Raccolte oltre 22.000 firme per denunciare un caso che rappresenta la punta dell’iceberg del sistema mediale italiano che non protegge i minori: permane incontrollato il libero accesso alla pornografia sul web.

La notizia ha dell’incredibile, ma è purtroppo vera, e preoccupa che non abbia ottenuto l’eco che merita: il 7 gennaio 2022, Rai 2 ha messo in onda, alle ore 19:40 (prima del “Tg2”) un telefilm della serie statunitense “9-1-1” che ha proposto un mix di immagini violente e raccapriccianti.

La puntata della serie “9-1-1”, intitolata “Luna piena” (titolo originale “Full Moon”), è stata trasmesso in fascia protetta, e quindi alla mercé di bambini ed adolescenti.

Nel grande flusso delle trasmissioni televisive, nel mare magnum di quel che il web propina, “pochi” se ne sono resi conto…

Le rilevazioni Auditel di quel giorno registrano questi dati: 735mila spettatori ed uno share del 3,3 %. Lo Studio Frasi di Francesco Siliato potrebbe precisarci quanti di questi sono minori, ma non nutriamo particolari fiducia nelle metriche di Auditel, e quindi non ci interessa un calcolo esatto: sicuramente si può stimare che il programma sia stato visto da almeno qualche decina di migliaia di adolescenti.

La serie era stata già trasmessa dalla Rai nel 2019, ma nessuno sembra essersene accorto allora…

Messa in onda il 23 gennaio 2019 alle ore 21:22, sempre su Rai 2, allora in prima serata. La “prima” italiana di questa puntata della serie era stata trasmessa da Fox Life, canale della piattaforma Sky il 27 marzo 2018.

In quell’occasione, gli ascoltatori su Rai sono stati 1,4 milioni, a fronte di uno share del 5,3 %, ovvero il doppio di quelli della replica del 7 gennaio 2022.

Così ha segnalato la messa in onda l’Ufficio Stampa della Rai pochi giorni fa: “Nuovo doppio appuntamento con la squadra “9-1-1”, martedì 22 gennaio alle 21.20 su Rai2, con Angela Bassett, Peter Krause, Oliver Stark, Aisha Hinds Kennet. Nel primo episodio intitolato La luna piena, una luna piena incombe su Los Angeles e tutta la città è in allerta. Hen si riavvicina alla sua ex-moglie, mentre Abby aiuta a risolvere un mistero dopo che una chiamata al 911 diventa “mortale”.”

L’episodio incriminato (44 minuti di durata) è il settimo della prima stagione di “9-1-1”, formata da 10 episodi, trasmessa negli Usa dall’emittente Fox dal gennaio 2018 al marzo 2018.

La serie televisiva segue le vicende di poliziotti, paramedici e vigili del fuoco di Los Angeles, sia sul lavoro che nella vita privata. Come è noto, “911” è il numero di emergenza da digitare in caso di emergenza negli Usa, ed a rispondere è un centralino che smista le chiamate tra i vari operatori a seconda delle esigenze. Insomma, una sorta di equivalente del nostro “112”.

La serie è disponibile anche su Sky Italia “on demand”, e l’emittente la classifica come “V. M. 14 anni”, ma sappiamo che si tratta di un avviso perfettamente teorico, come per quel che riguarda i sistemi vigenti in Italia di “parental control” (una burla mediale…).

La serie “9-1-1” è giunta alla quinta stagione: i suoi ultimi 18 episodi sono trasmessi da Fox in Usa, ed in Italia sono proposti dalla piattaforma “on-demand” Disney+ dal 12 gennaio 2022. La Rai ha trasmesso in chiaro la quarta stagione della serie, dal gennaio all’aprile 2021.

Si tratta di una serie televisiva senza dubbio di qualità, in termini di sceneggiatura e regia e montaggio, accattivante per quanto ansiogena: insomma, è un prodotto di livello narrativamente evoluto, ma qui non la stiamo affrontando dal punto di vista mediologico e estetologico, non siamo qui in veste di recensori cinematografici-audiovisivi… Nel “Morandini 2022”, così viene liquidata la serie dal più famoso critico cinematografico italiano: “Autori blasonati per una serie che non si discosta da altre simili, incrementando il tasso di politicamente corretto. Le avventure di vigili del fuoco, paramedici e una poliziotta di L.A.”.

Qui analizziamo i rischi della messa in onda di storie ed immagini inadatte ai minori.

