Da Key4biz (11/03/2024): La Notte degli Oscar 2024: flop di Matteo Garrone, débâcle della Rai
Al di là della grancassa retorica istituzionale, continua la débâcle dei film italiani nei cinematografi: dal 2018 ad oggi, persi 4 spettatori su 10.
È andata come era prevedibile, nonostante l’ubriacatura di entusiasmo “nazionalista” (o fors’anche “sovranista”?!) degli ultimi mesi, ed il film “Io Capitano” di Matteo Garrone non ha vinto la statuetta dell’Oscar come miglior film internazionale… Siamo stati tra i pochi a scrivere, come abbiamo fatto noi su queste colonne, che il film italiano non avrebbe retto il confronto con titoli come il tedesco “La zona di interesse” del regista britannico di origine ebraica Jonathan Glazer, emerso come vincitore.
In effetti, il film di Garrone ha beneficiato di un’onda lunga di sopravvalutazione, in un curioso mix di estetica e politica, ed abbiamo già notato una qual certa contraddittorietà tra il forte sostegno manifestato dalla Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni a “Io Capitano”, a fronte di un approccio ideologico che non appare certamente sintonico con le tesi del leader del suo partito Matteo Salvini. Certamente apprezzato il pluralismo politico e l’apertura mentale della Sottosegretaria. Quel che stupisce è come si possa partire con la lancia in resta, ignorando la qualità dei titoli concorrenti, e drogandosi di entusiasmo. Cui prodest?!
È andata male. Punto.
Quel che riteniamo insopportabile è stata la reazione del coproduttore Rai. Verso le 2 della notte tra ieri domenica ed oggi lunedì, l’Amministratore Delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco (che guida la società dal 2010) rilascia una dichiarazione alle agenzie stampa, che sprizza incontenibile orgoglio e soddisfazione… non si sa bene per che cosa: “essere arrivati fin qui è un risultato straordinario ed ora, nella notte più emozionante, tornano alla mente gli applausi e la commozione raccolti negli ultimi mesi in giro per il mondo. E come un lungo abbraccio continueranno ad accompagnarci nel viaggio che proseguirà il film, ora che ha raggiunto una risonanza mondiale”. E, insoddisfatto, dichiara: “festeggiamo con tutti i reali protagonisti di questa storia, con Mamadou Kouassi e Fofana Amara, con i due giovanissimi e straordinari attori Seydou Sarr e Moustapha Fall, e con Matteo Garrone questo bellissimo traguardo, a loro va il nostro più grande ringraziamento e le nostre congratulazioni”.
Ci scusi, Del Brocco, “festeggiate” cosa?! Quale “risultato straordinario”?! “Congratulazioni” per cosa?
Per aver perso???
E conclude, in un conato di retorica: “Matteo Garrone, grazie al suo enorme talento, ha acceso ancora una volta nel mondo, i riflettori sul cinema italiano. Ha portato di nuovo l’Italia a competere con le eccellenze della cinematografia internazionale fino alle battute finali, un risultato che ha qualcosa di prodigioso, visto che abbiamo gareggiato contro le forze smisurate delle grandi piattaforme e dei grandi distributori con budget a disposizione molto più sostanziosi. È una immensa soddisfazione essere arrivati fin qui e vogliamo condividere l’emozione con tutta l’industria cinematografica italiana, con il Mic, i partner che ci hanno sostenuto, e tutti coloro che in questi mesi hanno creduto fortemente in questo film, lo hanno amato e supportato, rendendo l’avventura di ‘Io Capitano’ ancora più speciale”.
E non è l’unico, nelle lande Rai… Nicola Claudio, Presidente di Rai Cinema (dal 2016…) ha dichiarato: “‘Io Capitano’ ha attraversato i continenti e gli oceani per raccontare una storia ispirata alle migliaia di odissee quotidiane intraprese dai migranti. E continuerà a raccontarle ancora, perché il film è stato venduto in tutto il mondo e proseguirà a lungo il suo cammino grazie al prestigio mondiale conquistato in questi mesi. Per Rai Cinema e per tutta la Rai, questo traguardo rappresenta un grande motivo di orgoglio, un ulteriore forte stimolo per continuare a raccontare, attraverso il cinema, la nostra contemporaneità”.
Quale… “traguardo”, di grazia?!
