Da Key4biz (21/10/2022): La Premier Giorgia Meloni nomina i Ministri del nuovo Governo: nessuna particolare sorpresa, e qualche mutazione nominalistica
Sangiuliano alla Cultura, Urso all’ex Mise ora Ministero per le Imprese ed il Made in Italy, Giorgetti al Mef, Valditara all’Istruzione, Bernini all’Università, Santanché al Turismo, Abodi allo Sport e ai Giovani.
Il dado è tratto, la lista è stata resa pubblica, dopo oltre un’ora di colloquio tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la leader del centro-destra Giorgia Meloni, che ha accettato l’incarico senza riserva, e che, con tempi ben rapidi, domani mattina sabato 22 ottobre giurerà al Quirinale.
Sostanzialmente, buona parte delle previsioni dei “bookmaker” si sono avverate, anche per quanto riguarda i settori cultura e media e digitale (da segnalare che queste ultime due parole non appaiono nella denominazione dei dicasteri). Rispetto a Giuseppe Sangiuliano (fino ad oggi Direttore del Tg2) ed Andrea Abodi (fino ad oggi Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo – Ics), abbiamo speso inchiostro di previsione, ritenendoli entrambi candidati papabili alla “cultura”: e due tecnici come loro sono stati assegnati giustappunto uno al Ministero della Cultura, e l’altro al Ministero dello Sport e Giovani.
Per quanto riguarda le tematiche afferenti alla cultura ed ai media ed al digitale, questi sono i Ministri scelti dalla Premier Giorgia Meloni:
- Gennaro Sangiuliano
“Cultura”
- Adolfo Urso
“Imprese e Made in Italy” (ex Mise).
- Giancarlo Giorgetti
“Economia e Finanze”
- Giuseppe Valditara
“Istruzione e Merito”
- Anna Maria Bernini
“Università e Ricerca”
- Daniela Garnero Santaché
“Turismo”
- Andrea Abodi
“Sport e Giovani”…
Quel rimescolamento di carte, ovvero la re-distribuzione di competenze che avevamo auspicato, ovvero quel che abbiamo proposto nella “lettera aperta” indirizzata ieri l’altro mercoledì a Giorgia Meloni su queste colonne (vedi “Key4biz” del 19 ottobre 2022, “Lettera aperta alla futura Premier Giorgia Meloni: istituire un Ministero per la Cultura, i Media e il Digitale”) non c’è stato, anche se potrebbe essere comunque messa in atto in itinere…
Come dire? C’è ancora tempo, per un atto di coraggio e di innovazione, ovvero per la possibile assegnazione al Ministro della Cultura di alcune deleghe che attualmente (considerando la struttura del Governo uscente) sono nell’ambito del Mise, a partire dalle telecomunicazioni e radiotelevisione…
“Nomina sunt consequentia rerum”?
È interessante osservare come comunque la neo-Premier abbia apportato alcuni “ritocchi” nominalistici, che sono sintomatici di una precisa volontà “identitaria”, ovvero di differenziazione rispetto al passato:
- Il Ministero dell’Istruzione viene ri-denominato come dicastero per l’Istruzione ed il Merito;
- Il Ministero dello Sviluppo Economico viene ri-denominato dicastero per le Imprese ed il Made in Italy.
Per quanto riguarda gli altri dicasteri, si osserva:
- quel che è stato il Ministero della Famiglia diviene per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità;
- il dicastero per l’Agricoltura diviene Ministero per l’Agricoltura e per la Sovranità Alimentare;
- il Ministero per la Transizione Ecologica (Mite) diviene dicastero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica
- viene creato un Ministero per le Politiche del Mare e il Sud;
- si conferma un dicastero per le Infrastrutture e le Mobilità Sostenibili…
Se si vuole trovare un elemento di “innovazione” è in quell’aggiunta di “Merito” al Ministero dell’Istruzione e quella di “Natalità” al Ministero per la Famiglia, così come nella ri-denominazione dello “Sviluppo Economico” in “Imprese e Made in Italy” e l’innesto di “Sovranità Alimentare” al Ministero per l’Agricoltura…
Segnali semantici rivoluzionari? No.
Si tratta di modificazioni nominalistiche senza dubbio coerenti con alcune battaglie storiche del partito di Giorgia Meloni, soprattutto per quanto riguarda le politiche per la natalità e per il merito, mentre rispetto alla “sovranità” alimentare si tratta di tesi che accomunano sia FdI che la Lega di Salvini.
