Il Ministro ha trasmesso ieri alla Commissione Cultura della Camera l’elenco della “eletta schiera” dei nuovi membri del Csc: alcuni sono noti, altri meno, i curricula non sono comunque stati resi di pubblico dominio.

L’attesa si protraeva da due mesi, allorquando, ad inizio agosto, si è registrata “la crisi della governance” della più famosa e prestigiosa scuola di cinema d’Italia: il Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc): si rimanda alla nostra lunga analisi, pubblicata su queste colonne (vedi “Key4biz” del 25 luglio 2023, “Vecchie coreografie politiche in scena al Centro Sperimentale di Cinematografia: molto rumore per nulla” ed il giorno prima “Centro Sperimentale di Cinematografia ovvero dell’ipocrisia di una qual certa ‘sinistra culturale’”)… Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha sostanzialmente deciso di “anticipare” la fine del mandato dei precedenti consiglieri di amministrazione, e la allora Presidente Marta Donzelli – nominata dall’ex Ministro “dem” Dario Franceschini – aveva deciso di rassegnare le dimissioni, così accelerando il processo di “rinnovamento” da “spoil system”…

Esattamente un mese fa, il 4 settembre 2023, scrivevamo su queste colonne: infine, da segnalare che – come prevedevamo una settimana fa – si ha conferma che il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha deciso di rimandare al “post-Venezia” la pubblicazione dei decreti a sua firma, con i quali provvederà alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione del Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) e del massimo organo di consulenza del Ministero, ovvero il Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo (Csca).

Rispetto al primo, il sempre ben informato Dagospia ha prospettato la possibile nomina di Sergio Castellitto a Presidente, ma il Ministro, interpellato dall’Adnkronos, ha sostenuto mercoledì della scorsa settimana: “ora godiamoci la Mostra di Venezia, poi si vedrà”. Né conferma, né smentita, insomma. Nel caso in cui l’indiscrezione venisse confermata nei prossimi giorni, l’attore e regista pluripremiato succederebbe a Marta Donzelli, che ha lasciato la presidenza il 4 agosto scorso, in seguito al varo del decreto legge in cui si disponeva una modificazione della “governance” e quindi il rinnovo dei vertici del Csc entro 30 giorni; sulla scia del decreto, si erano dimesse anche le consigliere di amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti (si rimanda al nostro intervento “Un super-polo per la formazione cine-audiovisiva al Centro Sperimentale di Cinematografia?” su “Key4biz” del 4 agosto 2023)… Ha scritto Ulisse Spinnato Vega su “Lettera43” il 1° settembre, di Castellitto (in un articolo intitolato “L’Opa della destra sulla cultura: la mostra del cinema di Venezia e non solo”): “personaggio tanto celebre quanto camaleontico, ma comunque non inviso a Sangiuliano, anche perché lontano dai circoli e dalle conventicole del cosiddetto pensiero di sinistra.

Scrivevamo ancora, un mese fa: chi redige queste noterelle prevede che il prossimo Presidente del Csc sarà invece il maestro Pupi Avati, che pure è, dal dicembre 2022, consigliere per la cultura del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) Antonio Tajani. Si segnala che in un’intervista a “La Repubblica” del 1° settembre, così Avati risponde alla domanda giustappunto sul futuro del Centro Sperimentale di Cinematografia: “non mi scandalizza il cambio dei vertici del Csc. Tuttavia sto lavorando, senza nessun mandato, affinché il Centro torni ad essere il cuore del cinema europeo. Voglio vedere delle persone con dei curricula da paura. E la calma piatta che c’è adesso non va bene”. Poche parole, a buon intenditor…

L’eletta schiera dei novelli consiglieri del Csc e del Csca potrebbe consentire di comprendere se esiste realmente un “new deal” della politica culturale del Governo…

A distanza di una decina di giorni da quell’articolo del 4 settembre, scrivevamo poi il 15 settembre, sempre nell’economia della rubrica “ilprincipenudo” curata da IsICult (Istituto italiano per l’Industria Culturale) per il quotidiano online “Key4biz”: “(…) imminenti nomine al Centro Sperimentale di Cinematografia: il prescelto Pupi Avati preferisce continuare a dirigere film ed il testimone passerà a Sergio Castellitto, imminente neo-presidente del Csc”.

