Da Key4biz (5/6/2020): Fase 2, tutti gli interventi del Governo per Media e Cultura
Operativo da ieri il fondo di emergenza di 13,5 milioni di euro per sostenere autori e artisti e lavoratori della filiera del “diritto d’autore”: destinazione eccezionale per il 2020 dei ricavi del 10 % della “copia privata”.
Lo scenario degli interventi del Governo per iniettare risorse economiche assistenziali nel sistema culturale italiano permane piuttosto confuso, sebbene vada dato atto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ovvero al titolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini di aver messo in moto una pluralità di interventi senza dubbio utili, al di là del deficit di coordinamento.
Come titolava “il Sole 24 Ore” del 30 maggio, sintetizzando: “alla cultura una spinta da 780 milioni, ma non sono tutti pronta cassa”. I 780 milioni sono dati dalla “sommatoria” tra quel che è previsto nei decreti legge “Cura Italia” e “Rilancio”. Risorse che, però, non sono tutte immediatamente spendibili, perché legate naturalmente a criteri di ripartizione che debbono essere stabiliti da decreti del Mibact o da altri provvedimenti.
Emerge, ancora una volta, l’impressione di un qual certo deficit di regia sistemico-strategica di medio-lungo periodo, allorquando quella della pandemia poteva essere “l’occasione giusta” per una profonda riflessione sulle politiche culturali nazionali e per avviare una rigenerazione complessiva, a partire dalla identificazione dei “nodi” del sistema per arrivare al superamento del perdurante policentrismo di interventi scoordinati tra loro.
Partiamo da una iniziativa commendevole, piccola ma emblematica, qual è la eccezionale ri-destinazione, per l’anno 2020, dei fondi cosiddetti della “copia privata” destinati dal 2016 alla creatività giovanile “under 35”: da ieri, prende il via il sostegno ad autori, artisti e lavoratori autonomi che svolgono l’attività di riscossione dei diritti d’autore, anche loro colpiti dalla grave crisi dovuta all’emergenza coronavirus.
È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 3 giugno 2020 il Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, di concerto col Mef, previsto dall’articolo 90 del Decreto Legge “Cura Italia”, che attribuisce ad autori, artisti e mandatari le risorse finanziarie provenienti dalla quota del 10 % della “copia privata”.
Per la precisione, si tratta, per l’anno 2019, di risorse pari a 13.536.000 euro.
La Direzione Generale Diritto d’Autore del Mibact ha nel contempo pubblicato sul suo sito web librari.beniculturali.it il provvedimento, con le modalità per le relative domande, da presentare entro il 3 luglio 2020.
Dal 2016, il 10 % della “copia privata” andava alla creatività giovanile
Come è noto, dal 2016 (attraverso la “Legge di Stabilità”, Legge n. 208/2015, articolo 1, comma 335), il 10 % dei proventi da “copia privata” – ovvero dei compensi incassati da Siae per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi – è stato destinato ad una sorta di un innovativo “fondo speciale”, che ha stimolato l’avvio e lo sviluppo di migliaia di iniziative, in molti settori del sistema culturale nazionale, superando – per alcuni aspetti – le “barriere all’entrata” dello storico “Fus”, il Fondo Unico per lo Spettacolo. Questa norma è stata fortemente voluta dall’allora (ed ancora oggi) Ministro Dario Franceschini.
Queste risorse sono state annualmente destinate alla creatività dei giovani autori, sulla base di un “atto di indirizzo” del Mibact, ed a seguito di appositi bandi per selezionare progetti elaborati da giovani artisti, organizzatori culturali, produttori, e dalle scuole.