In estrema sintesi, una serata di “luna piena” tiene occupati gli uomini della squadra, alle prese con alcune delle chiamate più folli e bizzarre mai ricevute…

Riportiamo la sinossi proposta dall’edizione italiana di Wikipedia: “Abby risponde a una chiamata di emergenza, una donna anziana e spaventata, è convinta che un uomo la stia spiando, inoltre in un’altra chiamata di emergenza, una donna chiede aiuto perché un uomo è entrato in casa sua, e lei poi viene ritrovata morta. Chimney, Hen e Athena sono alle prese con un tossico che si è dato al cannibalismo, e Athena per autodifesa lo uccide sparandogli. La squadra omicidi arresta il marito della donna che è stata ritrovata morta, dato che da tempo la perseguitava dopo la loro separazione dando per scontato che sia lui il colpevole. Ma Abby è convinta che l’assassino sia un altro uomo, e capisce che tra la chiamata di aiuto della vittima e quella dell’anziana donna c’è un nesso: infatti la donna anziana va a stare dalla figlia, la quale è divorziata e il suo ex marito, che le dà il tormento, stava spiando la suocera. Inoltre è stato lui a uccidere quella donna che era un’amica della sua ex moglie, ritenendola colpevole di averla aiutata ad allontanarsi da lui. Abby telefona alla donna per metterla in guardia, e lei trovandosi preparata uccide il suo ex marito che era riuscito a trovare la sua nuova casa. Intanto Eva è riuscita a tornare in libertà su condizionale e invita Hen a casa sua per festeggiare, e le due finiscono a letto insieme. Intanto Abby e Buck portano la loro storia a un livello più alto e fanno l’amore”.

I “credits” segnalano che la regia è di Maggie Kiley, e la sceneggiatura scritta da Adam Penn, co-produttori sono Jeff Dickerson e Todd Nenninger per ReamWorks / Brad Falchuck Television Ryan Murphy Television, e quindi 20th Fox Television.

Si ricordi che la serie “9-1-1” (classificabile come “procedural drama”) è stata creata da Ryan Murphy e Brad Falchuck e Tim Minear. I primi due sono coautori della inquietante serie televisiva “American Horror Story” (prodotto di indubbia qualità estetica, ma veramente spiazzante, giunto nel 2021 alla settima stagione), e paladini della “diversità” (si pensi a serie come “Glee” e “Pose”, che hanno contribuito a rivoluzionare i canoni di una presunta “normalità”), che talvolta finiscono per esaltare a livelli surreali. La serie è stata lanciata da Fox Broadcasting Company durante la presidenza di Michel Thorn, che guida il gruppo dal 2017.

Si ricordi “en passant” che la Presidente Rai Marinella Soldi è tra i sostenitori (nella veste allora di Presidente Southern Europe di Discovery) di una ben curata e qualificata iniziativa, qual è il “Diversity Media Awards” (cosiddetti “Oscar dell’Inclusione”), che premiano in Italia personaggi e contenuti mediali che abbiano “contribuito a una rappresentazione valorizzante delle diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, etnia, età e generazioni, disabilità” (il premio giunge nel 2022 alla sesta edizione). Rai è “media partner” dell’iniziativa. In argomento, si ricordi anche che poche settimane fa, è stata la stessa Presidente Marinella Soldi a co-presentare il nuovo ciclo di ricerche intitolato “Diversity&Inclusion. La valorizzazione delle diversità al servizio della crescita”, avviato dalla controllata Rai Pubblicità, guidata da Gian Paolo Tagliavia. Il 15 dicembre 2021, è stato annunciato il rafforzamento della struttura Research & Insight di Rai Pubblicità e presentata a Milano una prima ricerca sul tema “Diversity & Inclusion”, realizzata con Toluna ed Emotiva (start-up che usa l’intelligenza artificiale per misurare l’impatto emotivo degli spot). Il tema “Diversity & Inclusion” per Rai “non è uno slogan, ma qualcosa di molto concreto, perché il pubblico Rai è tutto il Paese e tutti devono essere rappresentati”, ha commentato Soldi, a proposito della missione del “broadcaster” pubblico di favorire lo sviluppo della società e produrre anche un vantaggio tangibile per il business, la reputazione di ogni azienda e il benessere della società (clicca qui, per la presentazione dell’iniziativa)… E qui emerge in verità quel “mix” che non ci entusiasma, tra “servizio pubblico” e parallela attività commerciale della Rai: recita il comunicato stampa di Rai Pubblicità, “pubblicità e diversity: più di un italiano su due si dichiara maggiormente disposto ad acquistare un prodotto se inserito in uno spot inclusivo”. Per chi crede in una televisione pubblica “modello Bbc”, quello della Rai attuale è un ibrido che inquina la “mission” di servizio pubblico. Ma questo è un altro discorso e lo riprenderemo presto…

Chi redige le noterelle di questa rubrica IsICult ilprincipenudo” per “Key4biz” non nutre simpatie di sorta per gli integralisti – di qualsiasi cromia ed ideologia – ed al contempo non nutre certamente alcuna vocazione censoria, ma come dare torto a coloro che hanno cercato di denunciare la gravità del fatto (l’episodio di “9-1-1”), ovvero gli attivisti dell’associazione Pro Vita & Famiglia?