Quindi – come dire?! – le nostre capacità “predittive” (paragnostiche?!) si sono rivelate efficaci.

La notizia è stata diramata questa mattina in anteprima dalla sempre vigile agenzia stampa specializzata AgCult (diretta da Ottorino De Sossi), ed è stata poi confermata dal sito web del Ministero della Cultura: in effetti ieri martedì 3, il Mic ha trasmesso al Parlamento la richiesta di parere per la nomina del novello Consiglio di Amministrazione. Le due commissioni competenti di Camera e Senato debbono pronunciarsi entro 20 giorni.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha designato Sergio Castellitto (classe 1955) come presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia: l’attore e regista subentra a Marta Donzelli, che si era dimessa dalla presidenza lo scorso 4 agosto, insieme alle consigliere di amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti, in seguito al varo del decreto del giorno precedente che aveva sostanzialmente “azzerato” i vertici del Csc.

Di Castellitto, ci piace qui riportare alcune dichiarazioni, a conferma di un qual certo suo non schieramento politico: “sono dispiaciuto ma io non sento di appartenere ad alcuna generazione, ad alcun esercito, a nessun gruppo di stile o di tendenza. Siamo tutti individualisti che cercano di caricare le proprie schede personali”; è stato però folgorato da Barack Obama, “lui, per me, è stata la vera luce” (così dichiarava nel 2011 in un’intervista a Fabrizio Roncone); nella primavera 2013 ha sottoscritto, insieme ad altri personaggi pubblici (tra i quali Furio Colombo, Margherita Hack, Franca Valeri), una petizione perché Emma Bonino fosse eletta Presidente della Repubblica… Ha scritto di lui Fabio Ferzetti: “non è un divo, non è un sex-symbol, insomma non è una “immagine”. È qualcosa di più raro e complesso. È un attore-autore, e da prima di passare alla regia, per la sicurezza e la disinvoltura con cui sa mettere qualcosa di suo, talvolta di segretamente suo, nei personaggi più diversi. È un attore di solida formazione classica, con anni di studi e di palcoscenico alle spalle, trasformatosi come pochi in “animale” cinematografico. Ma è anche il professionista coraggioso che, quando ruoli e film interessanti scarseggiavano, ha preso il cappello per andarsene all’estero. Accettando anche piccole parti, o autori alle prime armi, pur di scoprire altri mondi e rimettersi in gioco”…

Chi sono i 7 neo-consiglieri del Centro Sperimentale di Cinematografia?

Due nomi degli altri membri del Consiglio di Amministrazione erano noti e comunque prevedibili (si registravano “rumors” da settimana):

  • Pupi Avati (classe 1938): di uno dei grandi maestri del cinema italiano, non è necessario riportare nemmeno un cenno biografico, considerandone fama e prestigio; va segnalato che in verità era stato designato proprio lui nel ruolo di Presidente in un primo momento, ma ha subito comunicato la propria indisponibilità perché vuole continuare a girare film, e il ruolo di regista sarebbe veramente non compatibile con la presidenza… Attingiamo dal prezioso database “Cinquantamila” di Giorgio Dell’Arti, un paio di sue dichiarazioni “politiche”: “il mondo grande della storia, delle ideologie l’ho sempre guardato dal basso, da borghese, con diffidenza. Mi sono estranee condizione proletaria, fame, Resistenza, e non sono di sinistra né di destra. Faccio parte dell’Italia di mezzo che non ha voce. Sono stato fortemente democristiano ma quel riferimento non esiste più… (…) Mi danno sempre l’etichetta di cattolico. Ebbene sì, lo sono. Ma non per finta, sul serio. E con orgoglio. Lo so che è strano, per un artista, andare in chiesa. Vado a messa, prendo la comunione, mi confesso dal mio parroco di San Giacomo in Augusta, in via del Corso”…
  • Giancarlo Giannini (classe 1942): altro maestro del cinema italiano (6 “David di Donatello”, 5 “Nastri d’Argento”, 2 candidature all’“Oscar”, 5 “Golden Globe”, ecc.); si ricorda che lo scorso 22 marzo, il Ministero della Cultura aveva celebrato con una cerimonia, alla quale erano presenti il Ministro Sangiuliano e i Sottosegretari Vittorio Sgarbi e Gianmarco Mazzi, il conferimento a Giancarlo Giannini della stella personale sulla prestigiosa “Walk of Fame” di Los Angeles. In quell’occasione, Giannini aveva raccontato: “qualche mese fa, ho ricevuto una telefonata con cui venivo escluso dal Consiglio del Centro Sperimentale di Cinematografia per lasciare spazio a due donne. Spero abbia preso il mio posto qualcuno più giovane di me”. E Sangiuliano, in quell’occasione, aveva annunciato: “appena sarà possibile, reinserirò Giancarlo Giannini nel Consiglio d’Amministrazione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Non me lo faccio ripetere due volte, preparate subito le carte”. Il passo è stato ora compiuto, in attesa del sigillo definitivo da parte delle due commissioni parlamentari.