La Società Italiana Autori Editori ha promosso tre bandi, dapprima denominati “Sillumina” (per i primi due anni) e poi “Per Chi Crea” (per l’ultimo anno). Le attività relative al terzo anno sono ancora in corso, e molti attendevano l’emanazione del nuovo bando, anche se a metà marzo 2020 Siae ha annunciato che, considerata l’emergenza sanitaria, i termini ultimi previsti per la realizzazione (conclusione) dei progetti approvati venivano spostati da fine luglio 2020 a fine giugno 2021. A fine gennaio 2020, è stata pubblicata anche una prima inedita “valutazione di impatto” delle 3 edizioni dei bandi Siae per la creatività. Nel corso dei 3 anni, sono stati sostenuti 927 progetti, per complessivi 28 milioni di euro, a fronte di ben 5.250 progetti concorrenti. Sono stati coinvolti 8mila giovani artisti e 27mila studenti. Il “perimetro” degli interventi Siae è stato ampio: arti visive, performative e multimediali, cinema, musica, teatro, danza, libro e lettura. Sono state finanziate tutte le fasi della “filiera” e tutti i settori: libri, opere cinematografiche, dischi e concerti, performance teatrali e di danza, festival, traduzioni, interventi di rigenerazione culturale territoriale…
Con la pandemia, il Governo e la Siae hanno deciso di allocare diversamente questi fondi per l’anno 2020, a causa dell’emergenza e dell’esigenza di assegnare sostegni anzitutto agli autori “tout-court”.
Nel 2020, il 10 % della “copia privata” direttamente ad autori, artisti, mandatari
Il Decreto Legge n. 18/2020, meglio noto come “Cura Italia”, è entrato in vigore il 18 marzo scorso ed è divenuto definitivamente Legge dello Stato il 30 aprile: all’articolo 90, ha stabilito che la quota del 10 % dei compensi incassati nell’anno 2019 per la cosiddetta “copia privata”, pari a circa 13,5 milioni di euro, quest’anno venga eccezionalmente attribuita al sostegno degli autori, degli artisti interpreti ed esecutori e dei “mandatari” (i lavoratori autonomi che svolgono attività di riscossione dei diritti d’autore).
Il legislatore, con il decreto “Cura Italia”, ha ritenuto che per il 2020 sarebbe stato inverosimile procedere con le modalità ordinarie, ed ha quindi stabilito che queste risorse fossero utilizzate, in via eccezionale, per sostenere direttamente tre categorie di beneficiari: (1.) gli autori, (2.) gli artisti interpreti e gli esecutori, e (3.) i lavoratori nel settore della raccolta del diritto d’autore.
ll Decreto stabilisce la ripartizione percentuale delle somme tra le 3 categorie di beneficiari ed i requisiti per l’accesso da parte dei richiedenti, che tengono conto del reddito degli stessi, nonché i vari passaggi che la Società Italiana degli Autori e Editori e gli altri organismi di gestione collettiva interessati dovranno attuare entro un mese, una volta ricevute le domande, per poter erogare le somme.
Questa la ripartizione decisa della dotazione: per il 50 % (6.768.000 euro) agli autori, per il 45 % (6.091.200 euro) agli artisti interpreti ed esecutori e per il 5 % (676.800 euro) ai lavoratori autonomi che svolgono attività di riscossione dei diritti d’autore in base ad un contratto di mandato con rappresentanza con gli organismi di gestione collettiva.
I requisiti per accedere ai benefici del 10 % della “copia privata” 2019
Per quanto riguarda gli autori, il beneficio verrà riconosciuto a soggetti che non abbiano avuto nel 2018 un reddito complessivo lordo superiore a 20.000 euro, come da dichiarazione dei redditi, e che abbiano registrato un reddito autorale per almeno un 20 % del reddito complessivo e comunque non inferiore a 1.000 euro. I beneficiari ricevono un contributo pari al 50 % del reddito autorale maturato nel 2018, per un importo massimo di 3mila euro.