Più comprensibile la dichiarazione di Matteo Garrone: “è stato un viaggio fantastico, una grande avventura. Ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato in Italia in questo periodo, che hanno tifato per noi, i partner produttivi Rai Cinema e Pathé, il Mic, e tutti coloro che hanno seguito il film e lo hanno amato. Tutte le persone che lo hanno visto nei cinema del mondo e ci hanno regalato grandi emozioni. E il viaggio non finisce qui, perché ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili”.
E qualche giornalista sventola in alto la fiera italica bandiera: la sempre ottimista Gloria Satta sul quotidiano “Il Messaggero” scrive oggi che “Garrone esce a testa alta dalla competizione più prestigiosa del mondo… ‘Leone d’Argento’ a Venezia e Premio ‘Mastroianni’ andato al protagonista 19enne Seydou Sarr, ‘Io capitano’ è stato molto apprezzato dalla critica anglosassone e venduto ovunque. Ma agli Oscar, dominati da ‘Oppenheimer’ di Christopher Nolan con 13 nomination, il film di Garrone aveva avuto contro non solo ‘La zona d’interesse’, ma anche ‘Perfect Days’, ‘La società della neve’, ‘La sala professori’”.
Va ricordata – en passant – la polemica che ha riguardato “Io Capitano” prima della cerimonia: Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma e Walker Meghnagi, Presidente della Comunità Ebraica di Milano, hanno definito “gravissimo e inaccettabile” che Massimo Ceccherini, co-sceneggiatore del film, abbia rilanciato alla trasmissione di Rai1 “Da noi… a ruota libera” (condotta da Francesca Fialdini) uno dei tanti stereotipi antisemiti, sostenendo che il suo film “merita di vincere ma non vincerà in quanto vinceranno gli ebrei, come sempre”.
Garrone – in America da oltre un mese – è sbarcato nella sala del Dolby Theatre scortato dai suoi giovanissimi attori senegalesi (Seydou e Moustapha Fall) e dal mediatore culturale Mamadou Kouassi ispiratore del film.
In sala, a Los Angeles, c’erano ovviamente Paolo Del Brocco, l’Ad di RaiCinema, ed il Sottosegretario Lucia Borgonzoni nonché la Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia (quest’ultima non si sa bene a quale titolo, dato che il film di Garrone non vede Cinecittà tra i coproduttori).
Sarà interessante conoscere in quali Paesi è stato effettivamente venduto “Io Capitano” (ci riferiamo a quel “venduto ovunque” di cui scrive Satta ovvero “in tutto il mondo” come sostiene Claudio), e soprattutto che reale distribuzione “theatrical” avrà, al di là delle vendite ad emittenti televisive e piattaforme.
Ricordiamo che – secondo dati ufficiali della Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (Mic) – il film sarebbe costato 12 milioni di euro ed ha beneficiato per oltre un terzo del costo di produzione del sostegno dello Stato (3,6 milioni da “tax credit produzione” e poco meno di 800mila euro per “reinvestimenti contributi automatici produzione”). Si rimanda anche all’intervento IsICult su “Key4biz” del 24 gennaio 2024, “Il contraddittorio ‘orgoglio’ italico di Sangiuliano e Borgonzoni per il film ‘Io capitano’”. Il film, nelle sale cinematografiche, è andato abbastanza bene, avendo raggiunto la soglia di un incasso di quasi 5 milioni di euro (anche se – certamente – poca cosa, rispetto al costo di 12 milioni di euro), e quasi 900mila spettatori.
Ricordiamo anche che si può pur comprendere… un generico quanto appassionato orgoglio italico per l’opera di Garrone, però va onestamente segnalato – ancora una volta – che, in effetti, “Io Capitano” è stato sì promosso dalla società italiana dello stesso regista Matteo Garrone ovvero Archimede, ma è stato realizzato da una “joint-venture” di imprese, in una complessa produzione in triangolazione Italia + Francia + Belgio, con il coinvolgimento di Rai Cinema, Tarantula (Belgio), Pathé (Francia), Logical Content Ventures (Francia), con la partecipazione di Canal+ e Cine+ (Francia) in coproduzione con Rtbf (la tv pubblica belga), Voo-Be Tv (Belgio) e Proximus (Belgio) ed altri ancora. Come ha ricordato lo stesso regista, i sostenitori principali del film sono stati Rai Cinema e Mic e Pathé.