Meno noti gli altri neo-consiglieri, le cui competenze nell’ambito del cinema e dell’audiovisivo sono meno evidenti, fatta salvo forse Andrea Minuz.

  • Andrea Minuz (classe 1973): docente e scrittore, è una delle firme del quotidiano “il Foglio”, su cui scrive di media e televisione, curatore della rubrica “Il Periscopio”; autore tra l’altro di un saggio sul Fellini “politico”, ovvero “Viaggio al termine dell’Italia”, edito per i tipi di Rubbettino nel 2012) e di “Fellini, Roma” (2020, Rubbettino); professore ordinario di cinema e cultura audiovisuale a “La Sapienza” di Roma, dove si occupa in particolare di storia culturale del cinema italiano e ricerche sul pubblico cinematografico. È membro del Comitato Scientifico della “Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro” (Curatore della sezione “Rimontaggi”) e della Giura dei “David di Donatello”. I suoi ambiti di ricerca principali riguardano l’industria e le culture del cinema in Italia e la storia culturale dei media (nel 2022, ha pubblicato il saggio “L’impegno di Stato. Il finanziamento pubblico del cinema italiano nei testi delle delibere delle sottocommissioni ministeriali”; nel 2014, “Quando c’eravamo noi. La crisi della sinistra nel cinema italiano da Berlinguer a Checco Zalone”, Rubbettino). Dirige le collanaa “Italian Frame” per l’editore Mimesis International e “Drama” per Dino Audino Editore. È uno dei 15 esperti della Commissione della Direzione Cinema e Audiovisivo del Mic, nominato da Dario Franceschini con decreto del 15 marzo 2022…

Meno noti gli altri tre consiglieri:

  • Santino Vincenzo Mannino (classe 1951), più noto come Vincenzo Mannino: è un giurista, professore ordinario di Storia del Diritto Privato Romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, docente anche alla Luiss; Tesoriere dell’Associazione per la ricerca storica e comparatistica (Aristec). Ha iniziato la sua carriera universitaria come assistente ordinario presso la cattedra di Storia del Diritto Romano della Facoltà di Giurisprudenza de “La Sapienza”. Nel luglio del 2023, è stato nominato – sempre dal Ministro Sangiuliano – nel Comitato Permanente per il Diritto d’Autore (per il quadriennio 2023-2027), “in rappresentanza del Ministero dell’Istruzione e del Merito”, ed in effetti Mannino è dal novembre 2022 consigliere del titolare del Mim, con l’incarico di curatore dei rapporti istituzionali del Ministro Giuseppe Valditara (“consigliere politico”, incarico prestato a titolo gratuito). A fine aprile 2021, era stato nominato, dall’allora Ministro Dario Franceschini, membro della Commissione per la Classificazione delle Opere Cinematografiche del Mic: questo appare l’unico “aggancio” con il settore cinematografico e audiovisivo.
  • Cristiana Massaro (classe 1979): avvocata, è attualmente partner dello Studio Massaro – Ciammaglichella; è stata partner dello studio Studio Legale Massaro & Rositani Suckert. È la figlia di Gianni Massaro (deceduto nel 2010), uno dei più importanti avvocati del cinema italiano (è stato tra l’altro per decenni consulente legale anche dell’Anica, la maggiore associazione dei produttori cinematografici italiani, di cui è stato eletto anche Presidente nel 1997), di note simpatie destrorse (già militante del Fuan- Fronte Universitario d’Azione Nazionale), grande battagliero nemico della censura, pugnace avvocato civilista e penalista nel campo dello spettacolo, difensore dei massimi nomi della cultura del nostro tempo, da Pierpaolo Pasolini a Marco Ferreri, da Federico Fellini a Sergio Leone; riuscì a riportare nelle sale cinematografiche italiane “Ultimo tango a Parigi”, film uno dei capolavori di Bernardo Bertolucci… Cristiana Massaro ha confermato la dedizione professionale paterna allo studio del diritto d’autore. Specializzata in diritto cinematografico e della comunicazione ha collaborato con la presidenza italiana di Eurimages, fondo del Consiglio d’Europa per il sostegno della cinematografia europea. Assiste le produzioni cinematografiche durante tutte le fasi di realizzazione dell’opera: dalla ricerca dei finanziamenti alla contrattualistica. È da dieci anni membro della giuria del “David di Donatello”. È docente del Master in Produzione e Comunicazione per il Cinema, l’Audiovisivo e i Digital Media dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra le sue iniziative più recenti, si registra l’azione legale per plagio a favore del suo assistito, lo scrittore romano Valerio La Martire, autore del romanzo “Stranizza e Intoccabili. Un medico italiano nella più grande epidemia di Ebola nella storia” (pubblicato nel 2017 da Marsilio) contro contro Fiorello, il noto showman e regista del film “Stranizza d’amuri” (uscito in sala lo scorso nel marzo 2023).  
  • Mauro Carlo Ciampotti: di questo neo-membro del Cda del Csc, non si trova traccia sul web…

Andrea Minuz, Santino Vincenzo Mannino e Mauro Carlo Ciampotti sono stati scelti non dal Mic, ma dagli altri 3 ministeri coinvolti.

A seguito del decreto-legge n. 75 del 2023, i componenti del futuro Cda sono divenuti 7, a fronte del precedente, che era formato da 5 membri (di cui 1 designato dal Ministero dell’Economia e Finanze). Prima, a parte il Presidente, il Cda era formato da 3 membri nominati dal Ministero delle Cultura ed 1 dal Mef. Ora, i membri sono 6 (sei) più il Presidente: 3 nominati dal Ministro della Cultura, 1 dal Ministro dell’Università e della Ricerca, 1 dal Ministro dell’Istruzione e del Merito”. Il dl ha infatti modificato la disciplina della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia: in particolare, è stato espunto il Direttore Generale dall’elenco degli organi della Fondazione e sono stati aumentati da 4 a 6 i componenti del Consiglio di Amministrazione (oltre al Presidente). I membri del Cda sono “individuati tra personalità di elevato profilo culturale, con particolare riguardo al campo cinematografico ed audiovisivo e con comprovate capacità organizzative” (questo passaggio dello Statuto del Csc non è stato oggetto di modificazioni). È stata modificata la composizione e le modalità di nomina dei componenti del Comitato Scientifico. L’emendamento leghista approvato nel luglio 2023 prevede un Comitato Scientifico, nominato con decreto del Ministro della Cultura, composto dal Presidente, indicato dal medesimo Ministro, e da 6 componenti, designati, rispettivamente, 3 dal Ministro della Cultura, 1 dal Ministro dell’Università e della Ricerca, 1 dal Ministro dell’Istruzione e del Merito ed 1 dal Ministro dell’Economia e delle Finanze. Il decreto legge è stato convertito con modificazioni dalla Legge 10 agosto 2023, n. 112 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 agosto 2023, n. 190). Di fatto, la composizione del Cda e del Consiglio Scientifico è speculare.

