La decisione del Sindaco Gualtieri è stata quindi assunta autocraticamente, e d’altronde – nella sua nota alla stampa ed ai media – ha precisato che avrebbe proposto (non imposto) al “Collegio dei Fondatori” di affidare l’incarico a Salvo Nastasi.

Ieri pomeriggio, lunedì 17 giugno 2024, la cronaca culturale romana è stata smossa da una notizia che ha provocato un piccolo scontro tra istituzioni, ovvero tra Roma Capitale ed il Ministero della Cultura: il Presidente della Siae, Salvatore Nastasi (detto Salvo) ha comunicato di aver accolto l’invito del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ad assumere l’incarico di Presidente della Fondazione Cinema per Roma, che gestisce l’attività della storica “Festa del Cinema”, la kermesse tanto voluta dall’ex Sindaco Walter Veltroni (la prossima edizione è prevista dal 16 al 27 ottobre 2024), a fronte della indisponibilità di Gianluca Farinelli ad essere rinnovato nell’incarico (per motivi personali e professionali, ha sostenuto). Farinelli, Direttore della Cineteca di Bologna, era stato nominato nel marzo 2022 dallo stesso Sindaco Gualtieri. 

La notizia della disponibilità di Nastasi (curiosa prassi) è stata anticipata per prima dalla cronaca romana del “Corriere della Sera”, ma il Sindaco si è presto adoprato a diramare un comunicato molto chiaro: “ringrazio Gianluca Farinelli per quello che ha saputo regalare alla Festa del Cinema di Roma nel corso del suo mandato. Con competenza e passione, Gianluca ha garantito un apporto fondamentale per consolidare e rafforzare il successo di un evento tornato a coinvolgere l’intera città con gusti diversi e molteplici linguaggi, mostrandosi sensibile alle novità e capace di valorizzare con intelligenza la nostra industria cinematografica. Per proseguire questo percorso virtuoso, proporrò al Collegio dei fondatori al posto di Farinelli come nuovo Presidente del cda della Fondazione Cinema per Roma Salvo Nastasi, la cui grande esperienza tocca numerosi ambiti strategici per il settore del cinema, da quelli artistico-culturali a quelli giuridici. Sono certo che con la presidenza di Nastasi proseguiremo nella crescita e nell’arricchimento culturale della Festa così come nel superare le tante sfide che attendono il cinema, dalla vastità delle produzioni e delle piattaforme in campo, fino all’avvento dell’intelligenza artificiale”. Quante belle parole.

Fin qui, la comunicazione ufficiale, alla quale si è poi presto associato anche l’Assessore alla Cultura Miguel Gotor, che si congratula con il neo Presidente “designato”: “il profilo di Salvo Nastasi, indicato dal Sindaco per succedergli, è, in virtù della sua professionalità e dell’esperienza maturata nel settore artistico-culturale, la migliore garanzia per un’ulteriore crescita della Fondazione e della Festa del Cinema”.

Insorge però la Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni (Lega Salvini), che ha dichiarato piccata: “trovo particolarmente curioso metodo adottato dal sindaco. Mi auguro che il Ministero della Cultura, primo contributore della kermesse cinematografica romana, possa finalmente riavere il ruolo che gli spetta”. 

La decisione del Sindaco Gualtieri è stata quindi assunta autocraticamente, e d’altronde – nella sua nota alla stampa ed ai media – ha precisato che avrebbe proposto (non imposto) al “Collegio dei Fondatori” di affidare l’incarico a Salvo Nastasi

Scrive oggi Stefania Ulivi sul “Corriere della Sera”: “si moltiplicano i rumors che indicherebbero nella presunta vicinanza di Farinelli con Federico Mollicone Presidente della Commissione Cultura, di Fratelli d’Italia, la causa del mancato rinnovo”.

In serata – scrive sempre Ulivi sul “Corriere” – la rottura tra Comune di Roma e Ministero della Cultura sembra essersi ricomposta, con un colloquio tra il Sindaco Roberto Gualtieri ed il Ministro Gennaro Sangiuliano. Sarebbe molto interessante conoscere cosa si sono detti.

Nei prossimi giorni, si apprenderà (dalla stampa? da un comunicato istituzionale?! da una qualche anticipazione dei diretti interessati) chi saranno gli altri membri del nuovo Consiglio di Amministrazione: attualmente, siedono nel Cda di Cinema per Roma, Manuela Cacciamani (indicata a suo tempo dalla Regione Lazio; si ricordi che è anche Presidente dell’Unione Editori e Creatori Digitali dell’Anica guidata da Francesco Rutelli), Valerio Toniolo (espresso dalla Camera di Commercio; è tra l’altro nel Cda della Fondazione Milano-Cortina 2026), Daniele Pittèri (“già” Fondazione Musica per Roma) e Nicola Maccanico (“già” Cinecittà spa). Gli ultimi due sicuramente non andranno a sedere nel prossimo Cda della Fondazione Cinema per Roma, perché il primo è già stato fatto saltare dal Cda di Musica per Roma, ed il secondo è “in forse” come possibile rinnovato Ad di Cinecittà…