Ci avrebbe fatto piacere leggere anche di “sovranità culturale” e finanche “sovranità digitale”, rispetto a “player” multinazionali potenti come Google e Facebook e Netflix, ma forse eccessive erano le nostre aspettative rispetto alla volontà della Premier “in pectore”, ovvero al possibile nuovo ruolo da assegnare al Ministero della Cultura.
E sarà interessante anche osservare quali ministeri saranno “del” piuttosto che “per” (abbiamo già affrontato il tema della modificazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in Ministero della Cultura): dettagli non marginali…
C’è ancora margine di manovra in sede di definizione delle deleghe ai Sottosegretari: un “Ministero per la Cultura, i Media, il Digitale” – a livello embrionale – può ancora nascere
Sarà molto interessante leggere la lista dei Sottosegretari: in questa imminente “partita”, è ancora possibile un rimescolamento delle competenze, attraverso l’attribuzione delle deleghe (che avviene per decreto del Ministro, ma va ovviamente concordata a livello di Consiglio dei Ministri).
Da segnalare che Claudio Bocci – già Direttore di Federculture – in occasione del suo intervento ai seminari di “RavelloLab” ha proposto di introdurre una “politica industriale di sistema”, prospettando che venga promosso una sorta di “Cipe” della Cultura, ovvero un Comitato Interministeriale della Politica Economica della Cultura, al cui tavolo siedano i rappresentanti di Sviluppo Economico, Infrastrutture, Turismo, Istruzione, Politiche Sociali, Esteri, Ambiente… Il “Cipec” dovrebbe essere aperto anche alle autonomie territoriali (Regioni e Comuni) ed ai rappresentanti delle imprese e del no profit attive nel sistema culturale. Questa sarebbe una soluzione di “rimedio”, dal nostro punto di vista, perché l’iniziativa realmente innovativa non è rappresentata da un “raccordo” tra competenze, bensì da una estensione quali-quantitiva del perimetro ovvero della “giurisdizione” del Ministero della Cultura.
Nel “gioco” della definizione ed assegnazione delle deleghe ai Sottosegretari c’è ancora molto spazio di manovra.
Un Ministero per la Cultura, i Media, il Digitale – almeno a livello embrionale – può ancora nascere.
Elenco dei Ministri nominati da Giorgia Meloni il 21 ottobre 2022 (in ordine alfabetico):
Andrea Abodi Sport e Giovani
Anna Maria Bernini Università e Ricerca
Maria Elisabetta Alberti Casellati Riforme
Roberto Calderoli Affari Regionali e Autonomie
Marina Elvira Calderone Lavoro e Politiche sociali
Luca Ciriani Rapporti con il Parlamento
Guido Crosetto Difesa
Raffaele Fitto Affari Europei, Politiche di Coesione e Pnrr
Giancarlo Giorgetti Economia e Finanze
Alessandra Locatelli Disabilità
Francesco Lollobrigida Agricoltura e Sovranità Alimentare
Sebastiano Musumeci Politiche Mare e per il Sud
Carlo Nordio Giustizia
Matteo Piantedosi Interno
Gilberto Pichetto Fratin Ambiente e Sicurezza Energetica (ex Mite).
Eugenia Maria Roccella Famiglia, Natalità e Pari Opportunità
Matteo Salvini (Vice Premier) Infrastrutture, Mobilità Sostenibili
Gennaro Sangiuliano Cultura
Daniela Garnero Santaché Turismo
Orazio Schillaci Salute.
Antonio Tajani (Vice Premier) Esteri
Adolfo Urso Imprese e Made in Italy (ex Mise)
Giuseppe Valditara Istruzione e Merito
Paolo Zangrillo Pubblica Amministrazione
Last minute! Alle ore 19:45 le agenzie diramano un comunicato stampa che corregge l’elenco (già corretto nell’elenco cui supra): a causa di un errore di trascrizione nella stesura della lista dei ministri sono stati erroneamente invertiti 2 nomi. Lo rende noto l’ufficio Stampa del Presidente del Consiglio incaricato Giorgia Meloni. Ecco l’indicazione corretta: Gilberto Pichetto Fratin Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (non più alla Pubblica Amministrazione) e Paolo Zangrillo Ministro della Pubblica Amministrazione (e non più dell’Ambiente). Errare è umano, e può capitare, ma è comunque una buccia di banana che andava evitata.
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