Non è mai stato realmente impattante, ma la decisione conferma il disinteresse dello Stato verso la tutela dei minori nel sistema dei media. Tacciono anche le autorità competenti (dall’Agcom all’Agia). Nebbie sul nuovo Comitato “Interistituzionale” che verrà…

Tante volte, sulle colonne di questo quotidiano online “Key4biz” (specializzato sull’economia digitale e la cultura del futuro), l’IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale, ci siamo trovati (ed anche oggi ci ritroviamo) ad indossare le vesti dell’osservatore critico dissidente o dissenziente, nel silenzio dei più (o di tutti): oggi ci ri-sentiamo “vox clamantis in deserto”, rispetto ad una vicenda che non ha suscitato attenzione alcuna da parte dei media (“mainstream” o meno), delle istituzioni, della politica, pur essendo invece di importanza strategica (socio-culturale), rispetto alla tutela dei minori sui media, nell’economia del sistema della comunicazione digitale, a partire dalla lotta alla pornografia… Oggi qui affrontiamo il “killeraggio” istituzionale, ovvero l’eutanasia, dello storico Comitato Media e Minori.

La notizia risale ormai ad un paio di settimane fa, e non è stata ripresa da nessuno (ribadiamo: nessuno). Soltanto sabato scorso 6 luglio, il quotidiano “L’Unione Sarda” ha rilanciato (sia nell’edizione digitale sia nell’edizione cartacea) una nota diramata dal Presidente del Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) della Sardegna, Sergio Nuvoli, che ha dichiarato “episodio grave, bambini e ragazzi senza tutela… Eliminato senza alcuna motivazione un organismo efficace e primo in Europa nel suo genere. E non è chiaro se e da cosa verrà sostituito”.

Chi cura questa rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” non è proprio convinto che si sia trattato effettivamente di un organismo “efficace”, anzi più volte su queste colonne ne abbiamo segnalato (denunciato) la debolezza, così come di un altro organismo non meno fragile, qual il Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu)…

Sergio Nuvoli (Corecom Sardegna): “le persone minori di età non avranno più tutela… una preziosa occasione buttata via, e – quel che è peggio – senza alcuna motivazione

Ha dichiarato Sergio Nuvoli: “nei giorni scorsi, si è riunito a Roma per l’ultima volta il Comitato Nazionale di applicazione del Codice di Autoregolamentazione Media e Minori, istituito presso il Comitato delle Imprese e del Made in Italy”. Nuvoli è Presidente del Corecom Sardegna e componente del Comitato nazionale in rappresentanza del Coordinamento dei Presidenti dei Corecom delle Regioni e delle Province Autonome italiane.

Nato nel 2002 dalla volontà delle emittenti televisive pubbliche e private, nazionali e locali, per contribuire a migliorare la qualità delle trasmissioni dedicate ai minori, per aiutare le famiglie ed il pubblico più giovane ad un uso corretto della televisione e sensibilizzare chi produce i programmi alle esigenze dei minori, il Comitato Media e Minori è stato cancellato dal Governo, ed ha quindi smesso di operare nelle scorse settimane.

Si trattava di un organismo composto da 15 persone, in rappresentanza delle istituzioni, delle associazioni degli utenti e delle emittenti televisive, che vigilava sul rispetto delle norme a tutela dei minori (per esempio, con il “bollino rosso” prima di programmi inadatti alla fascia protetta). 

Sostiene il Presidente del Corecom Sardegna: “un caso rarissimo, vent’anni fa fu il primo in Europa nel suo genere, quando le emittenti televisive accettarono di autoregolamentarsi, dotandosi di un codice sulla cui applicazione vigilava fino a poche settimane fa un organismo in cui i rappresentanti delle emittenti televisive si confrontavano, a titolo totalmente gratuito, con esperti esterni… Nei mesi in cui ne ho fatto parte, ho visto in ognuno dei componenti del Comitato grande onestà intellettuale nel confrontarsi in modo schietto su segnalazioni a volte complesse: numerose sono state le sanzioni erogate, le istruttorie e i richiami. Ho apprezzato soprattutto la grandissima disponibilità al dialogo da parte delle emittenti televisive, con le quali abbiamo discusso – in modo a volte anche aspro – su quello che si poteva fare per migliorare la protezione dei più piccoli”.

