Da Key4Biz (26.7.21): La Corte dei Conti pubblica la sua relazione sul bilancio Rai del 2019
La Relazione della Corte non aggiunge granché a quel che era noto (a metà luglio è stato approvato il bilancio 2020), ma fornisce alcune informazioni interessanti, a partire dall’organigramma aziendale.
Venerdì della scorsa settimana “Key4biz” ha pubblicato in esclusiva un dossier curato dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, di commento analitico e critico del “bilancio di esercizio” per l’anno 2020 e del correlato “bilancio sociale”, quest’anno curiosamente ribattezzato da Viale Mazzini come “bilancio di sostenibità” (vedi “Key4biz” del 23 luglio 2021, “Dossier IsICult: bilancio di esercizio e bilancio sociale Rai, entrambi allarmanti”).
Nel tentativo di proporre una messe di dati utili alla miglior interpretazione del bilancio approvato il 15 luglio dall’Assemblea degli Azionisti (Tesoro e Siae), segnalavamo che purtroppo non si poteva disporre della relazione della Corte dei Conti per l’esercizio 2019, documento che spesso è utile strumento integrativo di analisi…
In effetti, scrivevamo che l’ultimo referto della Corte era relativo all’esercizio 2017, ma dobbiamo ammettere l’errore e fare ammenda: nel luglio 2020 è stata pubblicata la Relazione della Corte relativa all’esercizio 2018, e quella odierna è relativa al bilancio 2019.
Scrivevamo infatti: analizzando il bilancio 2020, molti potrebbero essere i rilievi di natura economica, ovvero gli indicatori che sembrano evidenziare ancora una discreta incapacità di mettere in atto “ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare residue inefficienze e sprechi”, come pure ha auspicato la stessa Corte dei Conti nell’ultima relazione (che consta di 488 pagine) sulla Rai trasmessa al Parlamento nel luglio di due anni fa (relativa all’esercizio 2017; e peraltro ci si domanda perché la Corte non abbia ancora prodotto i “referti” – così si chiamano, nello slang – relativi agli esercizi 2018 e 2019; si ricordi peraltro che un magistrato della Corte assiste alle riunioni del Cda, Ermanno Granelli dal gennaio 2020).
Si legge nella “Premessa” del documento appena reso pubblico oggi: “Il precedente referto di questa Corte su Rai S.p.A., relativo all’esercizio 2018, è stato oggetto della determinazione n. 82 del 21 luglio 2020, pubblicata in Atti parlamentari – Documento XV, Legislatura XVIII, Numero 327”.
Insomma, la odierna pubblicazione della Relazione della Corte sulla Rai non sarà certo stata provocata dalla nostra segnalazione / lamentazione di venerdì scorso, ma forse “Key4biz” un piccolo contributo di stimolazione l’ha dato.
Ancora una volta, documenti semi-clandestini…
Viene da osservare che questa pubblicazione negli “Atti parlamentari” non è stata oggetto di alcuna segnalazione da parte della stampa e dei media.
Anche la reperibilità della stessa sul sito web della Camera non è esattamente agevole… Talvolta, il cittadino mal pensante finisce per ipotizzare che la “pubblicità” di alcuni documenti venga vissuta dalle istituzioni più che altro come un “atto dovuto”, in onore ad una “trasparenza” più teorica che reale. Sembra quasi che alcuni documenti vengano nascosti, più che pubblicati…
Questi flussi informativi-documentativi sono trattati con modalità comunicazionali così “low profile”, da lasciar pensare ad una vocazione alla semi-clandestinità…
Basti rimarcare che nessuno – a parte “Key4biz” venerdì scorso – ha acceso i riflettori sul bilancio Rai per l’esercizio 2020…
Quest’anno, invece, il comunicato stampa della Corte dei Conti sul bilancio Rai verrà sicuramente ripreso, anche perché il documento appena sfornato (approvato l’8 luglio, pubblicato il 26 luglio) andrà certamente a costituire uno degli strumenti cognitivi per il nuovo Consiglio di Amministrazione della radiotelevisione pubblica.
Il referto della Corte – che reca la firma del relatore Presidente di Sezione Piergiorgio Della Ventura (magistrato che si è avvalso di Eleonora Rubino per l’istruttoria) – va letto con attenzione, e quindi torneremo sul documento.
Qui ci limitiamo ad estrapolare alcuni dati.
Compensi degli organi, dipendenti, costi medi: 1 dirigente Rai (sono 332) costa mediamente 230.000 euro l’anno, 1 giornalista (sono 1.780) 144.000 euro…
Sono evidenziati dalla Corte, per esempio, i compensi degli organi: il Presidente della Rai ha percepito 180.000 euro nel 2019, a fronte dei 240.000 euro l’anno dell’Amministratore Delegato (da fine luglio 2018); i Consiglieri di Amministrazione percepiscono 66.000 euro; i Sindaci 45.000 euro, a fronte dei 63.000 euro del Presidente del Collegio Sindacale.
Molte pagine della Relazione sono dedicate alle ri-organizzazioni della struttura interna, e sono interessanti per comprendere alcune dinamiche (anche di “potere”, nel rapporto tra Presidente ed Ad).
A pagina 21 viene finalmente proposto un “organigramma”, documento completamente assente – come abbiamo segnalato – sia dal “bilancio di esercizio” sia dal “bilancio sociale” della Rai.