Licantropo che divora una persona, donne incinte con utero in affitto che partoriscono in palestra, una donna che uccide con una mazza da baseball l’ex che la perseguita, un gay dal cui ano viene estratto un verme solitario…

Una graziosa sintesi di quel che il telefilm ha proposto?!

Da non crederci, veramente: in una scena si vede un “uomo-lupo” nudo, interamente coperto di sangue, abbattuto dalla polizia, mentre divora una persona; in un’altra, un gruppo di donne incinte – di cui una, in gravidanza a seguito di utero in affitto – che, mentre sono in palestra, ha improvvisamente partorito; in un’altra, una donna si intrattiene affettuosamente a letto con la compagna, prima di tradirla con un’amante; in un’altra, una donna uccide con una mazza da baseball l’ex che la perseguitava; in un’altra ancora, una coppia di gay di cui uno si contorce dal dolore finché un poliziotto non gli estrae dall’ano lentamente un lungo verme solitario…

Sufficit?!

Riteniamo sconcertante e gravissimo che la Rai programmi nei suoi palinsesti la messa in onda di contenuti del genere nella fascia oraria protetta per i minori”, aggiungendo che “non è certo per questo che i cittadini italiani pagano il canone”, hanno denunciato Toni Brandi e Jacopo Coghe, rispettivamente Presidente e Vice Presidente di Pro Vita & Famiglia.

Hanno ragione, eppure la notizia della denuncia di Brandi e Coghe non ha registrato una rassegna mediale minimamente significativa.

I primi a sollevare il caso sono stati in verità, oltre due settimane fa, l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche Familiari Carlo Giovanardi (Governo Silvio Berlusconi, dal 2001 al 2006) e l’ex Presidente del Forum delle Associazioni Familiari Luisa Santolini, che hanno presentato un esposto formale al fantasmico Comitato di Applicazione del Codice di Autoregolamentazione “Media e Minori”.

La notizia risale al 12 gennaio 2022, ed ha avuto una ricaduta mediale quasi inesistente. “Nel telefilm – denunciavano Giovanardi e Santolini – sono apparse scene di inaudita violenza e ripugnanza come tra l’altro quella di un licantropo nudo e coperto di sangue che viene abbattuto dalla Polizia mentre sta cibandosi di un altro uomo. Inoltre, come se non bastasse, è stata mandata in onda la scena durante la quale delle donne incinte, mentre si trovano in palestra, subiscono contemporaneamente la rottura delle acque e partoriscono con l’aiuto dei Vigili del Fuoco, per di più con la precisazione che una di loro stava facendo una gestazione per altri”. In più, si è assistito alle scene di “una donna lesbica a letto, in atteggiamento morboso con la moglie impegnata poi nel tradimento della stessa con un’amante ex carcerata”. Infine, si è visto “un uomo che si contorce dal dolore finché un vigile non gli estrae dall’ano lentamente ed ostentatamente un lungo verme solitario”.

Soltanto il quotidiano “la Verità”, diretto da Maurizio Belpietro, ha dedicato attenzione alla vicenda, nell’edizione di martedì scorso 25 gennaio, in solitaria compagnia con il settimanale “Panorama” (diretto dallo stesso Belpietro), che ha rilanciato la denuncia nell’edizione odierna, con un articolo firmato giustappunto dal Vice Presidente di Pro Vita & Famiglia Jacopo Coghe. Sul web, la notizia è stata segnalata ieri dal direttore del sito specializzato “VigilanzaTv”, Marco Zonetti (vedi “Rai2, Oscenità in fascia protetta: oltre 20mila firme per una multa alla Rai”).

Per il resto, silenzio totale della stampa quotidiana e dei media tutti.

Nessuna reazione da parte dei vertici della Rai, né dalla Presidente Marinella Soldi né da parte dell’Amministratore Delegato Carlo Fuortes. Tace anche l’Ufficio Stampa Rai: nessun segnale dal Direttore della Comunicazione Pierluigi Colantoni.

