Lettera aperta del Comitato “Siamo ai titoli di coda” al Ministro Sangiuliano e alla Sottosegretaria Borgonzoni… Ed intanto c’è chi continua a bearsi dei lustrini e del red carpet…

Questa mattina a Roma, a Piazza Santi Apostoli, s’è tenuta la annunciata manifestazione di protesta promossa dal Comitato Lavoratori del Cine-Audiovisivo che si sono dati il nome efficace (ma deprimente) di “Siamo ai titoli di coda”: iniziativa spontanea, e senza particolare strutturazione (non c’era un palco, ed è stato usato un megafono), alcune centinaia di lavoratori si sono ritrovati a condividere la sensazione di malessere crescente, determinata dalla stagnazione (o comunque dal rallentamento) del sistema produttivo del cinema e dell’audiovisivo in Italia, determinata dal grande ritardo con il quale il Ministero della Cultura sta mettendo mano alla riforma della “Legge Franceschini” del 2016… L’iniziativa è stata promossa dalle seguenti associazioni: Apai (Associazione del Personale di Produzione Audiovisivo), Aiarse (Associazione Italiana Aiuto Registi e Segretarie di Edizione), Ccs (Collettivo Chiaroscuro), Apci (Associazione Pittori Decoratori Cinematografici), Aitr (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa), Aits (Associazione Italiana Tecnici del Suono), Agi Spettacolo (Associazione Generici Italiani dello Spettacolo), Emic (Associazione Nazionale Elettricisti e Macchinisti del Settore Cineaudiovisivo), Annac (Associazione Nazionale Noleggio Automezzi Cinetelevisivi)… Hanno firmato l’appello anche una decina di imprese del settore (le quali – evidentemente – non si sentono adeguatamente rappresentate dai sindacati datoriali, Anica in primis): Le Fiorucci srl, La Teca dell’Immaginario sas, Schiavi Marco srl, Rental Film Industry srl, Scenografica srl, Rec srl, D-Vision Movie People srl, Panalight spa, Kiwii Digital srl, Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici srl, Presadiretta, Lambda srl…

L’adesione del M5s e di Avs al Comitato dei Lavoratori del Cine-Audiovisivo “Siamo ai titoli di coda”

L’iniziativa non ha registrato ricadute politiche particolari, se non da parte di due esponenti del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi Sinistra. Tace il Partito Democratico, e “ovviamente” i partiti della maggioranza…

Il deputato pentastellato Gaetano Amato, che ha ironizzato anche su una notizia pubblicata su “Il Fatto Quotidiano” di oggi, rispetto ad una iniziativa – come dire?! – effimera della Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni: “sosteniamo convintamente la protesta dei professionisti del cine-audiovisivo che denunciano la drammatica situazione in cui versa il comparto sotto la gestione del duo Sangiuliano-Borgonzoni. Questi lavoratori stanno vivendo la paralisi più totale. Da un lato c’è la sospensione del Tax Credit, a causa della quale in moltissimi non stanno lavorando. Dall’altro lato c’è il ritardo, incomprensibile e vergognoso, per quanto riguarda i decreti ministeriali sul settore Cine-Audiovisivo. E a questo si aggiunge la beffa della pressoché assoluta assenza di strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori. Perché Gennaro Sangiuliano non dà alcuna risposta a questi professionisti? Perché non se ne occupa la sottosegretaria con delega al settore, la leghista Lucia Borgonzoni? Forse è troppo impegnata a presenziare a sfilate con gli abiti presi in prestito dagli stessi stilisti? Una cosa è certa: con questa gestione per la cultura, per il cinema e per lo spettacolo siamo veramente ai titoli di coda”…

È poi intervenuto il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) Tino Magni, che ha dichiarato, portando la propria adesione ai manifestanti: “il cinema, le produzioni audiovisive sono una delle eccellenze italiane che tutto il mondo ci invidia. Ma per far sognare gli spettatori sono necessarie le maestranze, gli elettricisti, i macchinisti, gli attrezzistiSenza il loro lavoro non sogna nessuno. Le produzioni nazionali sono ferme al palo e l’intero comparto audiovisivo è da tempo in ginocchio. Una situazione insostenibile per i lavoratori e le lavoratrici che si ritrovano senza lavoro e senza prospettive per il futuro. Questi lavoratori sono stati totalmente dimenticati dal governo Meloni. Le modifiche volute dal ministro Sangiuliano alla legge sul cinema, invece di correggere, colpiscono al cuore la produzione cinematografica, creando un’accozzaglia normativa incomprensibile. È ora di dire basta: i ritardi nell’emissione dei decreti stanno bloccando tutto e a pagare sono sempre i lavoratori. Per far ripartire un comparto importantissimo la norma sul tax credit deve essere approvata in fretta per permettere all’intero settore di tornare rapidamente in una fase produttiva, serve poi un nuovo sistema di ammortizzatori sociali e il rinnovo contrattuale, fermo da troppo tempo”.