Negli ultimi mesi, il Comitato è stato impegnato a fondo nella riscrittura del “Codice di Autoregolamentazione”, che proprio su richiesta di Sergio Nuvoli è stato integrato anche con la previsione di tutele dei minori sulla rete ed in particolare sui “social”: “ora tutto questo non c’è più e fino a prova contraria le persone minori di età non avranno più nemmeno questa tutela, perché non si capisce ancora se, come e da cosa il Comitato sarà sostituito. Peccato, è una preziosa occasione buttata via, e – quel che è peggio – senza alcuna motivazione”. 

Conclude così Nuvoli la sua lamentazione e protesta: “il Coordinamento dei Presidenti dei Corecom ha informato Agcom della cancellazione del Comitato: ora cercheremo di capire come riattivare in modo diverso, magari su base regionale, una forma di tutela dei minori così importante ed efficace, con il necessario dialogo con le emittenti televisive”.

Riavvolgiamo il nastro e cerchiamo di ricostruire la vicenda: il 19 giugno 2024 si è tenuta l’ultima riunione del Comitato Media e Minori, sotto la presidenza dell’avvocato Jacopo Marzetti

Si legge nel verbale della riunione: “questa sarà l’ultima riunione del Comitato Media Minori sulla base delle superiori istruzioni impartite dal Mimit e dall’Avvocatura dello Stato”. Il consigliere Nuvoli ha proposto di segnalare ad Agcomla difficoltà in cui si viene a trovare il Comitato, in quanto per un certo periodo non verrà svolta l’attività di vigilanza in attesa del nuovo Comitato che verrà costituito…

Va segnalato che i rappresentanti degli utenti in seno al Comitato Media e Minori hanno disertato la riunione del 19 giugno 2024 in segno di protesta.

Remigio del Grosso (membro del Comitato Media e Minori designato da Agcom): “c’era una volta un baluardo contro la tv spazzatura a tutela dei più piccoli, ora non esiste più”

Il requiem del Comitato era stato intonato già da settimane. 

Il 31 maggio 2024, Remigio del Grosso, uno dei più pugnaci consiglieri del Comitato Media e Minori (membro designato dall’Agcom) aveva dichiarato: “c’era una volta un baluardo contro la tv spazzatura a tutela dei più piccoli, che ora non esiste più. Il glorioso Comitato Media e Minori, a suo tempo presieduto dal compianto Emilio Rossi, è stato cancellato dal Governo, dopo oltre 22 anni di attività, con il Decreto Legislativo n. 50/2024. In verità, agli osservatori più attenti, la decisione dell’attuale Governo è sembrata la naturale conclusione di un percorso di progressivo indebolimento del Comitato, iniziato circa dieci anni fa”.

Si ricordi che nel marzo del 2014, l’Associazione Tv e Minori, costituita nel 2002 dalle emittenti firmatarie del “Codice di Autoregolamentazione”, decise unilateralmente di sciogliersi e licenziare le quattro lavoratrici che fino ad allora avevano assicurato l’operatività del Comitato. A nulla valsero le proteste della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), mirate a sollecitare un ripensamento da parte del Presidente dell’Associazione Tv e Minori, Patrizio Rossano (è lo stesso Rossano che ha recentemente presentato – insieme a Nino Rizzo Nervo, Stefano RolandoGiulio Enea Vigevani – un ricorso al Tar per bloccare la procedura di nomina del nuovo Cda Rai; vedi “Key4biz” del 20 giugno 2024, “CdA Rai, nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Cinema e audiovisivo: tutto fermo, il 27 giugno nuova manifestazione di protesta dei lavoratori”) e “Key4biz” del 5 luglio 2024, “Anica e Apa ai vertici di Cinecittà ed il Consiglio di Stato boccia il ricorso sull’elezione del Cda Rai”).

I membri dell’ormai decaduto Comitato Media e Minori (presieduto da Jacopo Marzetti) sono (stati): 

  • rappresentanti delle istituzioni: Jacopo Marzetti (Presidente); Giuseppe Scialla; Iside Castagnola; Remigio del Grosso (membro designato dall’Agcom); Maria Astone (supplenti: Donatella Proto; Massimiliano Vernì; Giorgia Zoccali; Mihaela Gavrila; Elena Veschi);
  • rappresentanti delle emittenti: Marcello Ciannamea, Maria Eleanora Lucchin, Giovanni Crudele, Alfredo Donato, Alessia Caricato (supplenti: Anna Maria La Cesa, Claudia D’Agostino, Domenico Siciliano, Rainero Schembri, Mario Albanesi);
  • rappresentanti degli utenti: Emilia Visco, Vincenzo Brogi, Luca Borgomeo, Matteo Santini, Umberto Rapetto (supplenti: Luisa Lodevole, Giuseppe Magno, Angela Nava Mambretti, Emilio Tosi, Laura Provenzali).