L’associazione Pro Vita & Famiglia ha promosso quindi una petizione per chiedere al Comitato di Applicazione del Codice di Autoregolamentazione “Media e Minori” di sanzionare la Rai.

La petizione ha raggiunto oggi 22mila firme e si pone la soglia di 25mila come obiettivo.

Una “petizione” al Comitato Media e Minori?!

E qui un sorriso amaro emerge, almeno in coloro che hanno coscienza (ahinoi, sono pochi, purtroppo anche all’interno del Parlamento) che si tratta di un organismo deboleinadeguatoinefficace, che non riesce a svolgere nemmeno la funzione della metaforica “foglia di fico”: questo è infatti, al di là delle apparenze, il cosiddetto “Comitato Media e Minori”, un organismo di auto-regolamentazione che non esercita un filtro minimamente efficace rispetto alle nefandezze e porcherie che tv e web offrono. Il Comitato non ha la strumentazione adeguata alle funzioni che pure gli sarebbero state assegnate.

Lo abbiamo denunciato molte volte, anche recentemente, su queste colonne: vedi “Key4biz” del 29 ottobre 2021, “Mise nomina il nuovo Comitato media e minori”; e del 19 novembre 2021, “Comitato Media e Minori, interrogazione a Giorgetti dei senatori Lannutti, Corrado e Angrisani (che citano Key4biz)”. Si segnala che ad oggi, a distanza di oltre due mesi, dalla presentazione, la risposta all’Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06301 non è ancora pervenuta.

La Presidente Rai ed il Presidente del Comitato Media e Minori si sono incontrati l’altro ieri: hanno affrontato il caso emblematico di “Luna piena”?!

Immaginiamo che dell’episodio abbiano parlato, l’altro ieri 26 gennaio, la Presidente della Rai Marinella Soldi ed il Presidente del fantasmico Comitato Media e Minori (ricostituito operativamente nell’ottobre scorso presso il Ministero dello Sviluppo Economico – Mise), l’avvocato Jacopo Marzetti, ma di ciò non vi è certo traccia nel rituale comunicato diramato dall’Ufficio Stampa Rai, che recita retoricamente e serenamente: “al centro dei colloqui l’esigenza di tutela dei minori riguardo al loro rapporto con i media, in un contesto, come l’attuale, particolarmente complesso. La collaborazione del Servizio Pubblico con il Comitato è stata da entrambi definita essenziale per un’azione efficace, incentrata sulla prevenzione, con programmi rispettosi dell’età dei ragazzi e dei bambini e fornendo strumenti di difesa nei confronti delle insidie del mondo digitale”. Non un cenno allo scandaloso “errore” commesso dalla Rai qualche settimana fa, passato sotto silenzio totale. 

Prima di redigere questo articolo, ci siamo domandati (da ricercatori prima che da giornalisti) se le tesi dei denuncianti non fossero animate da eccesso di moralismo estetico-ideologico, ed allora abbiamo deciso di verificare concretamente.

Non è l’aspetto di “ambiguità” di genere che ci preoccupa, anche se indiscutibilmente tutta la puntata evidenzia un approccio non tradizionale (a partire dall’ispettrice di polizia – interpretata da Angela Basset – che nella serie è dichiaratamente lesbica), ma la violenza denunciata da Giovanardi e Santolini.

Non abbiamo trovato la serie sul sito di RaiPlay, ma, per chi vuole toccare con mano – ovvero vedere con i propri occhi – la puntata incriminata “Luna piena”, può reperirla simpaticamente su questo sito Streamingcommunity, che immaginiamo la offra gratuitamente in simpatica violazione del diritto d’autore.

Le situazioni “critiche” – di assoluta quanto esplicita violenza – dell’episodio “Luna piena” della serie “9-1-1” sono oggettivamente di breve durata, pochi minuti rispetto alla durata complessiva dell’episodio, ma – che siano fruite contestualizzate o meno narrativamente – si tratta di scene shocking anche per un adulto (di media sensibilità). Se non shocking (se si è appassionati di film horror…), sicuramente disturbanti. Senza dover evocare un concetto passatista come “comune senso del pudore”…

La punta dell’iceberg: Agcom ed Agia inerti ed impotenti, rispetto al libero accesso dei minori alla pornografia su web