A proposito di “politica spettacolo”?! La denuncia de “il Fatto”: il caso delle “politiche indossatrici” ovvero della Ministra (Santanché) e della Sottosegretaria (Borgonzoni) che finanziano iniziative che le vedono in passarella?

Il riferimento del deputato Amato è ad un lungo articolo di una delle penne più caustiche del quotidiano diretto da Marco Travaglio, qual è Thomas Mackinson, che spara un polemico intervento, richiamato in prima pagina, relativo ad un evento, tenutosi il 26 maggio dell’anno scorso a Rimini, la sfilata-evento con cui la stilista romagnola Alberta Ferretti (fondatrice del gruppo quotato Aeffe), ha svelato la sua nuova collezione… In prima fila, allora, tra gli altri, la Ministro del Turismo Daniela Santanché e la Sottosegreteria Lucia Borgonzoni, che – come è noto – è anzitutto delegata (dal Ministro Gennaro Sangiuliano) al cinema e audiovisivo ma anche alle “industrie creative”, tra quali è particolarmente rilevante (anche in termini di business) giustappunto la moda.

Thomas Mackinson scrive, con sarcasmo: “rivendicano di aver tagliato gli sprechi della “casta dei radical chic di sinistra” ai film e agli eventi di nicchia per gli amici degli amici. I paladini della destra del rigore però non batton ciglio se mezzo milione di fondi pubblici vengono usati per l’evento privato di una stilista amica loro. Anche se veste da capo a piedi chi sta in cima ai ministeri che lo finanziano, magari con la formula furbetta dei “capi in prestito. Basta non si sappia in giro, che non sta bene”.

Il quotidiano rivendica di aver scoperto che il Ministero del Turismo aveva contribuito all’evento con 90mila euro, ed oggi integra ed aggiorna: “solo ora da altre fonti si scopre che i ministeri generosi in realtà erano due, che rispondono alle due donne della politica ben in vista alla sfilata. Il secondo è un contributo per “servizi” di 305 mila euro erogato dal ministero della Cultura e pagato da Cinecittà il 4 aprile scorso. La causale: “Realizzazione sfilata-evento Rimini”. Cinecittà precisa però di aver svolto “solo un ruolo di supporto amministrativo”, giacché progetto e fondi sono della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, dove la Borgonzoni è di casa, avendo le deleghe per cinema e moda. Da lì è uscito un “progetto speciale” che unisce Fellini alla sfilata: “Il comune genius loci tra Alberta Ferretti e il Maestro Fellini, entrambi nati a Rimini, e il connubio moda/cinema, molto ricercato per questa collezione…”, è la giustificazione all’ulteriore contributo. Contando i 90 mila euro dell’Azienda Turistica dell’Emilia-Romagna, la sfilata è costata mezzo milione di fondi pubblici”.

Ma non finisce qui, e si entra effettivamente un po’ in una scena degna della “commedia all’italiana”: “altre cifre sono imbarazzanti. Nonostante la tragedia in corso, il Gruppo Ferretti e le istituzioni patrocinanti avevano scelto di non cancellare l’evento per “dimostrare la resilienza” (sic) del popolo romagnolo, annunciando una raccolta fondi per l’emergenza e la vendita di felpe disegnate ad hoc dalla Ferretti con la scritta “Io ci sono”, che naturalmente Santanchè e Borgonzoni indossano a favor di telecamere. Aeffe comunicò poi al Fatto che le felpe fruttarono 57 mila euro soltanto, mentre nulla finora si sapeva sul conto ministeriale “Emergenza alluvione” aperto da Cinecittà. Cinque mesi dopo da via Tuscolana partirono due bonifici ai Comuni di Villafranca e Sant’Agata sul Santerno per 300mila euro destinati al ripristino di due palazzine. Per il “popolo degli alluvionati” furono dunque raccolti meno fondi di quanti lo Stato ne avesse versati al Gruppo Ferretti che fattura 350 milioni l’anno”.