Insomma, al di là della qualità intrinseca dell’opera, lo si può definire un film “italiano” a tutti gli effetti? Il quesito sulla reale “italianità” non è ozioso, la questione non è banale…
Perché tanto entusiasmo per “Io Capitano” di Matteo Garrone e nessuna memoria di un film simile come “Il Sole Dentro” di Paolo Bianchini?
Ci limitiamo a segnalare – rispetto al film di Matteo Garrone – che una tematica del tutto simile è stata affrontata, oltre dieci anni fa, da un bel film di Paolo Bianchini, “Il Sole Dentro”, che purtroppo a suo tempo non è stato apprezzato come meritava, e che pure, a distanza di anni, continua a beneficiare di una diffusione eccellente nei circuiti delle scuole italiane (anche grazie alle iniziative del progetto Mic-Mim “Cinema e Immagini per la Scuola” – “Cips”).
Anche il film di Bianchini racconta la storia di due adolescenti che vogliono lasciare l’Africa per raggiungere l’Europa e l’Italia… Questa la trama del lungometraggio del 2012, distribuito da Medusa (attingiamo al Morandini): nel 1999, due ragazzi guineani scrivono una lettera a nome di tutti i loro coetanei africani “alle loro Eccellenze i membri responsabili dell’Europa”, chiedendo aiuto per avere scuole e cibo. Con la lettera in tasca Yaguine e Fodè si nascondono nel vano del carrello di un aereo diretto a Bruxelles. All’arrivo, li trovano morti assiderati. Chiara – detta “pasta e fagioli” – che a Bruxelles scoprì i due corpi, lavora per l’Unicef in un villaggio africano, e introduce la storia inventata che fa capo a due altri orfani, il nero Thabo di ritorno nella sua famiglia che l’aveva venduto a un losco figuro in caccia di futuri calciatori, e Rocco in fuga da uno zio manesco, presunto tutore. Ebbe a scrivere, allora, Aldo Fittante: “la violenza del fatto realmente accaduto si diluisce nella favola moderna ricostruita”. Al film, scritto dal regista con Marco Cavaliere e Paola Rota, partecipano i veri genitori di Yaguine e Fodè. Tra i protagonisti, Angela Finocchiaro, Diego Bianchi, Giobbe Covatta, Francesco Salvi…
Chissà per quali ragioni, tanto entusiasmo in questo periodo per Garrone e così poca memoria per Bianchini…
Il flop della diretta di Rai sulla “notte degli Oscar”: la tv pubblica italiana conferma la propria incapacità nel promuovere il cinema italiano
Accantoniamo il (prevedibile) flop del film di Garrone agli “Oscar”, ed affrontiamo un altro fallimento, questo veramente molto più grave: la trasmissione che Rai ha dedicato alla “notte degli Oscar” è stata indegna di una emittente televisiva nazionale (per di più pubblica, quale è – dovrebbe essere – Viale Mazzini).
In un salottino che sembrava quello di una emittente televisiva locale, abbiamo assistito ad un programma che conferma la assoluta incapacità della televisione pubblica italiana di promuovere il cinema italiano.
Eppure qualcuno aveva esultato – con la solita retorica – perché “la notte degli Oscar” tornava in Rai, dopo anni di maratone alla Enrico Mentana su Tele+ e poi su Sky (che ha detenuto i diritti per oltre 15 anni) e Tv8…
La cerimonia di premiazione della 96ª edizione, condotta per la quarta volta dal popolare presentatore e comico statunitense Jimmy Kimmel, è stata trasmessa su Rai 1 a partire dalle 23:30, con uno speciale intitolato “Oscars – La Notte in Diretta”.
Da Roma, dallo “Studio 3” di via Teulada (lo stesso de “La Vita in Diretta”), Alberto Matano (con quale logica è stato scelto questo conduttore, non è dato sapere, se non forse per continuità nell’uso dello studio ove conduce “La Vita in Diretta” giustappunto…) ha seguito e commentato la diretta dal Dolby Theatre di Los Angeles, insieme a Stefania Sandrelli, Gabriele Muccino, Claudia Gerini, Ambra Angiolini, Claudio Santamaria, Antonio Monda e Paola Jacobbi (anche la selezione di questa eletta schiera resta un mistero, in particolare per quanto riguarda la scrittrice e giornalista Paola Jacobbi: forse l’essere stata già inviata di “Vanity Fair” a Los Angeles?! e comunque, in proposito, sarebbe stato opportuno coinvolgere un esperto di moda, per commentare in modo arguto anche il look delle attrici…).
