L’ex Direttore del Tg2 si pone come intellettuale schierato ma non fazioso. E si resta in attesa di conoscere i nomi dei Sottosegretari: uno “in quota” Lega e uno a Forza Italia?

Alla fin fine, tra i tecnici papabili a guidare il Collegio Romano, il “prezzoliniano” pacato ha prevalso sul “dannunziano” anarcoide Giordano Bruno Guerri e sul “marinettiano” mediologo Giampaolo Rossi, nel processo decisionale che ha convinto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, nonché prima donna Presidente del Consiglio nella storia d’Italia, a scegliere Gennaro Sangiuliano come Ministro della Cultura.

Le ragioni di questa scelta sono varie e qui ne proponiamo alcune, senza dimenticare che avevamo noi stessi, anche su queste colonne, prospettato le chance dell’ex Direttore del Tg2 Rai, soprattutto alla luce di un segnale di particolare sensibilità verso la cultura che aveva manifestato, certamente in tempi non sospetti, introducendo nell’edizione di maggior ascolto del telegiornale della seconda rete Rai una rubrica dedicata ai musei minori, che rappresentano una ricchezza per lo più sconosciuta del nostro Paese.

Esattamente un mese fa, su queste colonne, scrivevamo infatti (vedi “Key4biz” del 26 settembre 2022, “Con il nuovo Governo chi sarà il prossimo Ministro della Cultura? Impazza il toto-nomine”)Altro possibile candidato “in quota” FdI è l’attuale Direttore del Tg2 Rai Gennaro Sangiuliano, di cui i più informati ricordano la sensibilità in materia, avendo tra l’altro introdotto nell’edizione di maggior ascolto del telegiornale della seconda rete la rubrica “Alla scoperta dei Musei d’Italia”, giunta nell’estate del 2022 alla terza edizione: la rubrica è nata proprio da un’idea del Direttore Sangiuliano e di Tommaso Ricci, ed è realizzata a cura della Redazione Cultura e Spettacolo (guidata da Adriano Monti-Buzzetti). Chiudeva l’edizione 20:30 del Tg2, presentando ogni sera una realtà museale eccellente ma spesso non adeguatamente conosciuta o valorizzata… Si ricordi che nel maggio scorso, si scatenò una polemica su giornali, siti e “social”, per la presenza del Direttore di Tg2 sul palco della “Conferenza Programmatica” di Fratelli d’Italia a Milano. Il caso si chiuse con un richiamo formale per Sangiuliano da parte di Viale Mazzini, perché il giornalista aveva disatteso l’impegno di partecipare all’evento del partito di Giorgia Meloni in qualità di moderatore, assumendo invece durante la kermesse un ruolo sostanzialmente politico. In quell’occasione il Direttore del Tg2 si dichiarò in effetti “pronto a sottoscrivere il programma di FdI” (e fu indicato esplicitamente da Ignazio La Russa fra gli estensori del programma), e finanche a… divenire Ministro di un possibile futuro esecutivo.

Non sappiamo se Sangiuliano stesse, in cuor suo, “studiando da Ministro” da qualche mese, ma è comunque interessante ascoltare il suo intervento (breve e chiaro) in occasione della kermesse di Fratelli d’Italia, il 30 aprile 2022 a Milano.

Quell’intervento conferma l’immagine di intellettuale appassionato, moderato ma deciso.

Ci ha colpito l’utilizzazione di due espressioni, nel suo intervento alla Conferenza Programmatica di FdI: la necessità di superare “la cappa del politicamente corretto” e l’esigenza di non lasciarsi imbrigliare nelle “gabbie mentali”. E nelle dichiarazioni dei primi giorni da Ministro, non a caso ha ribadito: “si debbono combattere i sacerdoti del politicamente corretto”.