E qui il discorso si ripropone: con quali criteri vengono selezionati e scelti gli “amministratori pubblici”, ovvero i Presidenti e gli Amministratori Delegati ed i Consiglieri di Amministrazione delle società pubbliche, prevalentemente controllate dal Ministero dell’Economia e Finanza, e gli amministratori dei tanti soggetti giuridici per così dire ibridi, ovvero esemplificativamente fondazioni come Cinema per Roma e Musica per Roma?!

La questione è delicata e strategica, ma purtroppo non è mai stata oggetto di adeguate analisi tecniche, e politiche. 

In sostanza, la quasi totalità di queste nomine avviene nelle segrete stanze del Palazzo, ovvero nelle segreterie di partito. 

Nessuna pubblica trasparenza, nessuna valutazione comparativa dei curricula

Anche quando esiste un criterio “preliminare”, esso diviene spesso una simpatica foglia di fico.

Il caso più eclatante è rappresentato dal Consiglio di Amministrazione della Rai: in questo caso, è la stessa legge a prevedere che vi sia un avviso pubblico a presentare candidature, ma notoriamente si tratta di una operazione più simbolica che reale, perché il processo decisionale è affidato (per l’elezione dei 4 membri del Cda di Viale Mazzini che vengono eletti dal Parlamento), a scelte discrezionali dei segretari di partito. 

Come “Key4biz” ed IsICult hanno segnalato, apprezzabile è stata l’iniziativa di rottura assunta qualche settimana fa da 4 dei 72 candidati a Viale Mazzini, che hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio, denunciando come questa prassi fosse “contra legem” (sia rispetto a principi fondamentali del diritto italiano, sia rispetto al “Media Freedom Act” recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che prevede, per gli amministratori dei servizi pubblici mediali, criteri di trasparenza e meritocrazia). Come è noto, il Tribunale Amministrativo non ha concesso la sospensiva della procedura, ma ha dichiarato che la questione è complessa ed ha rimandato ad una prima pubblica udienza fissata per ottobre. 

Nel mentre, né il Presidente della Camera Lorenzo Fontana né il Presidente del Senato Ignazio La Russa hanno annunciato la data di votazione dei 4 consiglieri eletti da Montecitorio e Palazzo Madama… E nemmeno hanno risposto alla proposta lanciata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult di implementare, seppur in modalità “last minute”, la procedura preliminare le elezioni, chiedendo ai 72 candidati di elaborare una propria “ide di Rai”, o di rispondere ad un questionario strutturato, o finanche convocandoli in pubblica audizione… Sul tema, si rimanda a “Key4biz” del 31 maggio 2024, “Cda Rai: il Tar del Lazio non accoglie la sospensiva, ma riconosce che la questione è complessa”.

Cinecittà, Rai, Cinema per Roma, Musica per Roma

La questione di questi processi selettivi si ripropone in questi giorni anche per il Consiglio di Amministrazione di Cinecittà: tutto tace in argomento, nulla è dato sapere, anche rispetto alla prospettata cooptazione di Giuseppe De Mita(il figlio del mitico Ciriaco) come nuovo Amministratore Delegato degli “studios” di via Tuscolana. Non sembra avere alcuna rilevanza né che De Mita non possa vantare specifiche esperienze nel settore cinematografico-audiovisivo, né che non possa vantare nemmeno un titolo di laurea. In argomento, un dossier IsICult per “Key4biz” ha verificato che, con la normativa vigente, in Italia si può essere nominati amministratori di una società pubblica anche senza aver quel “pezzo di carta”: si rimanda a “Key4biz” del 20 maggio 2024, “Risiko nomine: il ‘caso De Mita jr’. Si può essere nominati amministratori di una società pubblica senza laurea?”.  

Nessuno poi, sembra porsi questioni semplici, di banale buon senso: nel caso di Salvo Nastasi, il cv è senza dubbio di alto livello (dal 2004 al 2015 direttore generale del Ministero della Cultura, ex Capo di Gabinetto di ben cinque ministri – da Bondi a Franceschini –, ex Commissario Straordinario del “San Carlo” di Napoli, del “Maggio Fiorentino” e dell’Arena di Verona; e, ancora, Presidente dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, ecc. ecc. ecc.), ma… l’incarico di Presidente della Società Italiana degli Autori e Editori non richiede un impegno professionale (intellettuale e personale) molto intenso? Ha Salvo Nastasi il tempo per dedicarsi a fare anche il Presidente della Fondazione Cinema per Roma?! Complimenti.