Per quanto riguarda gli artisti interpreti ed esecutori, il beneficio verrà riconosciuto agli artisti interpreti ed esecutori con reddito complessivo lordo nell’anno 2018 non superiore – anche in questo caso – a 20mila euro, ma la quota minima fatturata per cassa deve essere pari a 100 euro nell’anno 2018 o, in alternativa a questo ultimo riferimento, nel caso di artisti rappresentati da organismi di gestione collettiva abilitati, essi devono aver preso parte, quali interpreti primari o comprimari, ad almeno 5 fonogrammi o 5 puntate di serie televisive o 2 opere cinematografiche negli anni 2018 e 2019. Ai beneficiari, è riconosciuto un contributo di entità fissa e uguale per ciascun appartenente alla categoria, calcolato dividendo la somma complessiva per il numero totale delle richieste ammesse al beneficio.
Per quanto riguarda i mandatari, il beneficio è riconosciuto ai lavoratori autonomi che svolgono attività di riscossione dei diritti d’autore in base ad un contratto di mandato con rappresentanza con gli organismi di gestione collettiva, di nazionalità italiana e residenti in Italia, per i quali il contratto abbia data antecedente alla data di entrata in vigore del decreto “Cura Italia” e sia regolarmente in corso alla data del decreto interministeriale (30 aprile 2020). Ai beneficiari, si riconosce un contributo di entità fissa e uguale per ciascun appartenente alla categoria, calcolato dividendo la somma complessiva, per il numero totale delle richieste ammesse al beneficio.
Per tutte e tre le categorie di soggetti beneficiari, sono previsti requisiti comuni: chi richiede il contributo deve infatti dimostrare l’assenza di condanne definitive intervenute nei due anni precedenti la richiesta, di decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, di sentenza di applicazione della pena su richiesta per reati gravi in danno dello Stato che incidono sulla moralità professionale e comunque per un delitto consistente nella violazione delle norme di protezione del diritto d’autore o dei diritti connessi.
13,5 milioni di euro: insufficienti per sostenere decine di migliaia di autori ed artisti
Il “Cura Italia” ha previsto che le specifiche modalità con le quali le 3 categorie di destinatari dovranno effettuare le domande fossero fissate in un Decreto della Direzione Generale competente del Mibact. E così è stato. Da ieri 4 giugno, tutto il meccanismo diviene concretamente operativo: entro il 3 luglio, le domande, debitamente compilate seguendo i moduli resi disponibili dall’Amministrazione e corredate della necessaria documentazione, dovranno pervenire alla Siae (tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o pc agli indirizzi telematici previsti per ogni singola categoria).
Sarà interessante analizzare il flusso delle richieste e la conseguente ripartizione tra i beneficiari: il rischio che la “torta” – non granché grande a fronte della massa dei potenziali beneficiari – venga divisa in “fette” assai sottili è purtroppo concreto.
In effetti, una dotazione complessiva di 13,5 milioni di euro appare inadeguata rispetto alla massa dei potenziali postulanti: basti ricordare che soltanto gli autori iscritti alla Siae sono oltre 90mila, e si ha ragione di ritenere che la gran parte di essi non abbia redditi superiori a 20mila euro l’anno…
Il Presidente della Siae, Giulio Rapetti Mogol, ha espresso la sua soddisfazione e ha ribadito l’importanza dell’intervento: “è un concreto segnale di attenzione verso quei creatori di felicità per la nostra collettività che sono i compositori e gli artisti della musica, del cinema, del teatro e della letteratura, nonché i lavoratori che ne supportano l’attività, ed in particolare verso la parte più fragile e indifesa di quella che possiamo chiamare la ‘filiera del diritto d’autore e dei diritti connessi’, che è stata duramente colpita dalle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria”.
Fin qui, l’interpretazione positiva (inclusa la retorica della pur bella espressione “creatori di felicità”). Si può però contrapporre una interpretazione non negativa ma critica: viene a mancare, per quest’anno, quel sostegno innovativo a quelle migliaia di iniziative che Siae aveva finanziato nel corso degli ultimi 3 anni.
E naturale sorge il quesito: queste risorse per sostenere “la parte più fragile e indifesa” della “filiera” – citando Mogol – non potevano essere attinte altrove (e non da questo specifico fondo mirato), dato che il Governo sta iniettando nel sistema culturale una buona quantità di risorse economiche per far fronte all’emergenza?!
