Da Key4biz (3/07/2023): Rai, in onda i meritori ‘Diversity Media Awards’. Peccato che sia mezzanotte
Ancora una “foglia di fico” per Viale Mazzini: un programma di grande apertura mentale e sensibilità sociale trasmesso in orario di modesto “appeal” di audience. Il governo emargina le diversità?
L’ottava edizione dei “Diversity Media Awards” (Dma) si è tenuta mercoledì 21 giugno a Milano (nei giorni antecedenti il “Pride” di sabato 24), e l’iniziativa ha goduto di una discreta rassegna stampa e web, ma soltanto a distanza di una decina di giorni, ieri l’altro sabato 2 luglio, la Rai ha deciso di trasmettere una sintesi della serata meneghina.
E fin qui, la notizia è certamente buona.
L’aspetto negativo è che una simile iniziativa, che meritava certamente la prima serata (anche per una sua eccellente spettacolarità), è andata in onda a… mezzanotte! Certo, su Rai 1, ma con inizio alle 23:55.
Perché questa emarginazione dalla fascia nobile del palinsesto?!
Una lettura semplice (banale? realistica?) potrebbe stimolare l’idea di un tipico caso di emarginazione ideologica, considerando il “nuovo corso” di Viale Mazzini, espressione diretta del Governo guidato da Giorgia Meloni: in effetti, tutta la serata è stata all’insegna delle “diversità”, con continui riferimenti alla cultura Lgbtq (anzi ormai – a voler essere più precisi – “LGBTQQIA+”…) ed alle famiglie “arcobaleno”.
In sostanza, una serata – piaccia o non piaccia – dal preciso orientamento ideologico.
Certamente non sintonico con quello del governo in carica.
Quelli che alcuni hanno definito “gli Oscar italiani dell’inclusione”, promossi dalla Fondazione Diversity ets, sono stati condotti da una appassionata Matilda De Angelis e dal simpatico Alberto Boubakar Malanchino.
I “Diversity Media Awards” sono riconoscimenti ideati e promossi dalla Fondazione Diversity (presieduta da Francesca Vecchioni, figlia del noto cantautore), e premiano ogni anno i personaggi e i contenuti mediali che si sono distinti nel corso dell’anno precedente per una rappresentazione valorizzante ed inclusiva delle persone per genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, età e generazioni, etnia, disabilità, aspetto fisico…
Una serata-evento benefica al Teatro Lirico “Giorgio Gaber” di Milano, ricca di racconti e performance, che ha visto sul palco le esibizioni musicali di Roberto Vecchioni, Gianmaria, Camilla Magli (che ha duettato con Roberto Vecchioni), e molti ospiti, tra cui Serena Bortone, Diego Passoni, Immanuel Casto, Elena Di Cioccio, la “stand up comedian” Annagaia Marchioro, la cantautrice e attrice Kaze, le attiviste iraniane Yasaman e Nastaran Rezaee, la giovane autrice Margherita Fiengo…
Tra gli ospiti dell’evento, “nominati” nelle varie categorie: Ornella Vanoni, Mara Maionchi, Chiara Bersani, Benedetta Rossi, Fabio Canino, Tecla Insolia, Valentina Bertani e molti volti dal mondo dei “social” e dell’“attivismo digitale” tra i quali Aida Diouf Mbengue, Nadia Lauricella, Carolina Capria e molti altri…
Uno dei momenti più toccanti della serata è stato l’intervento di due attiviste iraniane: Yasaman e Nastaran Rezaee hanno ricordato a tutti le condizioni in cui vivono le donne dell’Iran: abbandonate dall’Occidente, mentre le loro lotte non sono ancora finite. Arrivate in Italia per studiare, oggi si occupano di moda “Made in Italy” realizzata in collaborazione con artigiani emarginati dell’Iran: “provengono da minoranze etniche senza nemmeno il diritto alla carta d’identità… – ha raccontato Nastaran – Intanto il governo spara contro donne e uomini e i loro figli. Nessuno è in grado di stabilire il numero dei morti e nemmeno i loro nomi, perché non sono stati mai registrati…
Tema e slogan della serata “Whatever it takes”, ovvero l’invito a lottare per la tutela di tutte le “diversità”… costi quel che costi!
Tutto un mondo (reale) che – tra “diversity” e “social” – non trova molto spazio nei palinsesti Rai
Tutto un “mondo” – tra “diversity” e “social” – che non trova generalmente molto spazio nei palinsesti della Rai.