E qui l’affondo: “tornando a quella serata, l’occhio cade sul vestito: la Santanchè, amica della stilista, si presentò con un completo Ferretti. Solo i pantaloni adornati di paillette e pietre costano quasi 4 mila euro. Magari lei li paga, diversamente da quelli che la Borgonzoni, amica e conterranea della stilista, sfoggia nelle occasioni istituzionali e di gala cui è chiamata a partecipare in virtù della sua carica: ad esempio quello arancione in seta ricamata sul red carpet della Mostra del Cinema, e quello turchese indossato l’indomani”.

Il giornalista de “il Fatto” manda le foto delle… politiche-indossatrici a Francesco Francavilla, a capo comunicazione di Aeffe Spa: “i capi indossati da personaggi sui tappeti rossi fanno parte di un guardaroba dell’ufficio stampa che li mette a disposizione per gli indossi e poi li recupera”. Però chi li recupera, come e quando non lo dice. L’ultimo messaggio è: “lo facciamo come tutte le case di moda”. Le foto vengono girate a Borgonzoni, che risponde piccata: “non mi è stato regalato! Spero un giorno di essere contattata da lei per qualcuno dei tanti provvedimenti che seguo come sottosegretario. Buon lavoro”.

Il suo entourage si precipita a parare il colpo d’immagine del Sottosegretario con delega alla moda che si fa “prestare” i vestiti dalle case di moda, compresa quella che il suo ministero finanzia. “Così fan tutti” è il refrain, ma lei non lo farà più per evitare “fraintendimenti”.

Abbiamo rilanciato l’articolo de “Il Fatto” perché è sintomatico di modalità comportamentali che uniscono la “politica” e lo “spettacolo”, in quella convergenza spesso deleteria della “politica spettacolo”.

E peraltro temiamo che, anche se il collega Thomas Mackinson avesse chiesto alla Sottosegretaria qualcosa dei “tanti provvedimenti” che dichiara di seguire, le risposte non sarebbero state adeguate e soddisfacenti.

L’anno scorso, più volte, abbiamo chiesto – da queste colonne del quotidiano online “Key4biz” – alla gentile ed esuberante Sottosegretaria (donna di indubbio fascino), di spiegare in dettaglio come fosse strutturata la (da lei) tanto decantata campagna “Cinema Revolution” (per la promozione , quali fosse l’agenzia pubblicitaria e promozionale coinvolta, quale fosse la campagna-media ovvero la pianificazione mediale, e mai abbiamo avuto il piacere di una risposta… Torneremo presto sulla vicenda.

Peraltro, questa volta in sordina, è stata annunciata la nuova edizione di questa campagna, in una fase nella quale il “box office” del cinema italiano sta calando proprio a picco (in questo caso, la metafora “siamo ai titoli di coda” è proprio azzeccata).

Rispetto ai “progetti speciali”, si (ri)apre un capitolo nebbioso della politica culturale italiana, al quale abbiamo dedicato attenzione nel corso degli anni: basti osservare che soltanto nel giugno del 2023 sono stati pubblicati i risultati del bando “Progetti Speciali” 2022 della Direzione Cinema e Audiovisivo del Mic (avviso che era stato pubblicato curiosamente nel luglio)… In quel bando, non si rintraccia il contributo di 305.000 euro segnalato oggi da “Il Fatto”, ma si legge – tra l’altro – del contributo di 100.000 euro a favore della Associazione Agnus Dei, che è il soggetto giuridico con il quale opera Tiziana Rocca (vedi supra), per il “Producer Italian Award”… Il contributo è cresciuto rispetto ai 66.000 euro per “Progetti Speciali” anno 2021.