Da segnalare anche quel che il sovranista Sangiuliano ha sostenuto qualche settimana fa, in occasione della sessione intitolata “Una nuova egemonia culturale” (tenutasi a Roma il 1° ottobre), nell’economia del convegno internazionale “Italian Conservatorism”, una tre giorni promossa dalla Fondazione Tatarella e Nazione Futura: “l’Italia è un grande Paese con una grande Storia, una Storia millenaria e con un popolo che ha grandissime capacità. Io resto quotidianamente sorpreso dalle capacità dei nostri imprenditori, che sono in grado di trasformare le materie prime in prodotti, applicando in questo processo il “genio italico”, il sedimento della nostra grande Storia. L’Italia deve essere lasciata lavorare, credo che l’emergenza del nostro Paese sia far ripartire gli italiani. Ridare la possibilità agli italiani di esprimere se stessi attraverso il lavoro”… Il convegno ha fatto più volte riferimento alla figura di un intellettuale anomalo come Giuseppe Prezzolini: prima di tutto, il… Vero Conservatore si guarderà bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il Vero Conservatore sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principii permanenti…

E non a caso Sangiuliano ha più volte citato un aforisma dell’“arcitaliano” Prezzolini, nelle sue prime uscite da Ministro: “il progressista è la persona di domani, il conservatore la persona di dopodomani”.

Il neo Ministro si pone quindi come intellettuale schierato e militante ma non fazioso, conservatore ma non reazionario, e come organizzatore culturale comunque non allineato alle logiche della cultura “mainstream”.

In un’intervista firmata da Salvatore Merlo su “il Foglio” del marzo del 2019, criticava il “Pudpc”, ovvero “il Partito unico del politicamente corretto”. Merlo domandava: “ma come si passa da Tatarella a Salvini? Dall’Armonia alla Ruspa? Dall’idea del dialogo con la sinistra alle divise della polizia?”. Così rispondeva Sangiuliano: “sono due figure molto lontane, lo capisco. Ma in realtà Tatarella aveva un forte culto dell’identità nazionale. Quindi un legame c’è”. E chi sono i tuoi amici rimasti del mondo della destra missina? “Gasparri. Ogni tanto sento Bocchino. Ma poco”. Fini? “Mai. Ma non abbiamo litigato. Invece ho mantenuto rapporti con diversi magistrati che furono insieme a me militanti del Fuan a Napoli e adesso sono pm importanti. A volte al telefono sento Storace. Parlo con La Russa. Però adesso ho scoperto nella Lega una classe dirigente di primissimo livello. Giancarlo Giorgetti è il nuovo Tatarella. È colto, mite, preparato”. A distanza di tre anni, Sangiuliano si ritrova a fianco di Giancarlo Giorgetti, collega Ministro.

La prima sortita pubblica del neo Ministro all’incontro internazionale promosso da Sant’Egidio

È interessante osservare il comunicato stampa n° 1 del neo-Ministro, diramato ieri lunedì 24 ottobre: titolo “Ucraina: Ministro Sangiuliano accoglierà domani il Papa al Colosseo”.

Più precisamente: “Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, accoglierà domani al Colosseo il Santo Padre che parteciperà all’incontro di preghiera dal titolo “Il grido della pace. Religioni e culture in dialogo” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio”.

E qui verrebbe naturale citare un flash di una fonte eterodossa ma spesso affidabile, qual è “Dagospia” diretta da Roberto D’Agostino, che ieri sera alle ore 20:24, così risponde alla domanda retorica che si pone: “come mai Giordano Bruno Guerri, dato per sicuro, è stato cassato da Ministro della Cultura?”. Secondo Dago, il Vaticano non avrebbe accettato un anticlericale, scomunicato due volte, a capo del dicastero che ha in mano – tra l’altro – anche l’enorme patrimonio artistico della Chiesa: “ad azionare la contraerea su Guerri si è messo in moto Gennaro Sangiuliano, legatissimo al sottobosco del Vaticano, Cei, Opus Dei, da Fisichella a Galantino”. E precisa tra parentesi che la Meloni avrebbe incontrato tre volte la Conferenza Episcopale Italiana…

Per gli appassionati (oltre che per i credenti – e non soltanto cattolici – naturalmente), si segnala che oggi martedì l’emittente della Cei, Tv2000, trasmette in diretta, dalle 16:30, dal Colosseo, l’incontro di preghiera per la pace presieduto da Papa Francesco dal titolo “Il grido della pace religioni e culture in dialogo”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio (approfondimenti nello speciale del programma “Il diario di Papa Francesco”, che introduce l’evento alle ore 16).