Nel corso degli anni, il Comitato Media e Minori qualcosa certamente ha fatto – va riconosciuto – stimolando anche un qualche (raro) intervento sanzionatorio da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ma riteniamo che la sua attività non si sia purtroppo mai rivelata particolarmente incisiva. Anche a causa di vincoli oggettivi, a partire dal deficit di risorse economiche e professionali: basti pensare che non è mai stato dotato di un ufficio stampa. Stessa sorta del Comitato Nazionale degli Utenti – Cnu (guidato da Sandra Cioffi), organismo “ausiliario” dell’Agcom da rafforzare.

Nulla si sa (pubblicamente) del nascituro “Comitato Consultivo Interistituzionale” in gestazione al Mimit

Il provvedimento adottato dal Governo ha causato una discreta confusione interpretativa. 

Il “Comitato Media e Minori” viene di fatto sostituito da un “Comitato Consultivo Interistituzionale”, del quale ancora non si conoscono bene né le competenze, né i criteri di nomina dei relativi componenti, né la data del futuro insediamento… 

Si legge infatti all’articolo 8 del Decreto Legislativo 25 marzo 2024, n. 50 (intitolato “Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, recante il testo unico dei servizi di media audiovisivi in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato, in attuazione della direttiva (Ue) 2018/1808 di modifica della direttiva 2010/13/Ue”):

«2. Presso il Ministero è istituito un comitato consultivo interistituzionale con compiti di promozione e ricerca sui temi di alfabetizzazione mediatica e digitale, di esprimere parere nella fase di adozione dei codici di autoregolamentazione e co-regolamentazione dei fornitori di servizi media diffusi tramite qualsiasi canale o piattaforma, a tutela dei minori. Le modalità di funzionamento e partecipazione al comitato sono definite con successivo decreto ministeriale. Ai partecipanti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese e altri emolumenti comunque denominati.».

Il decreto è entrato in vigore il 2 maggio 2024, e, a distanza di oltre due mesi da quel termine, nulla è dato sapere (pubblicazione) del decreto ministeriale in gestazione. 

Il delicato dossier è nelle mani della Direttrice Generale del Ministero per le Imprese e il Made in ItalyPatrizia Catenacci (Dg per il Digitale e le Telecomunicazioni – Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione), direzione inquadrata nell’ambito dei Dipartimento per il Digitale, la Connettività e le Nuove Tecnologie, guidato da Eva Spina.

È del tutto evidente, pertanto, che dal 2 maggio scorso (data dell’entrata in vigore del decreto legislativo), le segnalazioni dei cittadini relative a presunte infrazioni al “Codice di Autoregolamentazione” da parte delle emittenti, restano senza esito alcuno, almeno fino a quando non verrà costituito il nuovo organismo.

In verità, rimane intatta la possibilità di inviare le denunce direttamente all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). L’opinione pubblica non ne è stata però informata, né con comunicati stampa o televisivi, né tramite gli appositi siti web del Mimit e delle emittenti.

Emerge evidente la volontà di trattare la questione in sordina, anzi di ignorarla, a beneficio della più assoluta “libertà del mercato” ovvero della volontà delle emittenti televisive, delle piattaforme, del web, di scrollarsi di dosso “lacci e lacciuoli”…

Denuncia ancora Remigio del Grosso: “nessuno ha provveduto ad informare l’opinione pubblica, né il Mimit con un apposito comunicato stampa, né le emittenti tramite i propri canali informativi. Naturalmente nessuna voce indipendente si è levata per denunciare la “controriforma“: né il Cnu-Agcom, né il quotidiano della Cei (cui pure è stata inviata una segnalazione), né le decine di associazioni che si occupano di tutela dei minori”. Oggi del Grosso ha rincarato la dose: “inspiegabile la decisione della maggioranza governativa di cancellare il glorioso Comitato Media e Minori costituito 22 anni dall’allora Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. Sconcertante poi che nessuno dei numerosi organismi istituzionali ed associazioni indipendenti che si occupano di tutela dei minori abbia speso una parola per stigmatizzare tale decisione”.