Il precedente Cda era stato nominato nel marzo 2019 da Dario Franceschini: Marta Donzelli alla presidenza; nel Cda, Cristiana Capotondi, Guendalina Ponti e Andrea Purgatori, Valentina Gemignani, che succedevano a Felice Laudadio (Presidente), Roberto Andò, Giancarlo Giannini e Carlo Verdone…

Perché non promuovere un pubblico avviso e procedure comparative, per cariche di questo tipo, pur nell’esercizio di una discrezionale decisione (soggettiva-politica) finale?

E da quest’ultima annotazione su… Carneade (ovvero Mauro Carlo Ciampotti), prendiamo spunto per domandare: non sarebbe opportuno che il Ministro trasmettesse al Parlamento e rendesse di pubblico dominio i curricula professionali?!

E magari anche una breve nota con la quale illustra i criteri che ha utilizzato nell’effettuare la selezione?!

Si chiede troppo, in termini di trasparenza e meritocrazia?!

È vero che la legge gli consente assoluta discrezionalità, ma riteniamo che non sarebbe (stata) una cattiva idea – per segnare una vera svolta rispetto alle “tradizioni” italiche – proporre un pubblico avviso per sollecitare le candidature, magari anche attivando una procedura comparativa: pur nell’esercizio delle proprie prerogative di discrezionalità.

Ciò premesso, il Ministro Gennaro Sangiuliano, in un comunicato stampa, ha sentito oggi l’esigenza di precisare: “la designazione di un Cda di così alto profilo guidato da una personalità di assoluta qualità umana e professionale come Sergio Castellitto e composto da nomi prestigiosissimi, ci fa capire quanto le polemiche dei mesi scorsi fossero pretestuose. Volevamo elevare la qualità e lo abbiamo fatto”.

L’aggettivo superlativo ci sembra in verità un po’… enfatico: tutti nomi proprio… “prestigiosissimi?!

Dopo la notizia della nomina, si sono espressi, nell’ordine (secondo la sequenza temporale dei dispacci di agenzia), tutti favorevolmente: il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato (“le scelte del Ministro Sangiuliano e degli altri dicasteri coinvolti propongono livelli elevatissimi… finalmente competenza e qualità, non burocrazie e servilismo”); il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Cultura a Montecitorio, Alessandro Amorese (“il nostro, a differenza di molti altri che ci hanno preceduti, è un governo che mette qualità e merito al centro”); il Presidente della Commissione Cultura della Camera, e Responsabile Cultura e Innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone (un po’ distaccato: soltanto un… “bene la scelta di Sergio Castellitto Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia e delle nomine del Consiglio di Amministrazione”); il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, Capogruppo FdI in Commissione Cultura a Palazzo Madama (“nomine di assoluto alto profilo, sono la dimostrazione di quanto le polemiche dei mesi scorsi fossero pretestuose. Il Ministro ha di fatto smentito le Cassandre che disegnavano un Csc occupato per finalità politiche. Si tratta di designazioni di grande qualità professionale”); il deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione di Vigilanza Rai, Luca Sbardella (“nomine di altissima qualità”); Grazia Di Maggio, deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Cultura alla Camera (quella di Sangiuliano rappresenterebbe la dimostrazione che “non si trattava di spoil system, ma di un ricambio per dare il massimo prestigio alla fondazione e ha zittito tutti coloro che all’epoca avevano protestato”)…

Vittorio Sgarbi, nella sua veste di Sottosegretario delegato alla Cultura, ha commentato: “Sergio Castellitto… Presidente del Centro Sperimentale Cinematografico… È un uomo di grande qualità. Ci ho parlato di persona, mi ha detto che pretendeva di avere con sé un Comitato Scientifico con persone che fossero nel mondo del cinema. Quindi immagino sia soddisfatto… Non mi pare – aggiunge – che la sua nomina sia politica bensì legata a lunga esperienza. È un uomo molto concreto e mi ha detto che ha 5 o 6 mesi di pausa lavorativa quindi ha la possibilità di agire nell’immediato perché non ha film da girare in questo periodo. Si può dedicare interamente al Centro Sperimentale Cinematografico”. Naturale sorge il quesito: e cosa accadrà quando verrà chiamato a lavorare nuovamente come attore?! Si segnala en passant che ieri sera 3 ottobre è andato in onda in prime time su Rai 3, in occasione della “Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’Immigrazione”, una serata evento con lo Speciale “Petrolio” (curata da Dulio Giammaria) intitolata “La punta dell’iceberg” e il film di Maurizio Zaccaro “Nour”, interpretato giustappunto da Castellitto.