L’iniziativa promossa dalla potente “lobby” di Sant’Egidio è ben strutturata: si tratta di un incontro internazionale, che ha visto per tre giorni (da sabato ad oggi) a Roma la partecipazione delle grandi religioni mondiali insieme a rappresentanti del mondo della cultura e delle istituzioni, provenienti da oltre 40 Paesi del mondo. Domenica 24, il Convention Center “La Nuvola” ha ospitato l’assemblea inaugurale, con la partecipazione del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Presidente francese Emmanuel Macron, del fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi e del Presidente della Cei, il Cardinale Matteo Zuppi (Vescovo di Bologna), insieme al Rabbino capo di Francia Haim Korsia e il Segretario Generale della Muslim World League Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa. Tante le personalità di rilievo, che intervengono nei 14 forum previsti lungo tutto il 24 ottobre e la mattina del 25, sempre alla Nuvola, prima di unirsi oggi pomeriggio della stessa giornata a Papa Francesco nella “Preghiera per la Pace” delle religioni al Colosseo. Questa mattina una sessione dedicata a “Media, social e il grido della pace”, che ha visto come relatori – tra gli altri – Lavio Arzarello (Public Policy Manager di Meta), Martina Colasante (Public Policy Manager Google Italia), Giuseppe Giulietti (Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana-Fnsi), Lucia Goracci (corrispondente Rai), Stefano Stimamiglio (Direttore di “Famiglia Cristiana”)… Da segnalare le lingue utilizzate (anche per le simultanee): italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, giapponese.

Le prime dichiarazioni del Ministro Gennaro Sangiuliano

Non ci ha convinto una dichiarazione manifestata dal neo Ministro, appena nominato, che ci è parsa un po’… presuntuosa: “renderò grande la cultura italiana”. Riteniamo che la cultura italiana sia grande in sé, ma forse l’intento del neo Ministro è stato travisato giornalisticamente: probabilmente Sangiuliano intendeva che vuole contribuire a rendere più fruibile la cultura italiana, più “grande” nella dimensione della effettiva fruibilità. Ricordiamo che, secondo le indagini dell’Istat, nel 2021 circa un quarto dell’intera popolazione italiana non ha avuto accesso ad alcuna forma di cultura (intesa come teatro, cinema, musica, libri…): non soltanto l’astensionismo politico degli italiani è un fenomeno inquietante, ma anche l’astensionismo culturale

Da segnalare anche, tra le prime dichiarazioni: “andrò alla fondazione Croce, sarà la prima cosa che farò“, ha detto, lasciando il Quirinale dopo il giuramento, e ricordando autori a lui cari, come Dante Leopardi. “Comincio da questa grande parola: cultura possa diventare un motore anche per la nostra economia… Credo che bisogna impegnarsi per fare in modo che questa grande risorsa, questo grande patrimonio che abbiamo, possa diventare un motore anche per la nostra economia…”. In questa dichiarazione, in verità, nulla di nuovo, dato che è stato il suo predecessore “dem” Dario Franceschini ad aver sostenuto, in occasione della propria nomina a Ministro della Cultura, che era orgoglioso di aver assunto la guida del Ministero “economico” più importante d’Italia.

Nell’intervista a firma di Mario Ajello pubblicata sabato 23 ottobre su “Il Messaggero”, Sangiuliano (che è anche un appassionato bibliofilo e si vanta di avere una biblioteca personale di oltre 15mila libri) anticipa la sua linea di politica culturale.

