La macchina burocratica del Ministero della Cultura si sta rimettendo in moto, ma si corre il rischio di un ulteriore stop, se il Tribunale Amministrative concedesse la sospensiva rispetto al decreto interministeriale Sangiuliano-Giorgetti sul Tax Credit Produzione Cinema del 14 agosto. Intanto, silenzio-stampa da parte della Sottosegretaria Borgonzoni.

Pur lentamente (e tardivamente), la “macchina burocratica” del Ministero della Cultura si sta rimettendo in moto, dopo una stasi anzi una stagnazione che si protrae di fatto dall’estate del 2023, allorquando l’allora Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) decise di avviare la annunciata riforma dell’intervento dello Stato nel settore cine-audiovisivo, a partire da una “correzione di rotta” di quello che, dal 2017, è stato lo strumento più imponente della “mano pubblica” nel settore, l’ormai sempre più controverso “Tax Credit” alias “credito di imposta”.

Di fatto, il Ministero della Cultura, sotto la regia di Lucia Borgonzoni (Lega Salvini) Sottosegretaria delegata (da Gennaro Sangiuliano, mentre non risulta ancora confermata la delega da parte del neo Ministro Alessandro Giuli), ha impiegato oltre un anno per partorire i decreti di “correzione di rotta”: accolti in modo silente anzi benevolente dalle due principali “lobby” del settore, la cinematografica Anica (presieduta da anni da Francesco Rutelli, cui subentrerà formalmente Alessandro Usai l’11 novembre 2024 il neo-designato, dal Consiglio Generale, il 26 settembre 2024) la televisiva Apa (presieduta da Chiara Sbarigia, che è al contempo anche Presidente della pubblica Cinecittà spa), ma invece molto criticati da tante altre “anime” del settore, dalle associazioni imprenditoriali minori (Cna Cinema e AudiovisivoAgiciConfartigianato Cinema e AudiovisivoItaca…) e dalle associazioni degli autori e dei professionisti (dalla storica Anac alla emergente Siamoaititolidicoda)…

Si ha notizia che diversi produttori cine-audiovisivi si siano attrezzati, in modo silente ma deciso, ed alcuni studi legali specializzati stanno lavorando a ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (sede competente), puntando i riflettori sull’atto formalmente più importante, qual è il “decreto interministeriale” denominato convenzionalmente “Tax Credit Produzione Cinema”, firmato dai Ministri Gennaro Sangiuliano e Giancarlo Giorgetti il 10 luglio 2024, ma pubblicato sul sito web del Ministero della Cultura soltanto il giorno prima di Ferragosto (qualcuno ha sostenuto che si trattasse quasi di una beffa…) ovvero il 14 agosto 2024.

A questo decreto, l’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult ed il quotidiano online “Key4biz” hanno dedicato molta attenzione, perché è il provvedimento-chiave per comprendere il nuovo indirizzo deciso dal Governo: il decreto è stato illustrato ufficialmente in occasione dell’ultima edizione del Festival di Venezia, il 31 agosto 2024, di fronte ad una platea particolarmente sensibile. Si rimanda agli interventi – tra gli altri – IsICult su “Key4biz” del 19 agosto 2024, “Pubblicato il Decreto “Nuovo Tax Credit Produzione”: scatta il conto alla rovescia di 60 giorni per i decreti applicativi” e del 2 settembre 2024, “Non solo Festival di Venezia. Tax credit: tra il 2019 ed il 2023 prodotte in Italia 1.354 opere cinematografiche, il 44% mai uscito in sala”.

La situazione del settore è sempre più complessa e complicata e confusa, dal decreto interministeriale Sangiuliano-Giorgetti del 14 agosto ai decreti di nomina delle Commissioni degli Esperti “Produzione” e “Promozione”

La situazione è divenuta via via più complessa e complicata e confusa a seguito delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, il 6 settembre. Il neo Ministro Alessandro Giuli ha dichiarato che intende confermare “la linea” del suo predecessore, e per ora si è soltanto limitato a modificare la composizione originaria della Commissione degli Esperti che dovranno gestire i fondi per la “Produzione” ed ha nominato ieri la seconda Commissione, quella focalizzata sulla “Promozione” (vedi “Key4biz” del 10 ottobre 2024, “Mic, nominati i 12 della seconda Commissione Esperti per la promozione di festival, rassegne, premi”). E sempre ieri è scaduto il termine per la presentazione dei 2 bandi scaturiti dall’economia della “riforma”, destinato ai cosiddetti “contributi selettivi” (si tratta del “Bando per la concessione di contributi selettivi per la scrittura, lo sviluppo e la produzione di opere cinematografiche e audiovisive” e per il “Bando per la concessione di contributi selettivi per la produzione di opere cinematografiche di lungometraggio di particolare qualità artistica”) provocando l’allarme della stampa quotidiana – in particolare il quotidiano “Domani” ieri l’altro ed “il Fatto” ieri –, perché è previsto un contributo alle spese di istruttoria da parte di coloro che presentano progetti, ma non è stato ancora pubblicato il decreto che quantifica esattamente queste somme (che possono oscillare tra un minimo di 200 euro ed un massimo di 10.000 euro…): anche questa “piccola” dinamica erratica conferma quale sia il perdurante stato confusionale, sia della Pubblica Amministrazione sia – di conseguenza – degli operatori del settore, che non sanno veramente più dove sbattere la testa…