Nonostante l’orario infausto (dalla mezzanotte all’1:30 am), il programma – volendo far fede su Auditel – avrebbe registrato uno share del 10 % e sarebbe stato visto da 608mila telespettatori.
Pochi? Tanti?! Sarebbe interessante conoscere quanti sarebbero stati, se invece che a mezzanotte, il programma fosse stato trasmesso subito dopo il Tg1…
Da segnalare che nonostante la messa in onda sulla tv pubblica, la Rai è rimasta sostanzialmente a mani vuote, se non per un “ex aequo” (con Sky) per “The Voice Senior” (condotto da Antonella Clerici).
In materia televisiva, entrambi i premi importanti sono stati assegnati a Netflix: a “Prisma” per la “miglior serie televisiva italiana” (Netflix) ed a “The Umbrella Academy”, per la “miglior serie straniera” (Netflix). Il premio per la “miglior serie tv kids” è andato a “Super Benny” di Frisbee (Discovery+).
Mara Maionchi è salita sul palco per ritirare il Premio al Miglior Programma Tv per “Quelle Brave Ragazze” (Sky), vinto a pari merito con lo show condotto da Antonella Clerici “The Voice Senior”. La regista del film documentario “La Timidezza delle Chiome” (storia di due gemelli omozigoti con una disabilità intellettiva) Valentina Bertani, insieme ai due protagonisti Joshua e Benjamin Israel, hanno ritirato il premio al Miglior Film, mentre il riconoscimento alla Miglior Serie Tv Italiana è stato vinto da “Prisma” (Netflix) e ritirato dall’attrice Caterina Forza e dalla sceneggiatrice Alice Urciolo. Il premio per la Miglior Serie Tv Kids è andato a “Super Benny” (Discovery), che ha visto salire sul palco Benedetta Rossi, protagonista della serie “cartoon”…
Durante la cerimonia di premiazione, sono stati attribuiti anche i riconoscimenti all’informazione: “Miglior servizio Tg” al Tg3 (per il servizio “Ius scholae e diritto alla cittadinanza: a che punto siamo?” di Cristiana Palazzoni), Miglior Articolo Stampa Quotidiani a “La Stampa” (per l’articolo “Sono stato un bimbo non conforme. Proteggiamo il cuore dei più piccoli” di Jonathan Bazzi), Miglior Articolo Stampa Periodici a “7 / Corriere della Sera” (per l’articolo “Leggi, percorsi e il balzo tra gli adolescenti. Tutti i punti che dividono” di Greta Sclaunich) e Miglior Articolo Stampa Web a “TheWom.it” (per l’articolo “Mai Dati: l’inchiesta che denuncia l’assenza di dati sulla legge”, di Francesca Polizzi).
Da ricordare che l’11 maggio 2023 era stata presentata, prodromica alla serata finale, alla presenza del Sindaco di Milano Beppe Sala, la ricerca affidata all’Osservatorio di Pavia e 2B Research, ovvero “Diversity Media Research 2023”.
Ornella Vanoni è stata eletta Personaggio dell’Anno, “per essersi riconfermata, nei mesi passati, una libera pensatrice, icona di una vecchiaia creativa e allegra, e per essersi esposta con numerose dichiarazioni sul tema della salute mentale, ancora troppo stigmatizzato e poco affrontato da media e istituzioni”, recita la motivazione del premio.
I “Diversity Media Awards”: la prima (e forse unica) trasmissione Rai ad utilizzare sempre lo “schwa” [ə] ?!
Da segnalare che tutta la trasmissione (peraltro incomprensibilmente non prodotta da Rai, ma affidata alla società Yam112003, guidata da Laura Corbetta, già a Friends&Partners) si è caratterizzata per una sottotitolatura continua (a beneficio dei non udenti…), ma con un uso continuo dello “schwa”, il cui simbolo fonetico è [ə]. Si ricordi che si tratta di una vocale assente nel sistema fonologico dell’italiano, che si colloca circa a metà tra una [a] e una [e]. Ci risulta essere il primo caso nelle trasmissioni della Rai.
Caso unico, forse destinato a mai più ripetersi… Primo ed ultimo?!
Non crediamo infatti che l’attuale “governo della Rai” nutra particolari simpatie per questa evoluzione segnico-semantica – come dire?! –… “non binaria” della lingua italiana.