Va segnalato che nel corso del 2023 il bando “Progetti Speciali” non è stato pubblicato, per incomprensibili ragioni, ma nel “piano di riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024 risultano stanziati ben ben 24,5 milioni di euro che verranno assegnati ai “progetti speciali” (di cui una quantità indeterminata a favore della campagna “Cinema Revolution”: vedi supra…). Bando “Progetti Speciali” 2023 ancora “in mente dei”, così come quello “Promozione” 2023 (focalizzato sui festival) che inspiegabilmente continuano a non essere ancora pubblicato…

Segnaliamo che, secondo elaborazioni della rivista “Box Office” (edito da duesse), pubblicate nel febbraio scorso, i soggetti che hanno ottenuto maggiori contributi sui fondi “Promozione” della Dgca del Mic sono stati, dal 2021 al 2023: l’Ente Autonomo Giffoni Experience con ben 3,4 milioni di euro; l’Istituto Luce Cinecittà per 2 milioni di euro (contributo integrativo rispetto ai fondi ordinari che riceve ogni anno dal Ministero, nell’ordine di circa 20 milioni, e non si comprendono le ragioni di questa integrazione), l’associazione culturale Magna Graecia Eventi con 1 milione di euro… Quarta in classifica l’Agnus Dei Associazione di Tiziana Rocca, giustappunto…

Che Tiziana Rocca sia una “potenza” nel settore cinema e audiovisivo, per la sua grande rete relazionale, è confermata dalla nomina del marito Giulio Base, nel luglio del 2023, alla guida del Torino Film Festival, con il plauso della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni…

E verosimilmente la senatrice leghista non risponderà – temiamo – alla “lettera aperta” che le è stata indirizzata questa mattina dal Comitato “Siamo ai titoli di coda”: come abbiamo già segnalato tante volte, il Ministero della Cultura continua a non dare segni di vita in relazione ai tanti decreti che dovrebbero consentire il riavvio delle attività del settore cinema e audiovisivo, dopo mesi e mesi di protratto congelamento di esasperante attesa…

Come scrivevamo ieri su queste colonne, in effetti, dopo l’approvazione del “piano di riparto” dei circa 700 milioni di euro (firmato dal Ministro Gennaro Sangiuliano il 12 aprile 2024, ma pubblicato soltanto l’11 maggio 2024) che lo Stato italiano assegna al settore per l’anno 2024, tutte le fasi della “filiera” – dalla produzione alla promozione – sono in attesa di decreti che non vedono ancora la luce, per ragioni che sono ormai incomprensibili.

Dopo mesi e mesi (inspiegabile attesa), il decreto ritenuto più importante – quello relativo al “tax credit” – è stato finalmente trasmesso dalla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni al Ministero dell’Economia e Finanze qualche giorno fa e la senatrice leghista ha annunciato che “spera” che possa essere controfirmato e pubblicato “entro l’estate” (vedi “Key4biz” del 24 maggio 2024, “Al di là del ‘tax credit’, gli incomprensibili ritardi della Direzione Cinema Audiovisivo del Mic nell’emanazione di decreti tanto attesi”).

Nel mentre, tutto il settore è sostanzialmente paralizzato.

Eppure c’è chi invece propone un’immagine… “splendida splendente” (copyright Donatella Rettore) del settore: è il caso della rivista “Fortune Entertainment Italia” (costola della omonima testata mensile) che nell’edizione pubblicata proprio oggi 4 giugno, dedica un dossier alle nuove leve del cinema e dell’audiovisivo italiano, con un articolo intitolato “Giovani, carini e molto occupati”, al quale si affianca – nemmeno a farlo apposta – un altro pezzo intitolato “Il talento del cinema e delle donne in passarella”, con un’intervista di una grande amica della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, la organizzatrice di eventi Tiziana Rocca, artefice della kermesse “Filming in Italy” (alias “Filming Italy Sardegna Festival”), in calendario dal 20 al 23 giugno 2023 a Cagliari ed al Forte Village di Santa Margherita di Pula. Tiziana Rocca, peccando di immodestia, definisce la sua kermesse “un festival boutique”, che si colloca tra Cannes e Venezia (nientepopodimeno?!)… Nell’intervista, Tiziana Rocca evidenzia il legame tra “cinema” e “moda” e si vanta di essere riuscita, “Insieme al sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni, sono riuscita a far mettere nel museo dell’Academy un abito indossato da Gina Lollobrigida ne “La donna più bella del mondo””. Suvvia, come non plaudire a cotanto risultato, per la promozione del… “made in Italy” cultural-audiovisivo nel mondo?!