E si osservi che la Commissione “Promozione” nominata ieri dovrà affrontare, nella sua prima riunione (ad oggi non risulta ancora convocata), centinaia e centinaia di pratiche relative a festival, rassegne e premi e simili relativi ad attività svolte nell’anno solare, ovvero dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024: allorquando la Commissione si riunirà, la gran parte di queste iniziative sarà stata bella che conclusa… A dimostrazione delle perduranti patologie di cui ancora soffre il sistema burocratico della Direzione Cinema e Audiovisivo (guidata da tanti anni da Nicola Borrelli)…

E si ricordi che nel 2023, limitandosi ai festival soltanto, il Ministero della Cultura Dgca ha sostenuto 148 iniziative, a fronte di 265 istanze…

Come ha ben evidenziato il già Presidente dell’Associazione Italiana Festival di Cinema (Afic) Giorgio Gosetti su queste stesse colonne, molti organizzatori culturali sono sull’orlo del fallimento: vedi “Key4biz” del 23 settembre 2024, “L’economia dei festival cinematografici in Italia. Tanti (oltre 600) ma mal sostenuti dallo Stato”.

Centinaia di proponenti e postulanti avranno quindi forse a fine novembre 2024 (previsione ottimistica?!) cognizione dell’esito delle loro progettualità sottoposte al vaglio del Ministero della Cultura… per l’anno 2024!

Stefano Pierpaoli (Filmstudio): “il settore è marcio da sempre”. Michele Lo Foco (Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo): “Franceschini ha distrutto il cinema italiano”

Le lamentazioni e le proteste – su variegati fronti, dalla produzione alla promozione – sono comunque manifestate in modo prevalentemente… sommesso, perché, come ha sostenuto Stefano Pierpaoli, storico organizzatore culturale e promotore di iniziative a favore del cinema indipendente (attualmente dirige il Filmstudio di Roma), “il sistema dei contributi selettivi è marcio da sempre, lo sappiamo bene. Chi si espone teme di perderli” (così rilanciava ieri Domenico Agrizzi in un articolo su “MowMag”, intitolato “Cinema, ecco perché i produttori indipendenti di film hanno paura (ma non lo dicono): è caos tra contributi, tax credit e spese per gli “esperti””). Pierpaoli ha sostenuto a chiare lettere quel che molti… sussurrano: le lamentazioni e proteste sono crescenti ed esasperate, ormai da tanto tempo, ma molti operatori del settore temono che, alzando la voce, possano finire nel mirino della stessa Amministrazione (o della “politica”…), provocando irritazione e correndo il rischio di “ritorsioni”, ovvero piccole vendette nei confronti dei dissidenti…

Va ricordato che, tra i pochi dissidenti che manifestano con veemenza le critiche all’assetto storico della Legge Franceschini (e finanche alle attuali “correzioni di rotta” in gestazione), emerge l’avvocato Michele Lo Foco, membro del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (il Csca presieduto dall’avvocatessa Francesca Assumma), autore del pamphlet – dal titolo emblematico – che abbiamo già segnalato su queste colonne, pubblicato nel dicembre 2023, “Morte del cinema italiano. Come la sinistra ha distrutto uno strumento della cultura italiana” (Bré Edizioni)…

Anche in occasione della presentazione del 31 agosto a Venezia, è emersa evidente la (iper) sensibilità dello Stato, nelle reazioni – anche un po’ piccate – sia del Dg Borrelli sia della Sottosegretaria Borgonzoni, a fronte di una serie di domande… “impertinenti” dei partecipanti all’incontro (tra i quali anche i rappresentanti dell’Anac e di Cna Cinema e Audiovisivo).

La situazione è quindi veramente critica.

E paradossalmente rallentata dalla perdurante – a quanto è dato sapere – non conferma della delega alla Sottosegretaria da parte del Ministro: Sottosegretaria che da molti giorni non appare in pubblico, non si manifesta mediaticamente…

Che succede a Santa Croce in Gerusalemme (la sede delle due Direzioni generali Cinema e Audiovisivo e Spettacolo)?

Che succede al Collegio Romano (sede centrale del dicastero)?