Prevediamo infatti che nei prossimi mesi la “cultura della fluidità” andrà scemando in Rai (e non soltanto per la rimozione di Stefano Coletta dalla guida di Rai3). E vedremo che vita avrà il programma di Alba Parietti “Non sono una signora”, che da giovedì 29 giugno ha portato – in prima serata, su Rai2 – le “drag queen”. Anche questo – tanto per cambiare – un mero adattamento italico del format “Make Up Your Mind” di Fremantle: perché continuare a reprimere la creatività degli autori interni Rai a tutto vantaggio delle multinazionali dell’intrattenimento??? Un programma certamente non sintonico col nuovo “contratto di servizio” in gestazione, la cui bozza è stata presentata nel Consiglio di Amministrazione lunedì della scorsa settimana (26 giugno) e che prevede un accento su concetti tradizionali come “natalità” e “genitorialità” (ma intesa in senso assolutamente tradizionale)… Con gioia di Pro Vita & Famiglia ed indignazione del deputato “dem” Alessandro Zan…
Conclusivamente, un magro bottino Rai ai “Diversity Media Awards”, che conferma la disattenzione che Viale Mazzini dedica alle tematiche delle diversità.
Le solite “foglie di fico” della Rai
E la messa in onda a mezzanotte dei “Diversity Media Awards” conferma una delle pratiche non nobili della Rai: sentendo il richiamo (lontano…) della funzione di “servizio pubblico”, cerca talvolta di coprire le proprie vergogne (ovvero una limitata sensibilità su alcune tematiche e la diffusa omologazione con i palinsesti dei broadcaster commerciali) con delle vere e proprie… “foglie di fico”.
Il caso forse più evidente, e sintomatico, è quello di una trasmissione commendevole qual “O anche no” (genere “docureality”), ideata e condotta da Paola Severini Melograni, dedicata alla disabilità, che viene messa in onda in orari assurdi, e peraltro prodotta a costi modestissimi.
Orari sepolcrali e budget irrisori.
Operazioni come questa consentono però a Viale Mazzini di auto-assolversi… ma, nella sostanza, parte significativa dei palinsesti Rai sono purtroppo del tutto simili a quelli della televisione commerciale.
D’altronde, per incomprensibili ragioni, quella spinta verso il “sociale” (inteso come “società civile” e “terzo settore” ed infinite “diversità”) che la Rai aveva avviato con la costituzione della Direzione Rai per il Sociale, voluta da Fabrizio Salini ed affidata a Giovanni Parapini (vedi “Key4biz” dell’11 dicembre 2020, “Rai per il Sociale, primi passi nella direzione giusta”) si è andata presto esaurendo, dato che la Presidente Marinella Soldi ha ritenuto di declinare l’interpretazione di “società civile” più verso il senso di “responsabilità sociale aziendale” (in un’ottica “marketing oriented”), coerentemente peraltro con il proprio percorso professionale come top manager nel privato (nominata da Mario Draghi, si ricordi che viene dal gruppo Discovery, che ha diretto per oltre dieci anni, ed è stata tra le prime sostenitrici del “Diversity Media Awards”).
Da un anno ormai, Parapini ha lasciato la Direzione Rai per il Sociale per divenire Responsabile della Sede Regionale Rai per l’Umbria.
La sua ex Direzione si chiama ormai “Rai per la Sostenibilità Egs” (ah, che bellezza questi acronimi anglofoni! “egs” sta per “Environmental, Social Governance”: sic!) ed è stata affidata a Roberto Natale (già Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana – Fnsi dal 2007 al 2012), ma non ci sembra che la sua attività brilli per particolare visibilità o interventi produttivi in palinsesto (come aveva cercato invece di fare Parapini, con azioni di disseminazione mirata).
Torneremo presto su queste tematiche importanti, anche per capire cosa ne pensano realmente di “sociale” i nuovi diarchi della tv pubblica l’Ad Roberto Sergio ed il Dg Giampaolo Rossi.
Nelle more della presentazione dei palinsesti Rai, che si terrà a Napoli venerdì prossimo 7 luglio (si ricordi che domani martedì 4 luglio verranno invece presentati i palinsesti Mediaset)… Palinsesti ereditati da Carlo Fuortes (che a fine luglio diverrà Sovrintendente del “San Carlo” di Napoli), e rispetto ai quali riteniamo che il margine di manovra dei diarchi sarà comunque piuttosto limitato, almeno fino all’inverno prossimo.