Dichiara di voler iniziare “con due grandi mostre: una sul Futurismo, l’altra sul Rinascimento… Ho un po’ di linee guida e di idee a cui tengo. Le cito la Canzone all’Italia di Giacomo Leopardi: ‘O patria mia, vedo le mura e gli archi / E le colonne e i simulacri e l’erme / Torri degli avi nostri / Ma la gloria non vedo’, perché voglio cominciare proprio da Leopardi. E da Dante, da Benedetto Croce, da Giovanni Gentile, da Giuseppe Prezzolini. E direi anche da Antonio Gramsci… Può apparire sorprendente che io citi il grande pensatore e politico comunista, ma nel saggio ‘Letteratura e vita nazionale’, di cui posseggo l’edizione Einaudi del 1954, egli pone il tema del ritorno a De Sanctis e si scaglia contro la filosofia della prassi, contro quelli che Gramsci stesso definisce i pappagalli che credono di possedere la verità. E io, come Gramsci, vedo in giro molti pappagalli… Sono i sacerdoti del politicamente corretto e del mainstream”.

Tornando alle idee di mostre, specifica: “vorrei cominciare la mia attività da ministro con due grandi mostre. Una su Umberto Boccioni e il futurismo. L’altra sul Rinascimento. Questi due momenti storici e culturali sono stati quelli che, ognuno a modo suo, hanno proiettato l’Italia nel mondo. Ma prima di queste grandi eventi internazionali, nei prossimi giorni andrò nella casa di Benedetto Croce, dove c’è la fondazione, a Napoli, che è la mia adorata città” (si ricordi che Sangiuliano, è insieme al Prefetto Matteo Piantedosi – titolare del Viminale… “in vece” di Matteo Salvini – uno dei 2 ministri partenopei del Governo Meloni; si ricordi che anche il Governo Meloni è a trazione nordica, con soltanto 5 ministri del Sud).

Rispetto al rischio di una nuova “egemonia” da parte della destra nel sistema culturale: “ma non sia mai! Io mi impegnerò per la promozione della cultura più larga e più libera possibile!”.

Con rendere “grande” la cultura italiana, intende: “abbiamo un immenso patrimonio storico-artistico e culturale, che molte volte è scarsamente fruibile a causa di problemi di mezzi di trasporto che mancano, di carenza di parcheggi, di vie di accesso difficili, di mancanza di personale, di conservazione carente o imperfetta, e via così. C’è da fare un grande lavoro di infrastrutturazione della cultura… Bisogna uscire da una mentalità solo conservativa dei beni culturali. E occorre creare con coraggio un nuovo immaginario italiano”.

Che cosa significa “nuovo immaginario”, per Sangiuliano? “Significa che la nostra cultura va raccontata anche con gli strumenti della modernità: cinema, serie televisive, social. Bisogna riformare il fondo unico per lo spettacolo, il Fus, e riformare la burocrazia relativa alla raccolta e all’uso dei finanziamenti pubblici…”.

Chi chiama a collaborare con lei? “Proverò a coinvolgere Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra, ma anche Pietrangelo Buttafuoco e lo storico ed ex assessore regionale dem Gianni Oliva. Un grande sogno sarebbe poter collaborare con Claudio Magris”. Si ispirerà più a Giuseppe Bottai o a Alberto Ronchey? “Mi ispirerò a Giovanni Spadolini, che oltretutto arrivò al ministero dal giornalismo”.  

Reazioni complessivamente positive, con la sola eccezione di Saviano

Ieri, il Direttore de “Il Fatto Quotidiano” Antonio Padellaro scriveva “non saranno affatto necessarie epurazioni di massa, per esempio da parte del nuovo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (a prima vista lontano dai furori di un Pavolini). Dunque, almeno si spera, non ci sarà bisogno che, come gli suggerisce virilmente ‘La Verità’, l’ex direttore del Tg2 “demolisca la Cappa degli intellettuali che rosicano” e “liberi la cultura dall’egemonia della sinistra consiglio di amministrazione dopo consiglio di amministrazione, fiera dopo fiera, festival dopo festival“”.