E, altre questioni simili: quando fu nominata come Presidente di Musica per Roma la giornalista Claudia Mazzola era Direttore dell’Ufficio Studi della Rai… Era quest’ultimo un incarico di così poco senso e di poco impegno, tale da consentirle questa duplice attività?! Complimenti anche a lei. Nel caso in ispecie, emergeva poi anche una qualche perplessità sulla opportunità di un ruolo importante sia a Viale Mazzini sia all’Auditorium, e finanche un qual certo rischio di conflitto di interessi

Quel che stupisce il cittadino è l’assenza di risposta alla domanda: con quali criteri le nomine vengono partorite dal decisore politico? Prevale su tutto l’“intuitu personae” del Principe di turno

Alla fin fine, sembra essere sempre prevalente (fatte salve rare, rarissime, eccezioni) il criterio dell’“intuitu personae”, ovvero la valutazione soggettiva, la cooptazione discrezionale del “Principe” di turno, sia esso Ministro, Sottosegretario, Presidente di Regione, Sindaco, eccetera.

Stessa dinamica s’è ri-registrata, nelle settimane scorse, nel rinnovo degli incarichi di Presidente ed Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma: il ruolo di Amministratore Delegato, a suo tempo assegnato dalla ex Sindaca Virginia Raggi al sociologo Daniele Pitteri (in questo caso, il cv era coerente e congruo) non gli è stato “incomprensibilmente” rinnovato, e l’incarico è stato affidato al già senatore Raffaele Ranucci, “in quota” Partito Democratico; ed invece è stata confermata nell’incarico la Presidente, quella succitata Claudia Mazzola che era stata nominata in un ruolo così importante, nonostante non potesse – nemmeno lei – vantare un curriculum professionale “in tema” (era una giornalista Rai, poi capo redattore, poi dirigente dell’Ufficio Stampa e poi Direttrice dell’Ufficio Studi e più recentemente come Presidente di RaiCom…).

Mazzola era stata scelta dalla Sindaca Raggi, la quale pure aveva prima avviato un invito a presentare candidature per il cda della Fondazione Musica per Roma, fatto salvo poi sostenere che nessuno dei circa 60 cv pervenuti fosse all’altezza, e scegliendo quindi la compagna di partito Mazzola giustappunto col solito “intuitu personae”… A questo giro, evidentemente ragioni di opportunità politica hanno stimolato il Sindaco a scegliere un “asse Pd-M5s”, dato che la tentazione del “campo largo” è sempre latente: quindi, suvvia, si nomini un ex senatore “dem” ed una grillina ormai vicina a Giuseppe Conte (notoriamente Raggi non è una fautrice del “campo largo”). Lorenzo D’Albergo, sul quotidiano “la Repubblica” di giovedì scorso 13 giugno ha così sintetizzato la scelta del Sindaco: “Il beau geste di Gualtieri in scena all’Auditorium. Con Ranucci c’è Mazzola. Gualtieri tende la mano a Conte”. 

Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha deciso anche che andrà ad affiancare Ranucci e Mazzola invece un esperto, un professionista, un esponente del mondo della musica (incredibile!), qual è Nicola Campogrande, considerato uno dei più prestigiosi compositori italiani (è anche critico musicale, oltre che attivo al Teatro Comunale di Bologna ed all’Orchestra Sinfonica di Milano). 

I soci di Musica per Roma sono giustappunto il Comune, poi la Regione Lazio e la Camera di Commercio. Le quali – a loro volta – “coopteranno” con propria assoluta discrezionalità. Tanto non debbono rendere conto a nessuno, ché gli elettori sono “stakeholder” soltanto sulla carta.

Il lettore “ingenuo” si domanda, per esempio: ma se la gestione della Fondazione Musica per Roma è stata ritenuta efficace in questi anni, per quale ragione… Mazzola resta e… Pitteri salta?! 

Stessa domanda vale per Cinecittà: se gli “studios” vanno così tanto bene (come sostengono i più), perché deve saltare Nicola Maccanico come Ad ed essere sostituito da Giuseppe De Mita?

Logiche politiche

Logiche politiche (e personali), di spartizione fiduciaria e di opportunità (opportunismo) politico. Come nel caso tipicamente “romano” del Teatro di Roma, caso di conflitto tra partiti che è stato risolto con una modifica dello statuto, sdoppiando la carica di direttore (vedi “Key4biz” del 22 gennaio 2024, “Teatro di Roma: quando il bue da del cornuto all’asino”)…

Quel che scrivevamo su queste colonne quattro anni fa si è inesorabilmente riprodotto tante volte: basti rileggere “Key4biz” del 19 giugno 2024, “Da Cinecittà, a Musica per Roma e all’Agcom. Il solito balletto della discrezionalità delle nomine?”. C’è da mettersi a piangere. O, filosoficamente, a sorridere.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”. 

Link all’articolo originale