Da Key4biz: (24/11/2022) La Siae segnala il ritorno in massa di pubblico dei concerti nel 2022. ‘Striscia la Notizia’ rilancia ‘Key4biz’ su Rai Italy
Nel 2022, i “live” registrano un afflusso di spettatori superiore al 2019: + 6 % di spettatori e + 22 % di spesa, 13 milioni di ingressi e quasi 450 milioni di euro di incassi. Ben 112mila spettatori per Vasco Rossi.
Se la settimana scorsa, giovedì 17 novembre 2022, la Società Italiana degli Autori ed Editori ha pubblicato l’edizione 2021 del suo storico “Annuario Statistico”, quest’anno in veste contenutistica e infografica rinnovata ed intitolato “Lo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano”, ovvero il “Rapporto Siae 2021”, e la ricaduta stampa e web e media è stata significativa, ieri pomeriggio la Siae ha anticipato, in occasione della sesta edizione della “Milano Music Week”, alcuni dati relativi ai primi 9 mesi dell’anno 2022, focalizzati sui concerti.
Se già in occasione della pubblicazione del “Rapporto 2021” la Siae aveva proposto alcune anticipazioni sui primi 6 mesi del 2022, ed i numeri non apparivano granché confortanti, i dati che sono stati resi noti ieri rappresentano una boccata di ossigeno, in uno scenario che complessivamente permane cupo e preoccupante (vedi “Key4biz” del 17 novembre 2022, “Siae-IsICult, pubblicato il primo ‘Rapporto sullo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano’”).
Giovedì scorso, in parallelo ai dati di consuntivo dell’anno 2021 pubblicati nell’Annuario, emergevano queste anticipazioni: nei primi 6 mesi dell’anno 2022, il totale dei biglietti venduti, per quanto riguarda i concerti di musica leggera, è cresciuto dai 5,5 milioni del 2019 (anno pre-Covid) ai 6,2 milioni del 2022 (erano stati meno di 300mila nel 2021); il cinema registra soltanto 21,5 milioni nel 2022 di biglietti, a fronte dei 51,4 milioni del 2019; il ballo e gli intrattenimenti musicali totalizzano 6,7 milioni di biglietti nel 2022, a fronte degli 11,5 milioni del 2019 (e dei poco più di 56mila del 2021).
Complessivamente, nei primi 6 mesi del 2022 sono stati quindi staccati 71 milioni di biglietti, per attività di spettacolo e sport, a fronte dei 122,7 milioni del 2019 (- 42 %); la spesa al botteghino complessiva è stata di 979 milioni di euro, a fronte dei 1.265 milioni dell’analogo periodo del 2019 (- 23 %).
Questi ultimi dati, relativi al primo semestre del 2022, sono oggettivamente allarmanti: l’“onda lunga” delle chiusure per il Covid determina che ci sia quest’anno un – 42 % di biglietti venduti ed un – 23 % di spesa rispetto all’omologo periodo del 2019.
I dati diffusi ieri da Siae, relativi soltanto a un settore del sistema dello spettacolo e dello sport, determinano invece una discreta iniezione di ottimismo: cauto e prudente, ma pur sempre ottimismo. I dati sono stati presentati in anteprima in occasione del panel intitolato “Dove va lo spettacolo: i dati dei live 2022”, svoltosi ieri mattina all’Apollo Club e che ha visto la partecipazione del Vice Direttore Generale e Direttore della Divisione Rete Territoriale Siae Pietro Ietto e del Presidente di Assomusica Vincenzo Spera, con l’intervento di Paolo Giordano del quotidiano “il Giornale” in veste di moderatore.
Dopo la peggiore crisi mai vissuta dal settore dello spettacolo a causa della pandemia da Covid-19, il 2022 potrebbe rappresentare l’anno della “rinascita”, e i dati dei primi 3 trimestri dell’anno lo confermano. Seppur limitatamente ad un settore del complesso e variegato “sistema dello spettacolo” italiano.