Va osservato che, sui media, le reazioni alla nomina di Sangiuliano, analizzando la rassegna stampa e web, sono complessivamente positive.

Vittorio Feltri, sulle colonne di “Libero” di ieri lunedì 24 ottobre, in un editoriale intitolato “L’uomo giusto. Con Sangiuliano una scossa alla lettura”, ne ha intessuto le lodi, da collega ed amico”: “Gennaro è autore infaticabile. Le sue opere si distinguono per l’accurata e meticolosa documentazione e sono altresì in grado di catturare l’interesse del grande pubblico. La nostra amicizia non si è mai spezzata. Gennaro, scherzando, dice che sono il suo maestro. In verità, il maestro tra noi è proprio lui. Le poche volte in cui riesce a passare da Milano ci incontriamo ed è sempre piacevole confrontarsi con lui sulle questioni di stretta attualità. Sangiuliano è un uomo umile, mite, non smanioso di apparire, gentile. Egli conosce alla perfezione il mestiere del direttore, che è diverso da quello del cronista, è dotato di una sconfinata cultura, la quale tutta via si guarda bene dall’esibire, poiché mal sopporta chi si dà delle arie”.

Rattristata a livello personale ma solidale a livello amicale la reazione di Vittorio Sgarbi, che tanto ci teneva a divenire… “Ministro del Patrimonio” (una sua idea). Ha scritto: “Capisco dunque, per l’impegno e la coerenza, la nomina che oggi lo premia. Ne soffro per la lunghissima esperienza nel mondo dei musei, dei palazzi, delle chiese, che mi ha guidato a tutelare i monumenti dell’arte italiana…”. E domenica scorsa 23 ottobre, alle 10:30, forse anche per sfogarsi, ha lanciato con Morgan una chat su Whatsapp per… arruolare geni, intitolata “Rinascimento Dissoluzione”… Centinaia di contatti si aggiungono ed alla stessa velocità decine spariscono. “Toglietemi di qui, grazie” scrive qualcuno. Dentro c’è di tutto. Politici e giornalisti, critici e curatori, esponenti della cultura, sindaci, revisori… E si legge finanche qualche commento critico su Sangiuliano.

Rispetto al neo Ministro, emerge feroce soltanto la critica di Roberto Saviano, che già si era scagliato contro Sangiuliano in occasione della sua nomina a Direttore del Tg2: “mediocre giornalista, biografo inginocchiato, biografo di Putin, per questo post mi querelò… La storia e la fame atavica di Genny ‘o ministro’ mi hanno dato ragione… Era facile immaginare: in questo Paese, l’unico merito è servire, con buona pace del neoministro della cultura e del merito” (Saviano peraltro confonde il Ministero della Cultura con il ridenominato Ministero dell’Istruzione e del Merito, affidato a Giuseppe Valditara).

Alcune idee del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni su scuola e cultura

Da segnalare che questa mattina, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la dichiarazione programmatica alla Camera, ha dichiarato: “intendiamo lavorare sulla crescita dei giovani a 360 gradi, promuovere le attività artistiche e culturali e accanto a queste lo sport e lavorare sulla formazione scolastica…”.