Il Ministro Alessandro Giuli conferma la “linea” del suo predecessore e rinnova l’incarico di Francesco Gilioli come Capo di Gabinetto

Va segnalato che il neo Ministro ha confermato nell’incarico il Capo di Gabinetto Francesco Gilioli.

La penna sempre pungente di Carmelo Caruso aveva ipotizzato, su “il Foglio” del 12 settembre, che Alessandro Giuli potesse fare “tabula rasa” dello staff del suo predecessore: specificamente rispetto a Gilioli, scriveva che erano già in lizza alcuni possibili successori: “sarà Chigi a indicare i nomi del gabinetto. Sono tre le figure che possono sostituire Gilioli. Uno è Antonio Scino, capo di gabinetto di Pichetto Fratin, un altro, il più accreditato, che ha già lavorato al Maxxi con Giuli, è Francesco Spano. La sorpresa, il nome indiscutibile, sarebbe quello di Ermenegilda Siniscalchi, capo di gabinetto di Fitto, il ministro che Meloni, giustamente rimpiange”. Ed invece Giuli ha confermato Francesco Gilioli. E Gilioli ha anche lui partecipato alla presentazione del 31 agosto a Venezia: ha quindi potuto toccare con mano la diffusa insofferenza degli operatori del settore… È stato più volte ribadito che alcune “corrigende” verranno approvate attraverso i “decreti direttoriali”, ma tutti hanno coscienza che si tratta di atti di rango diverso, e ci si domanda come si potrà correggere la rotta non disponendo di una “strumentazione” alla stessa altezza…

A fronte di questa perdurante situazione “di attesa”, crediamo sia importante estrapolare alcune delle tesi sostenute sia dal Dg Nicola Borrelli, sia dalla senatrice Lucia Borgonzoni giustappunto in quel di Venezia…

Le tesi del Dg Borrelli e della Sottosegretaria Borgonzoni in quel del Festival di Venezia: parole dure, situazione critica: “mettere in sicurezza il sistema, c’è il rischio di stare 3 anni senza Tax Credit”

Proponiamo quindi alcuni estratti dalla trascrizione degli interventi al Lido, in occasione giustappunto della presentazione del “Decreto Tax Credit Produzione” (31.8.2024). Segnaliamo che si tratta di una registrazione (e trascrizione) curata da IsICult, dato che curiosamente non è disponibile la videoregistrazione dell’evento (che non è nemmeno stato trasmesso in streaming), sul sito del progetto “Italia Pavillion”, curato da Cinecittà (per conto del Mic) in quel del Festival: i maligni sostengono che il Ministero ha preferito non “pubblicizzare” troppo l’andamento effervescente della presentazione…

Nicola Borrelli (Dgca Mic)

[ presentazione decreto interministeriale, 31 agosto 2024, Festival di Venezia ]

(…) « ci sono 350 lungometraggi di cinema che hanno chiesto il credito di imposta negli anni precedenti e che al 26 giugno 2024 non sono usciti nelle sale…

(…) bisogna intervenire per evitare la produzione che non ha un determinato senso (…) dobbiamo salvaguardare il sistema perché, nel momento in cui gli effettivi utilizzi supereranno le risorse (…), il rischio è che, con quei numeri, se dovesse intervenire la clausola… di salvaguardia finanziaria (speriamo non accada mai), noi stiamo 3 anni senza credito di imposta perché, con i numeri che avete visto, l’unica conseguenza sarebbe quella…

(…) non è un intervento fatto per risparmiare o colpire qualcuno, non vogliamo togliere di torno la produzione indiscriminatamente, ma per “mettere in sicurezza” il sistema…

(…) abbiamo ritenuto di dare un taglio secco a quel che è avvenuto negli anni precedenti… se ci fosse piaciuto, non saremmo intervenuti… non vogliamo riportare nel 2024 i problemi del passato…(…) nel 2024 abbiamo operato una censura (poi si corregge e dice – precisa, n.d.r.)… cesura tra il vecchio sistema ed il nuovo… un nuovo sistema con nuove regole…

(…) ricordatevi questi numeri, voi state sottovalutando in modo clamoroso quello che è accaduto… ve lo dico “in italiano diretto”: se tutti i crediti di imposta chiesti negli anni precedenti vanno negli F24 al 31.12.2024, noi stiamo sotto di 500 milioni di euro, cinquecento milioni… la risposta del Mef sai quale è? (e speriamo che non ci sia perché abbiamo sanificato il sistema negli aspetti che non andavano…) che voi il credito di imposta non lo vedete più per 4 anni… quattro anni: lo avete capito o non lo avete capito??? tu ci hai 350 film che debbono uscire, che sono 2 anni di uscite in sala in Italia, e 500 milioni sotto: lo vuoi capire, questo?! le associazioni dei produttori i numeri li hanno visti in dettaglio…  