Ad oggi, 9 luglio 2024, nessuna traccia del nuovo Comitato: sul sito web del Mimit, la pagina dedicato al Comitato Media e Minori non registra alcun aggiornamento (per quanto esso sia sostanzialmente e formalmente defunto il 19 giugno 2024). Ed in effetti la pagina risulta aggiornata al 18 novembre 2021, ahinoi, ed è ancora disponibile il “modulo di segnalazione” (qui l’aggiornamento è al 22 febbraio 2019)…

In effetti, questo silenzio tombale è veramente impressionante, a partire dal quotidiano “Avvenire”, che è sempre stata una testata sensibile rispetto a queste tematiche (senza dimenticare naturalmente – sia ben chiaro, e ci si consenta l’autocitazione – “Key4biz”).

Questa situazione conferma la deriva del sistema di controlli: due anni e mezzo fa, affrontavamo la questione su queste colonne, in occasione della decisione dell’Agcom di sanzionare la volgarissima trasmissione “Lo Zoo di 105” (su Radio 105) e delle preoccupazioni manifestate dall’Autorità per l’Infanzia e l’Adolescenza (Agia) rispetto alla serie sudcoreana “Squid Game”. Ennesima nostra denuncia dell’anarchia che predominava e predomina soprattutto sul web: vedi “Key4biz” 2 novembre 2021, “Tra ‘Comitato Media e Minori’ e ‘Consiglio Nazionale degli Utenti’, lotta impari nel Far West Web per la (non) tutela dei minori”.

Da allora, nulla è migliorato. Anzi.

E l’annunciato “stop al porno” sul web è stato archiviato?!

Sulla debolezza del Comitato Media e Minori, a fronte di tematiche oggettivamente complesse come il cercare argini allo straripare della pornografia sul web, meritano essere ricordate alcune agrodolci ovvero sarcastiche sortite di qualche mese fa da parte del Generale Umberto Rapetto (anche lui membro del Comitato) sulle colonne della newsletter “Giano News”, intitolate “Lo stop governativo al porno per i minori ve lo racconto io”, in 4 gustose puntate (6 settembre 20237 settembre 20238 settembre 20239 settembre 2023). 

Su questi temi, si rimanda ad alcuni interventi su queste colonne, tra i quali Luigi Garofalo su “Key4biz” dell’8 settembre 2023, “Parental control, il governo fa “copia e incolla” della norma esistente. Meloni: “Su blocco siti porno per minori e verifica età online intervenga Parlamento”. Si legge in quell’articolo: “alla fine nessuna novità. Rispetto alla promessa dei giorni scorsi “stop porno ai minori”, il governo Meloni, nel Consiglio dei ministri di ieri, non ha indicato una nuova soluzione tecnologica per contrastare l’accesso ai siti porno da parte dei minori. Né il blocco ai siti con contenuto porno per i giovanissimi né l’uso di app di terze parti per verificare l’età degli utenti online. Quello che è stato annunciato sul parental control è una misura che esiste già”. In argomento, si legga anche l’intervento IsICult: “Pornografia sul web: la tardiva scoperta del Governo e l’esigenza di un intervento radicale”, su “Key4biz” del 5 settembre 2023.

A fronte dell’annuncio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di una “stretta” regolamentativa sul flusso indiscriminato di trash sul web, un nulla di fatto… 

E, da allora, la questione non è stata più affrontata.

Chi verifica l’applicazione del nuovo “Codice di Autoregolamentazione”, a fronte della scomparsa del Comitato Media e Minori?! E chi vigila sulla spazzatura che inonda il web?!

Su altro fronte, si leggeva in un dispaccio Ansa di sei mesi fa (20 novembre 2023): “dopo oltre 20 anni il Codice di Autoregolamentazione del Comitato Media e Minori, unica autorità governativa sul tema, è stato rinnovato per adeguarlo alle innovazioni tecnologiche e al nuovo scenario televisivo. Il nuovo testo, che rafforza la tutela nei confronti delle categorie interessate, è stato votato dal Comitato insieme alle maggiori emittenti e associazioni di settore (RaiMediasetLa7Confindustria TvAeranti Corallo) e, in base alla nuova legislazione, una volta ratificato dal Ministero del Made in Italy, varrà per tutte le realtà con responsabilità editoriale. Oggi “il nuovo codice verrà presentato al governo e l’ho voluto fare proprio nella Giornata Mondiale dei Diritti del Fanciullo, che non deve contenere solo proclami, ma fatti concreti in un momento in cui i ragazzi ne hanno estremamente bisogno”… Così dichiarava Jacopo Marzetti, Presidente del Comitato: “anche se è un piccolo passo, occorre andare nella direzione di far tornare la televisione ad essere non solo mezzo di informazione, ma un mezzo strutturato per tutte le età, dall’infanzia all’adolescenza. Infatti soprattutto gli adolescenti vedono sempre meno la tv concentrandosi sul web e sui social. Questi ultimi ancora non hanno una disciplina vera e propria e sono meno controllati e meno sicuri rispetto alla televisione, che, anche grazie a questo codice, andrà nella direzione di prestare massima attenzione affinché i suoi contenuti siano a prova di minore”.