Le cifre raccontano numeri e protagonisti di un grande ritorno al “live” e offrono interessanti spunti di riflessione sul mercato e sul pubblico dei concerti nel post pandemia. Alla Milano Music Week, sono stati anticipati i dati più rilevanti del settore della musica leggera, le classifiche degli artisti e dei concerti messi a confronto con il 2019, ultimo anno di normalità pre-Covid, ma anche con alcune cifre del 2020 e del 2021.
Da gennaio a settembre 2022, il numero complessivo degli “spettacoli” è stato pari a 24.119 con circa 13 milioni di “ingressi”, mentre la spesa al botteghino ha totalizzato la cifra di quasi 451 milioni di euro, con un prezzo medio del biglietto di 35 euro.
Da gennaio a settembre 2019, invece il numero degli spettacoli era 29.951 con 12,3 milioni di “ingressi mentre la spesa al botteghino era stata pari a 369 milioni di euro, con un prezzo medio di biglietto di 30 euro.
Quindi nel 2022, a fronte di una diminuzione del 19 % del numero di spettacoli, si registra un aumento degli spettatori del 6 % e della spesa al botteghino del 22 %.
Il pubblico è tornato in massa ad affollare soprattutto i luoghi di spettacolo all’aperto, come testimonia la “Top 10” dei concerti di musica leggera, che sono stati ospitati in “location” come il Circo Massimo a Roma o l’Arena Campovolo di Reggio Emilia.
Da sottolineare l’elemento di novità rappresentato da luoghi come la Trentino Music Arena, dove si è svolto il megaconcerto di Vasco Rossi del 20 maggio scorso, che, con i suoi 111.881 spettatori, guida la classifica dei concerti di musica leggera. Si tratta soprattutto di un pubblico giovane, più disponibile a frequentare luoghi affollati, ma al boom di presenze ha contribuito anche il recupero di date che erano state cancellate negli anni della pandemia e per le quali erano già stati venduti i biglietti.
Ha commentato il Direttore Generale della Siae Gaetano Blandini: “le prime elaborazioni dei dati Siae per il 2022 confermano una significativa ripresa soprattutto nel settore dei concerti. Sono segnali positivi, che fanno ben sperare, ma, per completare la traversata del deserto, è necessario ancora l’aiuto dello Stato, con interventi mirati, incentivi fiscali e altre misure, che diano la possibilità alle imprese di investire sulla tecnologia e sulla sicurezza per superare le sfide del futuro”.
Questo un dettaglio dei dati anticipati dalla Siae ieri a Milano:
- i concerti di musica leggera sono stati 12.511, ed hanno registrato 11,3 milioni di “ingressi”, ed un incasso di 427 milioni di euro (prezzo medio 38 euro);
- i concerti di musica classica sono stati 8.887, con 1,3 milioni di “ingressi”, ed un incasso di 17 milioni di euro euro (prezzo medio 13 euro);
- i concerti di musica jazz sono stati 2.721, con 454mila “ingressi”, ed un incasso di 6,8 milioni di euro (prezzo medio 15 euro).
Sul podio dei primi 3 concerti con la maggior quantità di spettatori, dopo Vasco, ci sono Luciano Ligabue con i 104.328 spettatori registrati il 4 giugno all’Arena Campovolo di Reggio Emilia e l’evento benefico “Una, nessuna, centomila” svolto nella stessa “location” l’11 giugno con 96.735 spettatori.
Al 4° posto, nuovamente Vasco, con i quasi 83mila spettatori del concerto del 24 maggio a Bologna. Al 5°, ancora Vasco, con altri 82mila spettatori il 20 maggio a Milano…
Superano quota 70.000 spettatori sia Ultimo (6°) sia i Måneskin (7°).