È questo, insomma, proprio un caso tipico di intervento emergenziale contingente, che pare sganciato da una strategia organica complessiva e di medio-lungo periodo.
Si nutre l’impressione che il Governo continui ad intervenire per lo più con criteri “occasionali”, con una frammentazione di azione che non contribuisce a rafforzare il tessuto socio-economico delle industrie italiane della cultura e della creatività. Manca una visione “di sistema”, che consideri – tra l’altro – le interazioni tra le varie industrie culturali e creative e, soprattutto alla luce degli sconvolgimenti di paradigma determinati dalla rivoluzione digitale.
Vacca (M5S): aumentare il “Fondo Emergenza” Cultura da 210 a 250 milioni
Una riprova di questa tesi?! è di ieri 4 giugno la notizia che il Capo Gruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Cultura, il deputato Gianluca Vacca (già Sottosegretario al Mibact con Alberto Bonisoli Ministro) ha presentato un emendamento al Decreto Legge “Rilancio”, che richiede un incremento del “Fondo Emergenza” per le imprese e le istituzioni culturali, gestito dal Mibact, da 210 a 250 milioni di euro.
La richiesta di incremento di 40 milioni è determinata dalla disattenzione nei confronti delle industrie fonografiche e editoriali musicali. Sostiene Vacca: “le vendite di prodotto fisico (cd e vinili) sono crollate di oltre il 70 per cento tra marzo ed aprile (dati Fimi) e anche il digitale, a causa della contrazione di novità in uscita (per la chiusura delle sale di registrazione e per l’impossibilità di presentare novità) non è in grado di compensare il declino generale. Si prevede un contraccolpo con oltre 100 milioni di mancati ricavi solo nel 2020. Il potenziale danno per gli autori e per gli editori musicali è stimato da Siae, in termini di mancati incassi per diritto d’autore, per il 2020, a causa della chiusura totale proclamata l’8 marzo e delle sue conseguenze in circa 200 milioni di euro”…
In verità, istituito con il Decreto Legge “Cura Italia” con una dotazione di 130 milioni di euro e elevato dal Dl “Rilancio”, il “Fondo Emergenza Cinema e Spettacolo” ha attualmente una dotazione di 245 milioni di euro. Annunciando l’incremento del Fondo da 130 a 245 milioni di euro, il Ministro Dario Franceschini, il 14 maggio, segnalava che era previsto un incremento di “almeno altri 50 milioni di euro”.
La richiesta di Vacca è certamente legittima ed opportuna, ma ci si domanda se sia stata effettuata dal Mibact una ricognizione a 360 gradi sulle conseguenze della pandemia in tutti i settori dell’industria culturale e creativa in Italia.
Non ci risulta sia stato effettuato alcuno studio in materia.
E quindi, una volta ancora, il dimensionamento dell’intervento (quantificazione del budget dello Stato) e la sua allocazione nei vari settori (cinema, teatro, musica, editoria, etc.) sembra avvenire con criteri piuttosto approssimativi.
La “mano pubblica” c’è, eccome, ma interviene… erraticamente.
Si chiede, da più parti (dai teatranti agli organizzatori di concerti pop-rock) l’estensione della “coperta” – ovvero l’incremento della dotazione del “Fondo Emergenza” –, ma si teme che molti settori del sistema culturale e creativo restino purtroppo “scoperti”.
Ieri, peraltro, il Ministro Dario Franceschini ha firmato due decreti, che assegnano una somma di 40 milioni di euro per le librerie e la filiera del libro: si tratta del primo utilizzo del “Fondo Emergenza” giustappunto (quello da 210 milioni di euro). I due decreti potenziano la misura del “tax credit” per le librerie (10 milioni) e rafforzano l’acquisto di libri delle biblioteche (30 milioni).
Il Ministro Franceschini: firmati oggi 2 decreti, 120 milioni per l’intera “filiera cinema”
Proprio questa mattina Dario Franceschini ha firmato altri due decreti, del valore complessivo di 120 milioni di euro, per sostenere l’intera “filiera” cinematografica e audiovisiva italiana.