Collegato dagli States, invece, era l’inviato del Tg1, un imbarazzato (e imbarazzante) Paolo Sommaruga, che è stato simpaticamente snobbato da tutti i “vip” che passavano sul “Tappeto Rosso”, facendo (lui personalmente, come giornalista, e quindi la stessa Rai) una figura semplicemente barbina, nel tentativo – fallito – di riuscire a strappare una dichiarazione…
L’impostazione e lo sviluppo del programma sono stati semplicemente penosi: totale assenza di brio, deficit di originalità, un flusso continuo di banalità, nonostante il tentativo di Matano di mantenere un minimo livello di eleganza. Senza dimenticare che Claudio Santamaria ha avuto anche il coraggio di sostenere che “Barbie” è un film “noioso e di pochezza intellettuale”, scatenando una comprensibile reazione infuocata sui “social media”. E ciò basti.
Se fossimo l’Amministratore Delegato o il Direttore Generale della Rai, avvieremmo una procedura per il licenziamento in tronco dei responsabili della ignobile trasmissione.
I dati di ascolto non sono stati poi certamente entusiasmanti: ha conquistato un ascolto di 1.905.000 spettatori, con uno share del 15,7 % nella prima breve parte, in onda dalle 23:33 alle 23:55, e 900.000 spettatori con il 15,2 %, fino all’1:59 (si segnala che il Tg1 delle ore 20, ieri sera, ha registrato uno share del 23,2 % e 4,6 milioni di spettatori).
Esattamente come avviene per la cerimonia dei David di Donatello, si conferma la assoluta incapacità della Rai di mettere in atto lungimiranti strategie di promozione del cinema italiano.
E d’altronde – come abbiamo segnalato qualche giorno fa su queste colonne – Rai continua ad affidare la trasmissione di punta (sic) a favore del cinema all’immarcescibile Gigi Marzullo, trasmettendola in orari sepolcrali (l’ultima andata in onda, sabato scorso 8 marzo, alle 2 a. m.: dicesi le due “in the night”).
Ciò basti. Con buona pace del “nuovo corso” che alcuni si aspettavano – anche su questo fronte pur minore – dal Governo guidato da Giorgia Meloni.
Rispetto alla promozione del cinema, la Rai attuale è esattamente identica a quella di prima: sensibilità zero, intelligenza zero, strategia zero, innovazione zero. Conservazione e inerzia.
Totale assenza di strategie di marketing, nonostante Rai Cinema sia – insieme al Ministero della Cultura – uno dei principali sovvenzionatori di tutta la “macchina cinema” del nostro Paese.
Chicca finale? Che dire infine della gaffe imperdonabile di Televideo Rai, nella notte, che ha sostenuto (notizia pubblicata all’1:35) che “Io Capitano” sarebbe stato ispirato… al Capitano Schettino ed al disastro della Costa Concordia?! Precisando addirittura: “è un film biografico che racconta la storia di Francesco Schettino, il capitano della nave da crociera Costa Concordia che naufragò nel 2012. Il film è stato elogiato per la sua ricostruzione del disastro e la sua esplorazione dei temi della responsabilità e del coraggio” (testuale). Per quanto Televideo possa essere considerato un medium… “paleo”, da questa notte, circola sui “social” l’immagine della pagina con il clamoroso errore… Anche Dagospia ha segnalato quest’erroraccio, domandandosi ironicamente “ma che film hanno visto a Televideo?”.
L’andamento del “box italico” permane critico: dal 1° gennaio al 10 marzo 2024, – 37 % spettatori rispetto all’omologo periodo del 2018. Persi 4 spettatori su 10
Attingiamo ai dati Cinetel (il servizio di monitoraggio continuativo del “box office” italiano, gestito dall’omonima società controllata paritariamente dall’associazione degli esercenti Anec e dall’associazione dei principali produttori e distributori Anica), diramati oggi lunedì 11 marzo 2024.
Incassi “box office” Italia (mese): dal 1° marzo al 10 marzo 2024
- Dal 1° al 10 marzo 2024, sono stati incassati 16,3 milioni di euro.
Corrispondenti al -18 % sul 2019.
- Gli spettatori sono 2,26 milioni:
-26 % sul 2019.