Continuava l’avvocato Merzetti: “pur mantenendo l’impianto originario e conservando intatti i principi ispiratori del Codice del 2002, il nuovo testo introduce innovazioni, che rafforzano l’attenzione riservata verso il pubblico dei minori. Viene ampliata la platea dei fornitori di servizi media audiovisivi aderenti al Codice e sono inclusi i servizi non lineari offerti dagli editori. Per quanto riguarda i contenuti, gli editori si impegnano ad adottare criteri e livelli condivisi di classificazione di programmi da sottoporre anche a revisione periodica. Ciò consentirà di promuovere una maggiore uniformità di settore. Gli editori, relativamente alla loro offerta lineare, informano circa la maggiore o minore adeguatezza dei contenuti per i minori, ricorrendo all’utilizzo di sistemi di segnalazione permanente; per quanto riguarda l’offerta non lineare, gli editori si impegnano ad applicare la segnaletica sui contenuti proposti, in particolare relativamente ai programmi potenzialmente nocivi, adottando idonei accorgimenti tecnici. È mantenuta, inoltre, quale misura di garanzia, la fascia ‘protetta’ di programmazione 16.00-19.00 per le reti generaliste. Gli editori si impegnano anche a promuovere, con attività di comunicazione, il corretto uso di tutti i media, incluse le piattaforme di condivisione video e i social network, con ciò ampliando la sfera di interesse all’intero mondo dei media. Nelle premesse del Codice si esprime, infine, l’auspicio che anche i fornitori di servizi per la condivisione video senza responsabilità editoriale, insieme agli altri attori dello scenario mediale, mettano in atto forme di autodisciplina a garanzia dei minori”.

Lettura molto positiva (e molto ottimista) del nuovo “Codice”.

Estrapoliamo da quella dichiarazione due concetti: “autodisciplina” e “auspici”.  

E ciò basti.

Si leggeva nell’ultima relazione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presentata dal Presidente Giacomo Lasorella al Parlamento il 19 luglio del 2023, in materia di “tutela dei minori” (citazione testuale): “l’attività di vigilanza dell’Autorità si esplica tradizionalmente anche con il monitoraggio e l’analisi, d’ufficio o su segnalazione, del contenuto di programmi televisivi e radiofonici (prevalentemente di informazione e intrattenimento), al fine di accertarne la conformità agli standard e ai limiti previsti dall’ordinamento. A tal fine, nel periodo di riferimento, in aggiunta all’abituale attività di monitoraggio a campione o su segnalazione, sono state oggetto di attività preistruttoria alcune campagne pubblicitarie e una serie televisiva diffusa da un servizio di media audiovisivo non lineare. Nello svolgimento di tali attività, l’Agcom si avvale costantemente e di volta in volta della preziosa collaborazione di organi qualificati quali i Comitati Regionali per le Comunicazioni, il Comitato Media e Minori, la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, il Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria della Guardia di Finanza”…

L’esito di questa “attività di vigilanza” dell’Agcom (supportata policentricamente da più soggetti) non appare così efficace, e se si riflette soprattutto sul fatto che in Italia qualsiasi giovinetto e giovinetta può accedere alla spazzatura su web (“immondizia audiovisiva”, parafrasando il maestro Franco Battiato), senza alcuna limitazione, inclusa la pornografia. 

E basti osservare che, nelle 375 pagine della Relazione al Parlamento dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (presentata il 20 giugno 2024 da Carla Garlatti), il termine “pornografia” è richiamato 4 volte (quattro), in poche righe. E naturalmente l’ormai defunto Comitato Media e Minori non è mai nemmeno citato.

Con buona pace – appunto – delle “autorità” garanti…

Torneremo presto su questi temi, che continuano purtroppo ad essere ignorati dalle istituzioni, dalla politica, dai media.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”. 

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