I provvedimenti, che potenziano il “Fondo Cinema e Audiovisivo” e rafforzano il sostegno pubblico a favore delle sale cinematografiche, sono un ulteriore utilizzo del “Fondo Emergenza Cinema e Spettacolo”, attualmente dotato – come abbiamo segnalato – di 245 milioni di euro.
I 120 milioni di euro per il cinema e l’audiovisivo sono ripartiti in due decreti:
– il primo decreto, del valore di 100 milioni di euro, rafforza il “Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo” previsto dalla legge Cinema del 2016 per finanziare gli investimenti delle imprese cinematografiche e audiovisive, dalla produzione alla distribuzione;
-il secondo decreto, del valore di 20 milioni di euro, potenzia le misure a sostegno delle sale cinematografiche previste per il 2020. In particolare, viene assegnato un contributo a fondo perduto di 10.000 euro a ciascuna sala cinematografica che farà richiesta, a cui si sommerà un ulteriore contributo calcolato in misura proporzionale ai mancati incassi. A questi 20 milioni, di euro, se ne aggiungeranno presto altri 20 milioni non appena sarà approvato in Parlamento l’emendamento al Dl “Rilancio”, su cui il Mibact ha già dato parere favorevole, che prevede la destinazione delle risorse per il 2020 del “Piano straordinario sale” al “Fondo cinema”.
Insomma, una qual certa piccola / grande “manna” sembra proprio in arrivo, ma la ripartizione è il risultato di un studio analitico ed approfondito dei bisogni, delle criticità e delle potenzialità, di ogni settore?!
Dal “micro” al “macro”: dalla “copia privata” alla “Direttiva Copyright”, manca ancora una visione strategica d’insieme
La vicenda della novella destinazione dei flussi da “copia privata” è un aspetto “micro” di una problematica “macro”: passando dal piccolo al grande, ricordiamo che il tema “copia privata” si collega anche al controverso (con Confindustria Digitale che si contrappone a Confindustria Cultura) processo di adeguamento tariffario della stessa, che è oggetto di revisione da alcuni mesi. La decisione finale dovrebbe arrivare proprio in questi giorni: il 28 maggio si è riunito il “Comitato Consultivo sul Diritto d’Autore” del Mibact, ma non si ha alcuna pubblica notizia in materia.
Questione questa delle nuove tariffe per la “copia privata” che risulta “indirettamente” collegata anche ad una questione ancora più ampia ed alta, qual è il recepimento in Italia della Direttiva europea sul copyright. Abbiamo ricordato, su queste colonne (vedi “Key4biz” del 29 maggio 2020, “La ‘fase 2’ nel settore media e cultura. Una piccola grande manna in arrivo”), che il 27 maggio scorso, la VII Commissione della Camera dei Deputati, ovvero la Commissione Cultura, ha approvato una risoluzione unitaria che – tra l’altro – dovrebbe aver determinato l’impegno del Governo “ad adottare iniziative normative, con urgenza, per il recepimento della Direttiva Europea 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale”. Questa “risoluzione unitaria” è il risultato di diverse risoluzioni presentate nei giorni precedenti dai deputati di tutte le forze politiche della 7ª Commissione: per la maggioranza: Gianluca Vacca (M5S), Flavia Piccoli Nardelli (Partito Democratico), Michele Anzaldi (Iv); Nicola Fratoianni (Leu); per la minoranza: Daniele Belotti (Lega), Luigi Casciello (Forza Italia), Federico Mollicone (Fratelli d’Italia).
Si ricordi che la Direttiva Ue n. 2019/790 sul diritto d’autore nel mercato unico digitale (nota anche come “Direttiva Copyright”, ex art. 9 dello schema di Ddl n. 1721, “Legge di delegazione europea 2019”) è il risultato di un processo legislativo lungo e travagliato: il testo legislativo è stato approvato dal Parlamento Europeo con 348 voti a favore e 274 contrari.