Vengono proposte anche delle utili tabelle di sintesi, che consentono di osservare rapidamente la composizione della forza-lavoro della tv pubblica italiana, così come il totale dei ricavi: ai 11.238 dipendenti della capo-gruppo (situazione al 31 dicembre 2019), si aggiungono i 615 dipendenti di Rai Way (a fronte di 222 milioni di euro di ricavi del 2019), i 359 dipendenti di Rai Pubblicità (a fronte di 636 milioni di ricavi), i 154 dipendenti di RaiCinema (a fronte di 303 milioni di ricavi), 107 dipendenti di Rai Com (a fronte di ricavi per 41 milioni di euro)…
La Rai non ha ancora una mappatura adeguata della propria forza-lavoro
A proposito dei dipendenti, si legge un passaggio inquietante: “Sempre nell’ottica di valorizzazione delle risorse, sono state, inoltre, avviate le prime azioni di rilevazione delle competenze delle professionalità, con l’obiettivo di ottenerne una mappatura progressiva al fine di gestire in modo più efficace e proficuo lo sviluppo professionale futuro delle risorse coinvolte (per il 2021 riguarderà circa 1.000 persone nelle aree editoriali e circa 2.000 giornalisti)”.
Sorge naturale il quesito: “avviate le prime azioni”?!
Si conferma quindi che la Rai non ha ancora, evidentemente, una adeguata auto-coscienza delle capacità professionali dei propri dipendenti.
E naturale viene una considerazione: sarà questa una delle ragioni (non “la” ragione, ma una delle ragioni) per le quali decide di acquisire dall’esterno una quantità assurda di format, allorquando potrebbe stimolare la ideazione e la produzione di programmi “in house”?!
Abbiamo notizia che ci sono centinaia di proposte di programmi che vengono trasmesse – dai dipendenti Rai – alle preposte strutture interne, che non vengono prese in adeguata considerazione (come dire? “Grazie, le faremo sapere”).
Ci si domanda anche che cosa ha finora prodotto la Direzione Sviluppo Nuovi Format, voluta nel novembre del 2020 dall’ex Amministratore Delegato Fabrizio Salini, ed affidata a Pierluigi Colantoni…
La odierna Relazione della Corte dei Conti affronta di petto la questione: “il Collegio sindacale, come già evidenziato da questa Corte nel precedente referto, ha osservato che l’effettività e l’efficacia di tale ricognizione interna non può che essere subordinata alla condizione che l’Azienda sia dotata di una esaustiva e completa mappatura delle professionalità esistenti in azienda; in mancanza di tale mappatura, la preventiva ricognizione interna si risolve in un adempimento formale e scarsamente efficace”.
Incredibile, ma vero: la Corte dei Conti conferma quel che il Collegio Sindacale lamenta: la Rai non ha adeguata cognizione delle professionalità interne.
Scrive anche: nell’esercizio in esame “persistono insoddisfacenti modalità di reclutamento delle risorse umane”.
Si leggono altri dati interessanti: a fine 2019, i dirigenti Rai erano 272, e determinavano un costo medio di 230mila euro l’anno; considerando però il “Gruppo Rai” nel suo complesso, i dirigenti salgono a 332.
Il “costo medio” (secondo l’espressione utilizzata dalla Corte) dei 1.780 giornalisti è invece di 144mila euro l’anno.
Esercizio 2019: “la tendenza negativa è proseguita”, sentenzia la Corte
La Corte “certifica” conclusivamente dati che erano già noti: l’esercizio 2019 di Rai S.p.A. evidenzia un risultato in perdita per 35 milioni di euro, in peggioramento rispetto al risultato di – 33,8 milioni euro del 2018; risultato che a sua volta peggiorava rispetto all’utile di 5,5 mln euro dell’esercizio precedente…
“La tendenza negativa, dunque, è proseguita, sia pure con minore intensità”.
L’esercizio 2019 dell’intero gruppo Rai presenta invece un risultato in pareggio, come l’anno precedente, rispetto però all’utile di 14,3 milioni euro dell’esercizio 2017.
Anche la Corte pone attenzione su quel che abbiamo segnalato nel Dossier IsICult per “Key4biz”: “Va evidenziata, infine, la crescita dell’indebitamento del Gruppo, che si attesta a fine 2019 a 541,3 mln, dato quasi raddoppiato rispetto al 2018 (286,5 mln)”.
Queste le conclusioni: “a fronte della situazione complessiva sopra illustrata, in particolare dell’emersione di perdite di conto economico per il secondo anno consecutivo, questa Corte conferma la necessità che l’azienda ponga in essere ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare inefficienze e sprechi, onde assicurare un maggior contenimento dei costi – che invece nell’anno in esame sono cresciuti – nell’ottica di un maggiore equilibrio economico e gestionale”.
Quando la Corte ha licenziato il suo referto (8 luglio 2021), verosimilmente essa non era ancora in possesso del bilancio dell’esercizio 2020 (che pure era stato approvato dal Cda il 29 aprile 2021, e quindi in possesso del magistrato che assiste alle riunioni del Consiglio Rai): ci limitiamo a dire che le perdite di conto economico si sono rinnovate anche per un terzo anno… Nel bilancio 2020, si registrano infatti 21 milioni di euro di perdite: certamente meno dei 35 milioni del 2019, ma non proprio un indicatore di buona salute.
Si teme quindi che l’invito della Corte dei Conti del luglio 2020 (rinnovato nel luglio del 2021) a fare in modo che si metta in atto ogni misura “organizzativa, di processo e gestionale” che sia a “idonea ad eliminare inefficienze e sprechi” non sia stato esattamente accolto.
A questo punto, non resta che augurarsi che il nuovo Ad Carlo Fuortes ed il Cda tutto facciano tesoro del rinnovato monito della Corte dei Conti.
Torneremo presto su questi controversi temi.
Clicca qui, per la “Determinazione e relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Rai Radiotelevisione Italiana spa 2019”, adottata l’8 luglio 2021, pubblicata dalla Corte dei Conti – Sezione del Controllo sugli Enti il 26 luglio 2021.
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