E torna Vasco, all’8 posto in classifica, con quasi altri 69mila spettatori al Circo Massimo l’11 giugno e 68mila il 12 giugno…
Complessivamente, nella “Top 10”, Vasco conquista l’impressionante cifra di circa 300mila spettatori…
I segnali positivi del settore “concerti” non trovano comunque conferma in tutti gli altri settori dello spettacolo, ma rappresentano comunque la riprova che “il sistema” sta reggendo, anche grazie alla quantità notevolissima di sostegni pubblici messi in atto durante il terribile biennio della pandemia (2020-2021).
Anche di questo si è discusso in occasione della trasmissione “Suite”, andata in onda lunedì sera su Rai Radio 3, condotta da Andrea Penna, alla quale sono intervenuti chi cura questa rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”, nella veste di direttore del progetto di rimodulazione dell’Annuario Siae, la professoressa Paola Dubini dell’Università “Bocconi” di Milano, Francesco Giambrone (Presidente dell’Agis da qualche settimana, nonché Sovrintendente al Teatro dell’Opera di Roma) ed Ernesto Schiavi (Direttore Artistico dell’Orchestra Sinfonica della Rai), in una discussione a partire dal “Rapporto Siae sullo Spettacolo e lo Sport 2021”.
È emerso come, anche durante il 2021, non appena c’è stata una qualche “riapertura”, alcuni settori dello spettacolo abbiano registrato dati in controtendenza: il settore dei concerti di musica pop-rock-leggera ha registrato un incremento di spettatori di ben il 113 % rispetto al 2020, seguito da un +101 % per i concerti jazz, +40 % della lirica e un +31 % del balletto…
Paola Dubini (Università Bocconi): “il settore cultura vive una polarizzazione dei consumi”, una piccola parte della popolazione consuma più cultura, ma la gran parte degli italiani mostra “astensionismo culturale”
Si assiste quindi a quella che Paola Dubini ha definito “polarizzazione”: una parte del pubblico (sempre più piccola, purtroppo) sta incrementando il proprio livello di consumo, ma la gran parte dei cittadini riduce la frequentazione di luoghi di spettacolo… Chi incremento il proprio livello di consumo è in prevalenza la parte “ricca” della popolazione (in termini reddituali e di preparazione culturale)…
Il fenomeno negativo è rappresentato dalla crescente parte della popolazione che si allontana – completamente – dai consumi culturali, anche a causa di un fenomeno di strisciante “desertificazione culturale” della gran parte del territorio nazionale.
Cresce in modo inquietante il cosiddetto “astensionismo culturale”: secondo i dati Istat relativi al 2021 quasi un 40 % del totale della popolazione italiana
Abbiamo già segnalato (vedi pag. 206 del Rapporto Siae), la definizione – in parte inedita – di “astensionismo culturale” ovvero la “mancata partecipazione culturale”: tra il 2019 ed il 2021, i cittadini italiani (di età superiore ai 6 anni) che non hanno partecipato a nessuna attività culturale (quelle dello spettacolo “fuori casa”, ma anche la lettura di libri e quotidiani) cresce di oltre 18 punti percentuali, passando dal 20,7 % del 2019 al 23,5 % del 2020 al 38,8 % del 2021.
In sintesi, tra il 2019 ed il 2020, oltre un quinto della popolazione italiana, secondo Istat, non ha avuto contatto alcuno (semplice o occasionale) con queste attività culturali.
Il dato Istat per l’anno 2021 (che è bene ricordare fa riferimento – secondo le metodiche Istat – al periodo “marzo 2020-marzo 2021”) rende evidente l’intensità della crisi determinata dalle chiusure, con ben 2 italiani su 5 che non hanno avuto accesso ad alcuna attività culturale.
Si tratta di dati veramente impressionanti, sui quali si ha ragione di ritenere – come abbiamo già scritto – debba essere stimolata una riflessione critica anche da parte dei decisori istituzionali.
Attendiamo che il Ministro Gennaro Sangiuliano si manifesti in argomento.