A proposito di iniziative con passarelle e lustrini (e champagna, sa va san dire), la iperattiva (a livello di immagine) Lucia Borgonzoni era ben presente in occasione della “Charity Dinner” di Anlaids Lazio, che si è tenuta giovedì scorso 30 maggio 2024 al Salone Centrale della Galleria Nazionale di Arte Moderna (Gnam) di Roma, parata di “celebrities” del cinema, dello spettacolo e del giornalismo… Ainlais Lazio è presieduta da Gianluca De Marchi, che è Ceo della potente Urban Vision Group. Come dire?! Nulla da obiettare, ovviamente, se un politico partecipa ad una iniziativa benefica, per quanto il confine tra beneficienza e narcisismo (e strumentalizzazione autopromozionale del ruolo istituzionale), in casi come questo, sia labile. Peraltro gli organizzatori si vantano di aver raccolto, nella serata, oltre 200mila euro. Chapeau!

Affronteremo presto, su queste colonne, le tante iniziative di “promozione” nazionale ed internazionale” del cinema e dell’audiovisivo italiano: in particolare quelle internazionali, che sono parcellizzate e frammentarie, in assenza non soltanto di una agenzia specializzata (come la storica Unifrance d’Oltralpe), ma di un reale coordinamento da parte del Ministero della Cultura, del Ministero delle Imprese e Made in Italy (Mimit) e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci): un po’ come avviene per le centinaia e centinaia di festival cinematografici sparsi su tutto il territorio nazionale, rispetto ai quali non è mai stata avviato uno studio sulla effettiva efficacia e ricaduta ed impatto, sia sui territori sia rispetto all’ “immagine” del cinema e dell’audiovisivo…

Esiste ormai una quantità impressionante di festival e festivalini (in Italia ed all’estero, ovvero kermesse italiane nel mondo) che non sono mai stati oggetto di valutazioni di sorta da parte del Ministero della Cultura, che soltanto nel 2023 ha accolto una avanguardistica proposta di censimento e mappatura elaborata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, col progetto “Italia dei Festival”, che ha finora censito oltre 3.000 festival (cinema, teatro, musica, letteratura, ecc.) in tutta Italia.

Esiste insomma una “macchina festivaliera” la cui effettiva capacità di stimolare la promozione del cinema e dell’audiovisivo è ancora tutta da dimostrare…

“Siamo ai titoli di coda” scrive una lettera aperta al Ministro ed alla Sottosegretaria

Alle luci dei riflettori di queste simpatiche e spumeggianti passerelle, si affianca la difficoltà, talvolta sopravvivenziale, di migliaia di lavoratori, come si è avuto conferma questa mattina a Roma nella manifestazione a Piazza Santi Apostoli.

Il Comitato dei Lavoratori del Cine-Audiovisivo “Siamo ai titoli di coda” ha denunciato che, a seguito della sospensione del “Tax Credit”, il 60 per cento degli operatori del settore non sta lavorando: la situazione in cui versa il comparto è “drammatica”.

Ciro Scognamiglio, Presidente di Aiarse (Associazione Italiana Aiuto Registi e Segretarie di Edizione) ha spiegato ad IsICult Key4biz che la situazione è “molto grave” (la disoccupazione serpeggia, non meno dell’incertezza rispetto al futuro), nonostante i sindacati (Cgil Uil Cisl) non abbiano deciso di avviare azioni di protesta, concentrati come sono nella gestazione dei contratti nazionali collettivi di lavoro. In particolare, i lavoratori di questa mattina vorrebbero un ccnl “troupe” che sia adeguato alle difficoltà in essere, e quindi l’iniziativa si pone come pungolo rispetto ad una qual certa “lentezza” dei sindacati confederali.

Un altro attivista di “Siamoaititolidicoda”, Alessandro Merluzzi, ha manifestato preoccupazione per una delle previsioni del famigerato “decreto tax credit” (bozza ancora al vaglio del Mef), che impone, tra i “costi eleggibili” (ovvero quelli rispetto ai quali il produttore può beneficiare del 40 % di credito di imposta), in relazione ai costi del lavoro, l’obbligo che siano coinvolti nel processo produttivo lavoratori con contratti coerenti con il “ccnl” della categoria, ovvero con il “minimo sindacale” previsto, più un 20 %. Questo limite (oggi non esistente) determina una riduzione del margine di flessibilità, nella definizione delle controprestazioni, che va a nocumento del lavoratore, che, nella gran parte dei casi, non ha un particolare potere di contrattazione (a differenza di quel che avviene per registi, attori protagonisti, ecc.).