E, ancora: “si è polemizzato sulla nostra scelta di rilanciare la correlazione tra istruzione e merito. Rimango sinceramente colpita. Diversi studi dimostrano come, oggi, chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati da un insegnamento che non premia il merito, perché quelle lacune non vengono colmate da nessuno… L’Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si auto- escludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità. E la pandemia ha decisamente peggiorato questa condizione, ma la risposta di certa politica è stata promettere a tutti la cannabis libera. Perché era la risposta più facile. Ma noi non siamo qui per fare le cose facili. Noi intendiamo lavorare sulla crescita dei giovani…”. Ha continuato: vogliamo “promuovere le attività artistiche e culturali, e accanto a queste lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e benessere. Lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali. Garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa e il prestito d’onore”. E, ancora: “proteggere il nostro patrimonio naturale ci impegna esattamente come la tutela del patrimonio di cultura, tradizioni e spiritualità, che abbiamo ereditato dai nostri padri affinché lo potessimo trasmettere ai nostri figli. Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore, ma quello che ci distingue da un certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale…”. Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha commentato a caldo: “vaghi accenni su politica energetica, poco o nulla su scuola, cultura e sanità”.

Attendiamo le prime iniziative del Ministro e soprattutto attendiamo che vengano rilevati i nomi dei Sottosegretari e le deleghe che verranno assegnate loro.

Soltanto tra qualche giorno sarà quindi possibile comprendere meglio la rotta tracciata dal neo Ministro e gli strumenti che vuole utilizzare: senza dubbio sintomatico e stimolante l’annuncio di voler mettere mano al controverso Fondo Unico per lo Spettacolo (il famigerato “Fus”), arcaico strumento di intervento pubblico nel sistema culturale, che, dalla sua nascita (1985), non è mai stato oggetto di una revisione radicale (e nemmeno di un’analisi approfondita di valutazione di impatto), ancor più necessaria alla luce degli sconvolgimenti determinati dalla rivoluzione radicale…

[ articolo chiuso in redazione alle 13:30 ]

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La corposa e ricca biografia professionale di Gennaro Sangiuliano

Gennaro Sangiuliano è nato a Napoli nel 1962. Frequenta il Liceo Classico “Adolfo Pansini” di Napoli e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Federico II”, ove consegue il PhD Dottorato di Ricerca in Diritto ed Economia (“cum laude” e pubblicazione della tesi). Consegue poi un Master in Diritto Privato Europeo alla Luiss di Roma (ed ha avuto come insegnante – tra gli altri – Giuseppe Conte) ed un dottorato di ricerca in Diritto ed Economia sempre presso la “Federico II”. Consegue anche il diploma dell’Istituto Alti Studi per la Difesa.

È stato docente a contratto di Diritto dell’Informazione (presso la Lumsa), di Economia degli Intermediari Finanziari (alla Sapienza), di Storia dell’Economia e dell’Impresa (alla Luiss Guido Carli), di Giornalismo e Comunicazione (all’Università Telematica Pegaso). Dal 2015, è Direttore della Scuola di Giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno.

Intensa l’attività saggistica, con decine di titoli (ci limitiamo a qui citare soltanto quelli degli ultimi quindici anni): nel 2006, il manuale “Teoria e tecniche dei new media”; nel 2008, ha pubblicato per Mursia una biografia del fondatore della “Voce”, l’iconoclasta Giuseppe Prezzolini (intellettuale di cui è grande estimatore), “L’anarchico conservatore”; nel 2010, “Economia della comunicazione”; nel 2012, per Mondadori il saggio storico “Scacco allo zar: 1908-1910: Lenin a Caprigenesi della rivoluzione”; poi tre volumi su Vladimir Putin (“Vita di uno zar”; saggio da alcuni ritenuto in parte agiografico), Hillary Clinton (“Vita in una dinasty americana”) e Donald Trump (“Vita di un presidente contro tutti”), editi sempre da Mondadori; nel 2019, arriva una nuova biografia, “Il nuovo Mao – Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi”, dedicato al Presidente della Repubblica Popolare Cinese; l’ultimo, nel 2021, è dedicato a “Reagan. Il presidente che cambiò la politica americana”.