E “Striscia la Notizia” rilancia l’articolo di “Key4biz” sul lancio della novella Rai Italy
Nell’edizione di ieri (mercoledì 23 novembre) della storica trasmissione di Canale 5 “Striscia la Notizia” di Andrea Ricci, è stato trasmesso un servizio curato dall’inviato “assai” speciale Pinuccio, dedicato alla conferenza stampa di martedì scorso a Viale Mazzini, di lancio (ri-lancio?!) del progetto di internazionalizzazione dell’offerta Rai, ora denominato Rai Italy.
Nel nostro articolo di ieri l’altro su queste colonne (vedi “Key4biz” del 22 novembre 2022, “Rai rilancia l’offerta per l’estero, ma seppellisce il canale in lingua inglese”), proponevamo un’analisi accurata della genesi e dello sviluppo – ovvero della deriva dell’iniziativa – in una sorta di ricostruzione storica della vicenda: secondo quanto previsto dal vigente “contratto di servizio” (2018-2022) tra Viale Mazzini ed il Ministero dello Sviluppo Economico (ora divenuto Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Rai avrebbe dovuto lanciare, e da anni, un canale in lingua inglese…
Se ne parla da anni appunto, e qualche milioncino di euro è stato speso in studi di fattibilità ed annessi e connessi che hanno però portato… la montagna a partorire un topolino: in sintesi, martedì è stato annunciato che parte dell’attuale offerta di Rai Italia verrà messa a disposizione anche su Rai Play e verrà prodotto un telegiornale in lingua inglese di 5 minuti (cinque!) al giorno. Oh, perbacco! Che grande innovazione! Anzi, una vera rivoluzione!!!
Grande delusione, incredibile deriva. Nel silenzio dei più, fatta salva – tra le rare eccezioni – la testata specializzata “VigilanzaTv”, diretta da Marco Zonetti, che è tornata sul tema anche ieri (vedi l’articolo “Al via la ‘nuova Rai per l’estero’. Ma è il canale inglese ‘riciclato’?”)
Eppure martedì scorso a Viale Mazzini la presentazione della intrapresa novella (?!) della Rai è stata coreograficamente “benedetta” da ben due ministri della Repubblica ed un sottosegretario.
Ma (ci) domandiamo: i Ministri Gennaro Sangiuliano (Cultura) ed Antonio Tajani (Esteri) ed il Sottosegretario Alberto Barachini (Editoria) hanno studiato il dossier e, soprattutto, hanno compreso in che curiosa kermesse sono stati coinvolti dai diarchi Rai Marinella Soldi (Presidente) e Carlo Fuortes (Amministratore Delegato)?
È stata presentata una minestrina riscaldata, come se si trattasse di un buffet principesco. La metafora “topolino” / “montagna” è proprio azzeccata, in questo caso.
Ieri sera, il sempre pimpante (anzi martellante) Pinuccio – nome d’arte di Alessio Giannone – del tg satirico di Mediaset “Striscia la notizia”, ha dedicato un servizio caustico giustappunto al lancio (?!) di “Rai Italy”, ed ha citato – pur en passant – il nostro articolo di martedì scorso su “Key4biz”. Alessio Giannone segue la vicenda ormai da oltre due anni, a partire dalla pietra miliare del suo servizio del 16 novembre 2020 su Canale 5, intitolato “Sprechi in Rai, il caso ‘Rai English’”…
E si pone domande, Pinuccio, nel suo stile irrituale e scanzonato, che sono domande serie: domande che pure riteniamo dovrebbero porsi – ci permettiamo di osservare – anche Sangiuliano e Tajani e Barachini…
Fatta salva l’ipotesi che si rimetta in scena l’ennesima riproposizione italica del mitico aforisma di Tancredi de “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ovvero “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
“Bisogna che tutto cambi…” (o forse no?!): il Ministro Sangiuliano spodesta Melandri dal “giocattolo” del Maxxi e nomina il giornalista di area Alessandro Giuli
Da osservare che comunque un cambio radicale, il Ministro Gennaro Sangiuliano l’ha messo in atto: dopo un decennio di dominio incontrastato della sua creatura, la ex Ministra Giovanna Melandri è stata ieri spodestata dal Maxxi (alias “Museo nazionale delle arti del XXI secolo”), il museo “forse più internazionale e più glamour della Capitale”, scrive oggi Silvia Lambertucci su Ansa, ed è stato nominato Presidente il giornalista Alessandro Giuli, scelta veramente eterodossa.