(…) il tax credit francese è un’altra cosa: è un credito di imposta dato all’impresa in relazione agli investimenti realizzati… primo requisito che devi avere per poter beneficiare del tax credit è avere un utile, e quindi tu lo scarichi 18 mesi dopo, quando approvi il bilancio… in Italia, il nostro è un contributo diretto dato sotto forma di tax credit… esiste un altro Paese al mondo nel quale… un tizio si sveglia la mattina… fa un progetto cinematografico da 5 milioni di euro… chiede il credito di imposta da 2 milioni di euro… e si trova sul cassetto fiscale 2 milioni di euro… senza che nessuno gli abbia dovuto fare un minimo di verifica?! (…) il tizio apre una partita Iva con codice Ateco 59.11… e si ritrova in tasca un bancomat senza pin e senza limiti di prelievo… »

Nota IsICult: si precisa (alla luce del riferimento del Dg Borrelli) che con “clausola di salvaguardia” si intende – generalmente – una disposizione che mira a garantire il rispetto di alcuni obiettivi di bilancio pubblico: si tratta di una misura introdotta per evitare un peggioramento dei conti pubblici, stabilendo l’attivazione automatica di aumenti di imposte o tagli di spesa, qualora non si riescano a raggiungere gli obiettivi di risparmio o di incremento delle entrate preventivati…

Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria delegata a Cinema e Audiovisivo

[ presentazione decreto interministeriale, 31 agosto 2024, Festival di Venezia ]

L’attesa cresce, gli studi legali sono all’opra, ma se il Tar concedesse la sospensiva ai ricorsi, l’effetto sarebbe paradossale e grave: ulteriore “stallo”

(…) « io sono la prima a dire che tutto quel che è scritto nel decreto non va bene e ci sarebbero delle cose da modificare… se ci sono delle storture le metteremo a posto… quel che però pretendo da tutte le persone che sono qua è il rispetto di Borrelli e della Direzione Cinema, che lavora per voi tutto il tempo tutto l’anno… non è un obbligo di nessuno… sono sotto organico… e se volete rompere le scatole e dare una mano a noi fate un bel comunicato e dite di aggiungerci personale al Ministero, che non ne abbiamo… i funzionari non ce la fanno più fisicamente… non è un nemico Borrelli né la Direzione Cinema… come in passato le cose che non sono andate le aggiusteremo… tante cose a me non piacciono… io sono qui da tanti anni e sto chiedendo il tax credit illimitato, e non so da quanti anni, e non me lo hanno mai dato… questa norma, per come era, per quanto ha portato tantissimo lavoro, ha portato tantissimo al nostro Paese, andava modificata perché aveva delle storture… ».

L’attesa cresce, ma, nel mentre, gli studi legali sono all’opra…

Il decreto interministeriale Sangiuliano-Giorgetti è stato pubblicato il 14 agosto 2024 (sul sito del Mic, ma non ancora in Gazzetta Ufficiale, e nemmeno sul sito del Mef curiosamente) e la legge prevede il termine di 60 giorni per la presentazione dei ricorsi al Tar: il 14 ottobre sarebbe lunedì prossimo, ma c’è ancora qualche giorno perché il calendario della giustizia amministrativa prevede un periodo di sospensiva feriale agostana…

E c’è già chi sostiene che questa “provocazione” formale – ovvero la presentazione di più decreti al Tar – potrebbe stimolare il Ministro a non confermare la delega alla Sottosegretaria: in effetti, Alessandro Giuli potrebbe temporaneamente avocare a sé la competenza in materia di cinema e audiovisivo, dato che i dossier scottanti stanno crescendo, anche a seguito di qualche rara denuncia giornalistica, da ultimo il servizio di Pinuccio su Canale 5 (vedi “Key4biz” del 3 ottobre 2024, “Tax Credit, ci voleva Pinuccio di ‘Striscia la Notizia’ per rilanciare l’interesse dei media?”).

Si ha notizia che ci siano altre redazioni televisive che si stanno appassionando al tema “Tax Credit” nel settore cine-audiovisivo: usi ed abusibenefici e distorsionibuone pratiche e malefatte

Uno degli effetti negativi dei decreti al Tar potrebbe essere però paradossale ovvero rischioso: se la richiesta di sospensiva venisse accolta, tutto “il sistema” finirebbe per subire un altro stop, e quindi una pericolosa ulteriore “sospensione”…

Clicca qui per la presentazione a cura della Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (Dgca Mic) del Decreto Interministeriale 10 luglio 2024 (pubblicato il 16 agosto 2024), “Nuovo Tax Credit Produzione”, intitolata “Principali novità introdotte nel decreto tax credit alla produzione. Dati, misure principali, decreti direttoriali”, avvenuta durante il Festival del Cinema di Venezia il 31 agosto 2024.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

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