La sua principale passione è comunque senza dubbio il giornalismo: inizia a lavorare all’emittente televisiva campana “Italia 7 – Canale 8”, poi dirige il quindicinale “L’Opinione del Mezzogiorno”; entra nella redazione di “Economy”; nei primi anni Novanta, lavora a “L’Indipendente” e nella redazione politica del quotidiano “Roma” di Napoli, di cui diverrà Direttore dal 1996 al 2001; è stato prima Capo della Redazione Romana e poi Vice Direttore del quotidiano “Libero”, durante la direzione di Vittorio Feltri. Ha scritto anche per “L’Espresso” e per le pagine culturali de “Il Sole 24 Ore”, per il “Giornale di Napoli”, per “Il Foglio” di Giuliano Ferrara e per “Il Giornale”…

Entra in Rai nel 2003 come inviato e Capo Servizio del TgR di Napoli; nel 2004, viene trasferito a Roma all’Agenzia Nazionale della TgR, dove diventa prima Vice Capo Redattore ed in seguito Capo Redattore. Cura reportage e servizi da diversi teatri di guerra (Bosnia, il Kosovo e l’Afghanistan). Nel 2009, è nominato Vice Direttore di Augusto Minzolini al Tg1 ed a fine ottobre 2018 viene nominato dal Cda della Rai, su proposta dell’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, nuovo Direttore del Tg2 (succedendo a Ida Colucci). Contribuisce significativamente al rilancio della testata. Ricopre l’incarico fino al 21 ottobre 2022, proprio alla vigilia della nomina di Ministro della Cultura.

Qualche anno fa dichiarava a “il Foglio”: “la tradizione del giornalismo italiano è politica. Ed è certamente più onesta una faziosità limpida ed esibita di una subdola terzietà”, rivendicando al contempo l’equilibrio politico sempre mantenuto dal suo telegiornale. “Basta vedere i dati dell’Osservatorio di Pavia. E questo perché sto attento al minutaggio: sono maniacalmente attento che ci siano tutte le voci”.  Va però segnalato che l’edizione della rubrica che Sangiuliano ha creato, il “Tg2 Post”, curata dalla avvenente Manuela Moreno, nell’edizione di sabato (quando è stata resa nota la lista dei Ministri), non ha brillato esattamente per indipendenza, avendo coinvolto in studio esclusivamente esponenti destrorsi. Ma forse si è trattato di un errore dettato dall’entusiasmo della conduttrice per la nomina del suo Direttore a Ministro… E si ricordi che nel luglio del 2019, una parte significativa della redazione del Tg2 gli contestò una linea troppo filo-salviniana (che qualcuno definì “Tele Salvini” o “Tele Visegrad”…).

Politicamente si è formato nel Fronte della Gioventù, è stato militante del Fuan… Dal 1983 al 1987, è stato consigliere circoscrizionale a Napoli per il Movimento Sociale Italiano (Msi) – Destra Nazionale. Alle elezioni politiche del 2001, Sangiuliano è stato candidato alla Camera dei Deputati nella lista della Casa delle Libertà (nel collegio Chiaia-Vomero-Posillipo), ma non viene eletto. È stata ipotizzata una sua candidatura alle Regionali del Lazio, e Matteo Salvini l’aveva anche prospettato come candidato a Governatore della Campania.

Ha scritto Maurizio Stefanini su “Linkiesta” di sabato 22: “sulla libreria dello studio di casa ha una foto insieme a Giorgio Almirante, mentre sul suo account Twitter esibisce Francesco Baracca, la Divina Commedia, i tramonti su Paestum, la tomba di Leonardo Da Vinci, Giuseppe Mazzini. Nelle interviste cita Heidegger, Dostoevskij, Pirandello, Prezzolini, Spengler, Confucio, ma anche Bobbio e Weber”.

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Clicca qui per l’intervento del neo Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (allora nella veste di Direttore del Tg2 Rai), intitolato “Il ruolo dei conservatori italiani”, alla Conferenza Programmatica di Fratelli d’Italia, Milano, 30 aprile 2022 (dal canale YouTube di Fratelli d’Italia)