Scrive Silvia Lambertucci: “contattato dall’Ansa, Giuli si trincera dietro un cortese no comment”. Una laurea in filosofia e un esordio brillante proprio sul “il Foglio” di Giuliano Ferrara, del quale è stato anche Vicedirettore e poi Condirettore nel 2017, Giuli, 47 anni, è un giornalista politico di “Libero”, volto noto della tv dove è spesso ospite di “talk” di politica ed attualità e dove ha condotto su Rai2 anche il programma “Seconda Linea” (chiuso dopo due puntate a causa di ascolti non in linea con le aspettative). Nel suo curriculum, non ci sono esperienze di gestione di beni culturali, ma ha pubblicato diversi libri, tra i quali “Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti” e “Sovranismo per esordienti. Individui e potere tra identità e integrazione”…
Nel suo nuovo incarico, lo aspettano grandi sfide, soprattutto con l’ambizioso progetto del Grande Maxxi, che è ancora alle fasi preliminari. A febbraio del 2022, è stato lanciato il concorso internazionale di idee per ampliare gli spazi del museo, con la realizzazione di un nuovo edificio per ospitare laboratori, archivi, classi di studio, insieme a servizi e un garage. E nello stesso tempo, è partito il progetto di restyling, che dovrà rendere del tutto sostenibile, senza alterarne la bellezza, l’edificio progettato ormai più di vent’anni fa dalla geniale architetta anglo-irachena Zaha Hadid, purtroppo scomparsa…
La nomina di Giuli al posto di Melandri segna sicuramente un cambio di passo e rappresenta un segnale di rottura con le precedenti politiche culturali.
Clicca qui, per i dati anticipati da Siae in occasione della Milano Music Week sull’andamento del settore dei concerti (musica leggera, classica, jazz) nei primi 9 mesi del 2022, Milano, 23 novembre 2022
Clicca qui, per la registrazione della trasmissione radiofonica “Suite” di lunedì 21 novembre 2022, andata in onda su Rai Radio3, conduttore Andrea Penna, servizio sul “Rapporto sullo Spettacolo e lo Sport 2021” della Siae con i risultati finali del crash Covid, ospiti Angelo Zaccone Teodosi (IsICult), Paola Dubini (Università Bocconi di Milano), Francesco Giambrone (Agis / Teatro dell’Opera di Roma), Ernesto Schiavi (Orchestra Sinfonica della Rai).
Clicca qui, per la videoregistrazione del servizio di Pinuccio nell’edizione di mercoledì 23 novembre 2022 di “Striscia la Notizia”, Canale 5, dedicato alla presentazione dell’offerta Rai per l’estero, Rai Italy.
Articoli correlati
Articoli recenti
- Da Articolo21 (19/12/24): Precisazioni in merito a “diffida stragiudiziale” della Sottosegretaria Senatrice Lucia Borgonzoni 20 Dicembre, 2024
- Da Il Fatto Quotidiano (12/12/24): Tax credit paralizzato: l’ennesima riprova del (mal)governo della cultura 13 Dicembre, 2024
- Da Articolo21 (12/12/24): L’apparenza e la realtà: il cinema italiano va a gonfie vele (dice la Sottosegretaria Borgonzoni) o c’è crisi acuta (come sostengono 15 associazioni del settore)?! 12 Dicembre, 2024
- Da Il Riformista (5/12/24): Gli Studios di Cinecittà sono una cattedrale nel deserto: i film mai usciti, i lavoratori fermi e le voci di privatizzazione 5 Dicembre, 2024
- Da il Riformista (2/12/24): Cine-audiovisivo: il Tar boccia i decreti di riforma del settore. Si aggrava la crisi, studios di Cinecittà vuoti 2 Dicembre, 2024