Il sondaggio: il 60 % dei lavoratori del settore è attualmente disoccupato, il 46 % dei lavoratori disoccupati dichiara di esserlo perché il progetto che doveva fare è stato annullato o rimandato…

Oggi è stata promossa comunicazionalmente (con l’Ansa che ha assegnato molto spazio all’iniziativa) la recentissima indagine interna realizzata da una delle associazioni che ha promosso la protesta di questa mattina, l’Associazione Italiana Aiuto Registi e Segretarie di Edizione (Aiarse), che ha interpellato i lavoratori del settore con un sondaggio a cui hanno partecipato 2.772 addetti, una “platea” ampia e variageta, nella quale figurano – tra i tanti – gli assistenti alla regia o ai costumi, i truccatori, gli aiuto registi, i costumisti, gli script supervisor, i parrucchieri, gli assistenti e gli aiuto operatori, i fonici… (solo per citarne alcuni).

L’indagine rivela che su 2.772 partecipanti al sondaggio, ben 1.662 persone ovvero il 60 % del totale, in questo momento è disoccupato, ovvero che 3 lavoratori su 5 del settore sono a casa.

Questo dato, già di per sé allarmante, è ancor più amplificato dal fatto che ci troviamo nel trimestre che dovrebbe vedere il picco del livello occupazionale annuo. Inoltre diverse persone, che in questo momento sono occupate, ci segnalano che si tratta molto spesso di piccoli o piccolissimi progetti” spiegano gli autori della rilevazione Aisarse.

Tra i disoccupati, oltretutto, più del 56 % dichiara di esserlo da più di 3 mesi.

Non solo, il 46 % dei lavoratori disoccupati dichiara di esserlo perché il progetto che doveva fare è stato annullato o rimandato (vedi alla voce: ritardo della riforma della Legge Franceschini e ritardo nella pubblicazione dei decreti ministeriali)

Preoccupante risulta inoltre la prospettiva: sempre nella platea dei disoccupati, il 62 %, praticamente 2 su 3, afferma di non avere “nessuna prospettiva lavorativa né a breve, né a medio e nemmeno a lungo termine”.

Sui 2.772 partecipanti al sondaggio, inoltre, più del 26 % risulta essere entrato in questo settore in epoca “post Covid”: queste persone, principalmente giovani, molti anche usciti da un percorso pluriennale di formazione, “hanno conosciuto come normalità un mercato fortemente alterato in termini di inserimento, di continuità lavorativa e di valore delle paghe”.

Allarmante, tra le dichiarazioni degli intervistati, anche la situazione delle tutele: dei 1.662 disoccupati più del 66 % dichiara di “non percepire nessun tipo di ammortizzatore sociale o di esaurirlo entro un mese”.

Insomma, c’è poco da festeggiare… in cene e red carpet “spendido splendenti”.

Vediamo se questa volta la Sottosegretaria delegata risponderà alle richieste dei lavoratori.

Eletto oggi il nuovo leader del Sindacato Lavoratori della Conoscenza della Cgil: Riccardo Saccone

Tra le notizie da segnalare oggi, a proposito di sindacati, il passaggio di consegne tra Fabrizio Solari e Riccardo Saccone, che è stato eletto alla guida del Sindacato Lavoratori della Comunicazione della Cgil (Slc Cgil): 50 anni, romano, dipendente Wind, lunga esperienza nel settore, e già Segretario nazionale della categoria, dopo la massima responsabilità territoriale a Roma e nel Lazio. È stato eletto questo pomeriggio alla quasi unanimità (1 solo voto contrario) gli oltre 100 componenti dell’Assemblea nazionale di Slc Cgil riuniti nella sede della Confederazione, a Roma, su proposta del Segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. A Saccone, l’arduo compito – tra gli altri – di comporre i tasselli della frammentazione ovvero di rafforzare la capacità di rappresentanza della Cgil nel “rutilante” mondo del cinema e dell’audiovisivo, le cui molte anime appaiono sempre più mosse in una dinamica policentrica (il che può essere considerato positivo in termini di pluralismo intellettuale e ideologico, ma negativa per la conseguente difficoltà di porre istanze unitarie alle istituzioni, il Mic in primis).

Clicca qui, per la “lettera aperta” inviata dal Comitato Lavoratori del Cine-Audiovisivo “Siamoaititolidicoda” inviata al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e alla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, Roma 4 giugno 2024.

Clicca qui, per la sintesi del sondaggio “Il cinema italiano non è sano: perché? Alcuni dati”, realizzato dalle associazioni aderenti al Comitato Lavoratori del Cine-Audiovisivo “Siamoaititolidicoda”, Roma, 4 giugno 2024

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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