Fulvio Martuscello (Forza Italia): “una lezione per la sinistra dei circoletti e delle camarille di potere con le quali ha occupato per decenni le istituzioni culturali”

E che dire, infine, del Capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo, Fulvio Martusciello? L’unico polemicamente aspro: “le nomine al Centro Sperimentale di Cinematografia sono la conferma delle scelte basate su merito e professionalità e non su appartenenze ideologiche che ispirano il Governo di centrodestra”. Così si è espresso su Castellitto, Avati, Gianni: “si tratta di tre professionisti al di sopra di qualunque sospetto di favoritismo la cui nomina costituisce una lezione per la sinistra dei circoletti e delle camarille di potere con le quali ha occupato per decenni le istituzioni culturali”.

Merita essere segnalato il parere a caldo di Pupi Avati (secondo alcuni sarebbe stato lui il “co-regista” delle nomine): “sono molto contento per la nomina di Sergio Castellitto come Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia. Penso che sia la migliore scelta possibile ed essendo bipartisan non può essere attaccato per ragioni ideologiche e politiche. È stato scelto per competenza e non per appartenenza, questo è un grande merito. Lo stesso si potrà dire per il Cda nella sua interezza, con persone come Giannini che hanno fatto la storia del cinema italiano… ora le polemiche sono alle spalle. Penso sia una grande opportunità per il Csc per tornare a essere quello che fu una volta, negli anni del suo grande fulgore. È un grande attore e regista, ha lavorato con i più grandi registi italiani ed europei e ha una notorietà internazionale, penso sia un grande vantaggio”. Avati, anche lui tra i membri del nuovo Cda del Centro Sperimentale, si dice anche convinto del valore dei nomi che andranno a comporre il Comitato scientifico, “un livello altissimo e questo è inconfutabile”. Quanto alla nomina di Castellitto, il regista riconosce che c’è voluta una “lunga gestazione, ma è stata un’idea geniale che ha risolto le divisioni. Non so chi possa mettere in discussione la competenza di Sergio e di quelli del Cda… Mi aspetto che la scuola torni a essere quella che fu molti anni fa, quando mio fratello provò a iscriversi e non fu ammesso, poi anni dopo fu docente. È la scuola del cinema più straordinaria al mondo, è sufficiente entrarvi per sentire che si respira la storia del cinema nella sua accezione più alta”…

Questo il commento invece di Giancarlo Giannini, anche se ancora non ha digerito il momento in cui gli fu comunicato che non ne faceva più parte: “sono contento che mi abbiano richiamato, del resto ho un’esperienza ventennale. Tuttavia devo sottolineare che quando mi dissero che dovevo fermarmi, è mancata l’educazione e l’etica, con nemmeno una lettera di ringraziamento per il lavoro svolto. Mi chiamò un signore per dirmi che dovevo fermarmi. Se sono contento della presidenza a Sergio Castellitto? Certo, è un grande professionista, uno che conosce il mondo del cinema, è attore, produttore. Importante che ci lascino operare nel migliore dei modi”.

Nessuna voce s’ode… a sinistra.

Silenzio… assoluto e totale.

Quel che è accaduto con queste nomine del Ministro Gennaro Sangiuliano potrebbe rientrare in quella che il centro-destra ha evocato come… “rivoluzione morbida”?!

Il nuovo Cda del Csc non ci sembra possa però essere accusato di “egemonia culturale” della destra.

Si resta in attesa – come abbiamo già segnalato su queste colonne – il decreto di nomina del Consiglio Superiore per il Cinema e l’Audiovisivo, il massimo organo di consulenza del Ministero della Cultura… La pubblicazione dell’atto pare imminente. Anche questo sarà un test per comprendere se effettivamente quello guidato da Giorgia Meloni è realmente un “governo del cambiamento”.

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

Link all’articolo originale