Nel Consiglio, hanno votato contro Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia. Si sono astenuti Belgio, Estonia e Slovenia.
Il voto contrario dell’Italia è sintomatico di un “fronte” nazionale non esattamente unitario, a differenza della mozione unitaria approvata il 27 maggio dalla Commissione Cultura. Si segnala che la Polonia ha addirittura impugnato la Direttiva, chiedendone l’annullamento.
Negli ultimi mesi, la XIV Commissione permanente del Senato (Politiche Ue) ha svolto varie audizioni in materia, nell’ambito dei lavori sull’attuazione della Direttiva, ma il processo decisionale permane estremamente lento. Il 15 maggio 2020, nel corso dell’audizione Siae, il Direttore Generale Gaetano Blandini ha sottolineato che “mentre il settore della cultura e dell’intrattenimento è attualmente fermo con danni economici devastanti, i fatturati dei giganti del web crescono in maniera esponenziale”. Il Presidente Mogol ha sostenuto, nella “lettera aperta” che ha indirizzato al Premier Conte ad inizio maggio, che potrebbe essere opportuno “stralciare la Direttiva dall’attuale progetto che sta al Senato, e farne oggetto di specifiche disposizioni in un provvedimento apposito (o nella conversione di un provvedimento) di urgenza”. In effetti, la Direttiva corre il rischio di finire in un binario secondario, se non… morto: insieme ad altre 32 nel disegno di legge presso la Commissione Ue del Senato. Un complesso percorso parlamentare, fatto di audizioni, emendamenti, pareri, voti in entrambi i rami del Parlamento…
Il problema è comunque il solito: a fronte di queste belle… dichiarazioni di intenti (la risoluzione unitaria del 27 maggio della Commissione Cultura) si concretizzano gli opportuni… atti conseguenti?!
Sembrerebbe proprio di no, se è vero che ieri il Presidente della Siae ha convocato per martedì prossimo una conferenza stampa, per ri-sollecitare l’approvazione della Direttiva.
Si svolgerà infatti martedì 9 giugno alle 11:30 a Roma, presso l’Associazione Civita, la conferenza stampa “Direttiva Copyright: fate presto, fate subito! La cultura ci rende liberi, ma può essere libera solo grazie al diritto d’autore”, che sarà trasmessa anche in diretta streaming (attraverso la piattaforma Zoom). Saranno presenti il Presidente della Siae Mogol, il Direttore Generale Gaetano Blandini, il Consigliere di Gestione Andrea Purgatori. Interverranno in collegamento – tra gli altri – Stefano Accorsi, Caterina Caselli, Albano Carrisi, Roby Facchinetti, Giovanni Minoli, Ennio Morricone, Ferzan Ozpetek, Gino Paoli, Nicola Piovani, Tony Renis…
L’iniziativa di sollecitazione da parte di Siae (che si affianca ad iniziative di altre associazioni, come la Fieg) è una rinnovata dimostrazione di come il “decision making” italiano evidenzi ancora una volta una inadeguata sensibilità alle ragioni della cultura: la “politica culturale” non è tra le priorità dell’agenda di governo, e, anche quando vengono allocate risorse significative (i 780 milioni di euro dei due succitati decreti “Cura” e “Rilancio”), emerge un policentrismo di interventi che produce frammentazione e dispersione.
L’indispensabile rafforzamento del tessuto socio-economico del sistema culturale italiano richiede non soltanto più risorse economiche (e la via intrapresa è certamente quella giusta), ma anche maggiore coraggio e migliore “vision” di sistema. Non si tratta di confermare “l’esistente” (la sopravvivenza “post Covid”), ma di innovare radicalmente per stimolare uno sviluppo differente, più aperto, meritocratico e plurale.
Clicca qui, per accedere alla modulistica per richiedere il sostegno Mibact per gli autori, gli artisti e mandatari (destinazione 2020 del 10 % della “copia privata” anno 2019, ex art. 90 Decreto Legge “Cura Italia”)
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