Incassi “box office” Italia (anno): dal 1° gennaio al 10 marzo 2024
- Dal 1° gennaio al 10 marzo 2024, sono stati incassati 110,8 milioni di euro. Corrispondenti a:
-25 % sul 2019, – 32 % sul 2018.
- I biglietti venduti sono stati 15,8 milioni. Corrispondenti a:
-31 % sul 2019, -37 % sul 2018.
In sintesi: tra il 2018 ed il 2024, in Italia si sono persi 4 spettatori cinematografici su 10.
La situazione permane critica, molto critica (come andiamo denunciando da tempo, in assoluta controtendenza rispetto alla quasi totalità dei media italici), e riteniamo che il Ministero debba intervenire, radicalmente e tempestivamente, per avviare una inversione di tendenza, per apportare le necessarie correzioni di rotta all’attuale sistema di sostegno pubblico alla cinematografia (e all’audiovisivo).
La “vera verità” del cinema italiano viene denunciata da poche voci fuori dal coro: a parte IsICult sulle colonne del quotidiano online “Key4biz”, merita essere segnalato Michele Lo Foco, avvocato specializzato in cinema, spettacolo, televisione, che proprio oggi scrive sul blog “Salvis Iuribus” in un intervento intotolato “Il fiume sotterraneo”): “il fiume impetuoso e sotterraneo di denaro che scorre giornalmente non è utile, come sostiene la Sottosegretaria da Los Angeles (dove stazionano da settimane alcuni nostri dirigenti per confortare con pacche sulla spalla Garrone per gli Oscar), per rafforzare il nostro cinema che, diversamente da come è descritto, non viene da mesi di ‘incoraggianti traguardi e successi’ e non è ‘sotto i riflettori del mondo’. Quello che invece è realmente sotto i riflettori del mondo è il nostro tax credit, ma non credo sia esattamente un successo”.
Smettendo di esaltarsi in modo autocompiaciuto sulle sorti sempre magnifiche e progressive del cinema italico. A Los Angeles, la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni sempre eccitata ha dichiarato: “forte di mesi di incoraggianti traguardi e successi, l’Italia del cinema è sotto i riflettori del mondo. Dobbiamo sfruttare al meglio questa stagione straordinaria. Andremo a presentare i nostri punti di forza, supportati dagli strumenti messi in campo dal governo per la crescita del settore. Temi di discussione saranno il nuovo tax credit pensato dal Ministero della Cultura per migliorare il sistema dell’audiovisivo e i titoli che saranno presenti questa estate nelle sale”. Per la Sottosegretaria, “arrivare nella cinquina è già un grandissimo successo, considerando il confronto con titoli che avevano distributori fortissimi alle spalle”.
Si favoleggia anche di un improbabile “accordo di coproduzione” tra Usa ed Italia: temiamo sia un ulteriore tassello per consentire alle multinazionali dell’immaginario di venire a saccheggiare ulteriormente il mercato italiano…
E stendiamo un velo pietoso – al di là della kermesse degli Oscar – sulle complessive carenze della promozione internazionale del cinema italiano.
Ci piacerebbe comprendere quali sarebbero gli “incoraggianti traguardi e successi” ai quali si riferisce Lucia Borgonzoni, a fronte di una quota di mercato dei film italiani nel “box office” che è inequivocabilmente bassissima, ed alla quantità assurda di titoli sfornati dal sistema grazie al “tax credit” che ottengono risultati in sala assolutamente sconfortanti (caso sintomatico anzi eclatante – già richiamato su queste pagine – del film “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, produzione della tedesca Fremantle Rtl Bertelsmann + Rai Cinema, costato l’incredibile somma di 28 milioni di euro, di cui 9 milioni a carico dello Stato generoso, e che non è arrivato ad incassare nemmeno mezzo milione di euro; su questi temi, si rimanda al nostro intervento su “Key4biz” di giovedì della scorsa settimana, “Perché lo Stato regala 700 milioni l’anno ai cinema, 400 milioni ai teatri, ma zero ai poeti?”). Senza dimenticare la modestissima presenza di titoli italiani nei cinematografi di tutto il mondo…
Basta retorica politica e flebo di entusiasmo: servono fatti, concreti e operativi. Interventi normativi e regolamentativi, anzitutto per scardinare l’attuale assetto del “tax credit”, ormai divenuto la droga del sistema.
Attendiamo quindi di capire in cosa consiste concretamente l’annunciato imminente “nuovo tax credit” annunciato.
[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.
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