Le nomination della 8ª edizione dei “Diversity Media Awards” 2023
(in grassetto sottolineato il vincitore)
Miglior “Serie Tv Italiana”
- “5 Minuti Prima” – RaiPlay
- “Blocco 181” – Sky Atlantic
- “Circeo” – Paramount +
- “Prisma” – Prime Video
- “SKAM 5” – Netflix
Miglior “Serie Tv Straniera”
- “I may destroy you” – Sky Atlantic
- “Heartbreak High” – Netflix
- “Ms. Marvel” – Disney +
- “Ragazze vincenti” – Prime Video
- “The Umbrella Academy” – Netflix
- “Willow” – Disney +
Miglior “Serie Tv Kids”
- “Dead End: paranormal park” – Netflix
- “Di4ri” – Netflix
- “Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa” – Rai Yoyo
- “Super Benny” – Frisbee, Discovery+
- “Unlockdown” – DeA Kids
- “Daniel Tiger” – Nick Jr.
Miglior “Film Italiano”
- “Io e Spotty” di Cosimo Gomez
- “Il Signore delle formiche” di Gianni Amelio
- “L’immensità” di Emanuele Crialese
- “La timidezza delle chiome” di Valentina Bertani
- “Le favolose” di Roberta Torre
Miglior “Programma Tv”
- “D-side – Il lato diverso delle cose” – RaiPlay
- “Offside Racism” – RaiPlay
- “Quelle brave ragazze” – Sky Uno
- “The Voice Senior” – Rai1
- “Tonica” – Rai2
- “Trasformazioni incredibili” – Real Time
Miglior “Podcast”
- “Maschiacci” – Dog-Ear
- “Storia del mio nome” – Spotify Studios, Chora Media
- “Get under my skin” – Champs Stop Afrofobia
- “Fuori Norma” Emanuela Masia
- “Questione di famiglia” – Spotify Studios
- “Piacere mio – La storia del sesso” – OnePodcast
Miglior “Programma Radio”
- “Storie di rinascita” – Radio 24
- “I miracolati” – Radio Capital
- “Tre soldi” – Rai Radio 3
- “Il mondo nuovo” – Rai Radio 1
- “Tutta la città ne parla” – Rai Radio 3
- “Say Waaad?” – Radio Deejay
Miglior “Prodotto Digital”
- Ariman Scriba, “Race Based traumatic stress”
- Eva Stai Zitta, “Diet Culture, ripassino smart”
- Generazione Magazine, “I registri di genere ai seggi”
- Le regole del diritto perfetto, “Parliamo di colorismo”
- LunnyLunnyLunny, “Cosa significa crip face”
- Sofia Righetti, “Aggressioni verbali e abilismo”
“Creator dell’anno”
- Aida Diouf Mbengue
- Carolina Capria
- Francesca Bubba
- Jessica Giorgia Senesi
- Momoka Banana
- Nadia Lauricella
“Personaggio dell’anno”
- Alessandro Michele
- Chiara Bersani
- Marracash
- Ornella Vanoni
- Paola Egonu
- Paola Turci & Francesca Pascale
- Samantha Cristoforetti
A proposito di palinsesti, va segnalato che ormai non ci sono più soltanto i rituali incontri di Rai e Mediaset… Qui di seguito un “recap” delle date di presentazione dell’offerta dei maggiori “player”: 4 luglio Sky e Mediaset; 7 luglio Rai; 11 luglio La7; 12 luglio Prime Video; 13 luglio Warner Bros Discovery…
E si ricordi che da oggi lunedì 3 a venerdì 7 luglio si riunisce a Riccione un’altra compagnia di giro, la tribù dei cinematografari: si prevede la partecipazione di circa 2mila professionisti del cinema “theatrirical”, in occasione della XII edizione di Ciné – Giornate di Cinema. Mondi paralleli, quelli della tv e del cinema, certamente interagenti, ma ancora con culture e pratiche e sociologie peculiari…
Clicca qui, per il report 2023 “Diversity Media Research”, a cura di Osservatorio di Pavia, 2B Research e Fondazione Diversity ets, presentato a Milano l’11 maggio 2023.
Clicca qui, per rivedere la trasmissione “Diversity Media Award 2023” (VIII edizione), tenutasi il 21 giugno 2023 a Milano, e trasmessa da Rai il 1° luglio 2023, su RaiPlay
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.
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