un dato di fatto, oggettivo, che nella Relazione dei servizi segreti italiani presentata a fine febbraio 2020 non è segnalata l’esistenza di un fenomeno destinato a sconvolgere alla radice la socio-economia del Paese.
Impressiona osservare come delle semplici, comprensibili, fondate perplessità vengano trattate come atti osceni ed anarcoidi.
È vero che i servizi segreti sono – senza dubbio – una istituzione delicata ed importante, ma non ha senso considerare la manifestazione di dubbi nei confronti del Governo una forma di lesa maestà “istituzionale” (nuova forma di crimine all’epoca della pandemia…).
Ermellino ha replicato, in modo equilibrato: “non credo di aver fatto nessun attacco al Dis, né tantomeno al Governo. Ho solo esercitato un mio diritto, ossia quello di interrogare il Presidente del Consiglio e il ministero della Salute sulla base di evidenze documentali pubbliche e fonti giornalistiche. Lo studio di queste fonti mi ha portato a porre alcuni interrogativi legittimi, in qualità di parlamentare ma anche di cittadina, pertanto ribadisco l’esigenza di sapere se i servizi segreti italiani hanno informato per tempo il Presidente Conte della gravità della pandemia”.
La parlamentare lamenta anche che “spiace soltanto di apprendere questo distanziamento tramite agenzie, ancora adesso non ho ricevuto richieste di chiarimento o di informazioni aggiuntive sul mio atto, ripeto legittimo”. E precisa: “ho certezza che il Presidente Giuseppe Conte ed il Ministro Roberto Speranza sapranno documentativamente dimostrare che i dubbi che ho maturato, anche alla luce di una serie di articoli giornalistici, sono infondati. E ne sarò lieta, come cittadina e parlamentare”.
Conclude: “i servizi segreti meritano il massimo rispetto, ma non si può impedire l’esercizio del diritto di critica e limitare la libertà d’espressione, con logiche di contrapposizione manichea. Manifestare critiche non significare essere avversari delle istituzioni, credo piuttosto di aver sollevato una questione di civiltà e di diritto, oltre che culturale e politica. Il Movimento 5 Stelle è nato su presupposti di assoluta libertà e di controllo delle istituzioni. Io non lo dimentico”.
L’episodio è sintomatico di come dinamiche di conformismo strisciante e pervasivo fanno sì che si tenda ad accusare quasi meccanicamente le voci fuori del coro, soprattutto in una fase psico-sociale nella quale chi s’azzarda a manifestare critiche corre il rischio di essere considerato un sovversivo.
Il legame intimo tra “media” ed “intelligence”: per una “intelligence culturale”
In molte occasioni, abbiamo sostenuto come sempre più intenso ed intimo sia il legame tra “media” ed “intelligence”, e come sia necessario sviluppare teorie e pratiche di “intelligence culturale”, superando le paratie disciplinari e costruendo un approccio transdisciplinare (ed umanistico) anche nelle strategie di difesa nazionale.
Si obietterà: ma se i “servizi” sono giustappunto… “segreti”, come si può pretendere da loro trasparenza e pubblicità del loro operato?!
Riteniamo che sia opportuna la ricerca di un sano compromesso tra naturali esigenze di riservatezza dell’operato delle barbe finte ed il diritto della cittadinanza a conoscere come funzionino i servizi.
Le conseguenze gravissime di ritardi italiani nei processi decisionali di reazione all’allarme Covid-19 sono quindi forse da attribuire anche a deficit del sistema italiano di “intelligence”?!
Sarà interessante ascoltare le risposte di Giuseppe Conte all’atto di sindacato ispettivo di Alessandra Ermellino: delle due, l’una: Opzione A: “i servizi sapevano e hanno omesso di dare adeguato allarme sul coronavirus?” e, se così fosse… per quale diavolo di ragione??? Ozione B: “i servizi non sapevano?”, ed allora la domanda, profonda ed inquietante, sarebbe sulla efficacia dei servizi stessi, anzi sul senso della loro funzione istituzionale…
(*) Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it)
Clicca qui, per leggere l’interrogazione parlamentare dell’onorevole Alessandra Ermellino, indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al Ministro per la Salute Roberto Speranza, presentata il 14 aprile 2020 (non ancora pubblicata sul sito web della Camera dei Deputati)
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