Abbiamo dedicato attenzione a questo esposto / denuncia, perché riteniamo esso rappresenti soltanto la punta di un iceberg, un piccolo tassello di un mosaico patogeno preoccupante: in Italia, (quasi) nessuno sembra dedicare attenzione alle caratteristiche dell’offerta televisiva rispetto ai minori, tra televisione “free” e “pay” e piattaforme “on demand”; (quasi) nessuno sembra dedicare attenzione all’offerta di audiovisivo su web…

Senza qui entrare nel merito di una possibile critica alla dilagante “visione del mondo” sempre più iper-sessualizzata (con uno strisciante erotismo mercificato) complessivamente offerta dal sistema dei media, riteniamo che sia inaccettabile che la televisione di servizio pubblico non ponga adeguata attenzione preventiva alle caratteristiche del proprio palinsesto. Immaginiamo che le serie tv non vengano acquistate a scatola chiusa, e che qualche funzionario Rai dia loro un’occhiata, prima della messa in onda…

Ed il problema, per Rai, non è certo nella presenza di Drusilla Foer (Gianluca Gori il nome alla nascita), attivista dei diritti Lgbtq+, come co-conduttrice dell’imminente Festival di Sanremo: le polemiche su questa partecipazione, queste sì, ci sembrano caratterizzate da un eccesso di moralismo e da integralismo ideologico (così titola per esempio la testata “Il Primato Nazionale”, think-tank intellettuale di Casa Pound: “Drusilla Foer, ovvero il cavallo di Troia Lgbt “bon ton” per lavare il cervello alle casalinghe”). 

Il problema è un monitoraggio critico dell’offerta complessiva della televisione pubblica italiana: esiste un minimo di controllo preventivo?!

Nessuno invoca la censura, ma spesso la Rai supera ogni limite di decenza.

Il problema va ben oltre la Rai, ovviamente.

Basti ricordare il recente caso della serie coreana “Squid Game” offerta su Netflix, divenuta pure in Italia – anche tra gli adolescenti – un fenomeno “di massa” (vedi “Key4biz” del 19 novembre 2021, “C’è chi chiede di proibire “Squid Game” su Netflix e chi di bloccare l’app “Gioco Sicuro” dell’Agenzia del Demanio”). In questo caso, la denuncia è stata rilanciata dai media, ma alla fin fine con quali risultati? Sostanzialmente nessuno. Indifferenza prevale. Serie, anche questa, di gran qualità televisiva, ma non di questo stiamo qui trattando.

Tante volte abbiamo denunciato – anche su queste colonne – lo scandalo del libero accesso alla pornografia sulla rete, senza che esista in Italia alcun sistema di “controllo” pubblico, nei confronti di bambini/e ed adolescenti.

Lo Stato italiano sembra aver abdicato alle proprie prerogative di tutela dei minori.

Rare quanto commendevoli le iniziative di sensibilizzazione: merita essere citato l’attivismo del Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni)della Lombardia (organo “funzionale” dell’Agcom), presieduto dall’avvocatessa Marianna Sala, che abbiamo già positivamente segnalato su queste colonne (vedi “Key4biz” del 2 novembre 2021, “Tra ‘Comitato Media e Minori’ e ‘Consiglio Nazionale degli Utenti’: lotta impari nel Far West Web per la (non) tutela dei minori”)”. Segnaliamo la recente pubblicazione del volume “50 serie tv da guardare in famiglia”, promosso dal Corecom Lombardia d’intesa con l’Aiart (Associazione Cittadini Mediali) ed in collaborazione con il Master in International Screenwriting and Production dell’Università Cattolica di Milano, edito per i tipi di Rubbettino. Un simile volume, se diffuso a circolazione limitata, a poco serve: dovrebbe invece essere distribuito gratuitamente in tutte le scuole d’Italia. E, in argomento, si ricorda – una volta ancora – come manchi completamente un sistema di “alfabetizzazione audiovisiva” nelle italiche scuole, così come di educazione alla sessualità…

Conclusivamente: di fatto, non esiste alcuna significativa protezione del minore nel sistema audiovisivo e mediale italiano.

Il caso di “9-1-1” impropriamente trasmesso dalla Rai rappresenta soltanto veramente la punta di un iceberg. La situazione è completamente fuori controllo: prevale anarchia.

L’inerzia dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e l’impotenza dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (Agia) sono evidenti quanto intollerabili, semplicemente scandalose, ma nessuno sembra rendersi conto della gravità delle conseguenze di queste dinamiche del “libero mercato” nella costruzione dell’immaginario dei giovani italiani…

Clicca qui, per il volume “50 serie tv da guardare in famiglia”, edito da Corecom Lombardia, Rubbettino, Milano, 2021

Link all’articolo originale >